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WineNews
N. 3.413 - ore 17:00 - Giovedì 5 Maggio 2022 - Tiratura: 31.183 enonauti,
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La News
Le ricerche online sul vino
Dopo il boom del 2020, quando la pandemia ed il conseguente lockdown fecero letteralmente esplodere gli acquisti di vino e alcolici sul web, non si arresta l’interesse per la categoria, ben raccontato dalle ricerche online. Che, come riportano i dati di Trovaprezzi.it, il comparatore di prezzi online leader in Italia, dopo l’1,2 milioni di ricerche per la categoria alcolici, e le 2,9 milioni di ricerche per la categoria vini registrate nel 2020, nel 2021 segna un ulteriore aumento nelle ricerche sul web, sia di alcolici - +2%, con 30.000 ricerche in più sul 2020, a quota 1,22 milioni di ricerche - che di vini: +3%, con 90.000 ricerche in più, per un totale di 3 milioni di ricerche.
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Primo Piano
Barolo e Barbaresco, i diamanti della corona del vino di qualità italiano in Usa
La “realtà” delle griffe di Langa si cala nel regno della “fiction”, a Los Angeles, culla del cinema e capitale della California, protagonista di “Barolo & Barbaresco World Opening”, evento voluto dal Consorzio del Barolo e del Barbaresco, che nei giorni scorsi ha portato nella “città degli angeli” i vini di 200 produttori e la cucina delle Langhe. Con punteggi da Oscar: 94,4 il rating del Barolo 2018 e 98,3 per il Barbaresco 2019. Gli Stati Uniti, del resto, nel 2021 hanno importato qualcosa come 6 miliardi di euro di vino, pari al 21,5% di tutto il vino importato lo scorso anno, e poco meno di una bottiglia su cinque di Barolo (18,7%) e Barbaresco (19%) vola ogni anno Oltreoceano. Con la California, al pari di New York, meta privilegiata: il Nebbiolo, sulla West Coast, non è più una nicchia, ma una vera e propria passione, per i wine lover alle prime armi come per i conoscitori più scafati. Star non solo delle wine list dei tanti ristoranti italiani, ma anche delle cantine dei locali dove si mangia francese o californiano, perché Barolo e Barbaresco, oltre ad essere ambasciatori delle Langhe nel mondo, “giocano” da anni nel campo dei grandi, con i vini di Borgogna e quelli di Bordeaux, protagonisti nelle aste internazionali e nei wine club, come raccontano, a WineNews, i protagonisti del mercato californiano, dove Barolo e Barbaresco sono i diamanti della corona del vino di qualità italiano. “I giovani appassionati si stanno avvicinando al Nebbiolo”, racconta Dino Capriotti (Vinity Wine Company). Roberto Bruno, direttore generale e chief commercial officer Fontanafredda, sottolinea la “grande ripartenza del Piemonte delle Langhe sul mercato americano”. Per Justin Gallen (Rinascimento Wine Company), “in Usa, nonostante il cambio svantaggioso, il vino sta vivendo un boom senza precedenti”. Hayley Black (Winebow Imports) ritiene che il Barolo sia “una denominazione in grande ascesