Se questo messaggio non è visualizzato correttamente clicca qui |
N. 4.202 - ore 17:00 - Giovedì 17 Aprile 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
|
|
| | | Un vino antico, prodotto con i migliori grappoli di Nosiola, unico vitigno autoctono a bacca bianca del Trentino, che nella “Settimana Santa” vive il simbolico passaggio dall’appassimento all’invecchiamento, dopo la spremitura: è il Vino Santo Trentino della Valle dei Laghi, le cui cantine, in tempo di vacanze di Pasqua, aprono le porte con “DiVinNosiola” (fino al 26 aprile). E nel periodo per eccellenza delle gite enogastronomiche fuoriporta, che da Pasquetta arriva al 25 aprile, i vini passiti e da meditazione sono protagonisti alla “Mostra Nazionale”, unica nel suo genere, a Palazzo Gonzaga a Volta Mantovana (25-27 aprile). Tanti gli eventi nell’agenda WineNews.
| |
|
| | L’Italia detiene il primato mondiale dei principali fornitori di vini Premium al mondo, ma è anche supplier numero 1 di vini Entry level e Popular. Quello che manca all’appello sono i vini posizionati nelle fasce più alte, attestati per quanto riguarda l’Italia al 2% di volume (e al 9% di valore), contro il 42% della Francia e il 30% dei vini statunitensi. Lo evidenzia l’analisi dell’Osservatorio del Vino Unione Italiana Vini (Uiv)-Vinitaly su base Iwsr, che stima un valore al consumo della superpotenza enologica italiana pari a 29,9 miliardi di dollari. Il report (in approfondimento) sottolinea come la leggerezza valoriale italiana proprio nel segmento di prezzo - quello Luxury - a maggior crescita potenziale nei prossimi anni (+2% annuo da qui al 2028) comporti un fattore di debolezza commerciale, che rischia di accentuarsi nel medio-lungo periodo. Nei vini Deluxe (oltre i 25 dollari al dettaglio e a partire da 8 dollari alla cantina) lo share italiano sul totale mondo arriva infatti appena al 10% (2,8 miliardi di dollari), contro il 47% del competitor francese e il 29% statunitense. Diverso il quadro alla base e al centro della piramide, con l’Italia leader in entrambe le fasce. Gli Entry level e Popular del Belpaese (fino a 15 dollari allo scaffale e sotto i 5 alla cantina), sono leader delle vendite, con una quota sul totale segmento pari al 23% e un controvalore al consumo pari a 15,9 miliardi di dollari. Primato bissato anche per i Premium, con l’Italia principale fornitore con una quota sulla categoria che arriva al 30% (11,2 miliardi di dollari). Stiamo però parlando di una fascia che - a dispetto del nome e dell’aura Premium con cui li si ammanta - rappresenta prodotti medio-alti che escono dalle cantine tra i 5 e gli 8 dollari al litro e che finiscono sugli scaffali di tutto il mondo con un range di listino che varia dai 15 ai 25 dollari (il Prosecco negli Usa è il caso più emblematico). Un tema fondamentale, quello del posizionamento di prezzo da analizzare con attenzione: secondo l’Osservatorio da qui al 2028 il segmento Premium italiano vedrà una crescita zero del prezzo medio, contro il +1% annuo dei Low Value-Popular. Con i Premium wines che sono la categoria che più andrà sotto pressione nel prossimo futuro. | |
|
| | “Grazie, grazie davvero, per il lavoro che fate ogni giorno per valorizzare, in Italia e nel mondo, uno dei prodotti simbolo del nostro made in Italy. Il made in Italy agroalimentare è un pilastro della nostra economia. Con quasi 70 miliardi di euro, è una delle voci più significative del nostro export e ha un impatto ovviamente rilevante non solo sul Pil, ma anche sull’immagine globale dell’Italia”. Lo ha detto, in un videomessaggio, la premier Giorgia Meloni (impegnata in queste ore a Washington nell’atteso vertice con il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump), ai produttori del Consorzio del Grana Padano che, nell’Assemblea Generale di ieri, ha festeggiato l’anniversario n. 70 dalla fondazione. Un mondo fatto da 135 caseifici produttori, per oltre 5,6 milioni di forme prodotte, ed un export in crescita (+9,15% nel 2024 su base annua, per oltre 2,6 milioni di forme esportate).
| |
|
| | | Prove tecniche di rimbalzo, affossate dall’effetto dazi Usa: è la lettura possibile del primo quarto di 2025 del mercato dei fine wines, almeno secondo l’osservatorio del Liv-Ex (in approfondimento), analizzato da WineNews. Il quadro, nel complesso, resta negativo, con tutti gli indici in calo da inizio anno, e piccoli segnali positivi che sono arrivati, in marzo, solo da quelli legati all’Italia, e ai top brand di Bordeaux. Il Liv-Ex 100, indice di riferimento, a marzo a segnato un altro -0,7 mese su mese, la performance peggiore in assoluto, portando a -2% il saldo da inizio anno, e a -10% quello nei 12 mesi. Prova a resistere il Liv-Ex 1000, il più grande, in termini numerici degli indici, che con un -0,1% a marzo, fissa la perdita 2025 a -2,1%, e a 9,9% nei 12 mesi. Continua, seppur di pochi decimali, il calo anche dei principali sotto indici francesi (Bordeaux 500, Champagne 50 e Burgundy 150, tra gli altri), con le piccole eccezioni del Bordeaux Legends 40, che fa +0,1% a marzo, portandosi a +0,2% da inizio anno, unico in attivo nel primo scorcio di 2025, e del Belpaese, visto che saluta un marzo positivo (+0,4%), che riavvicina alla parità l’andamento 2025 (-0,4%), l’Italy 100 (superstar il Barolo Falletto Vigna Le Rocche Riserva di Bruno Giacosa, che fa +72,1%, da inizio anno, con l’annata 2014). | |
|
| | | Un giro d’affari 2024 record da 3,2 miliardi di euro, in crescita del 4,9% sul 2023, a fronte di una produzione stabile a poco più di 4 milioni di forme, e con vendite in aumento a volume (+9,2%) in crescita tanto in Italia (+5,2%) che, soprattutto, all’export (+13,7%), che vale ormai quasi la metà (48,7%) del venduto. Risultati raggiunti anche grazie a ben 28,4 milioni di euro investiti per azioni di marketing e comunicazione: sono i numeri illustrati oggi, a Milano, dal Consorzio del Parmigiano Reggiano, guidato dal rieletto Nicola Bertinelli. | |
|
| | La Sicilia è, ormai, una delle regioni portanti del vino italiano, con i suoi tanti territori, dal “diamante” Etna a Vittoria, da Menfi a Noto, da Marsala a Pantelleria. Ed i suoi vini bianchi, in particolare, tanno vivendo un momento importante, tanto che le esportazioni dei bianchi Dop Siciliani, nel 2024, hanno segnato un +8,9% sul 2023, a conferma di un trend di crescita importante, dopo il +7,8% del 2023 sul 2022. È una delle evidenze dell’“Osservatorio sulla competitività delle Regioni del Vino - Sicilia”, realizzato da Nomisma Wine Monitor in collaborazione con UniCredit, ed illustrato nel lancio di “Sicilia en Primeur”, evento itinerante firmato da Assovini, guidata da Mariangela Cambria, che da anni mostra la bellezza e la varietà dalla Sicilia del vino, con la presentazione delle nuove annate, con l’edizione 2025 che sarà di scena a Modica dal 6 al 10 maggio. | |
|
| | | Tra i vip-testimonial dei loro territori, a Vinitaly 2025 a Verona, WineNews ha incontrato in Emilia Romagna Simona Ventura, storica conduttrice e tra le più amate, vulcanica presentatrice di tanti programmi cult, da Mediaset alla Rai, a Sky e non solo. La sua terra è la “Food Valley”, il regno del Lambrusco e dei Vini di Romagna, del Parmigiano Reggiano e del Prosciutto di Parma, tra gli altri, e la showgirl, parlando di buona tavola e comunicazione, ci ha raccontato il rapporto che ha con il vino: “dobbiamo bere bene e responsabilmente. Il vino fa bene al fisico e alla mente”. | |
|
|
|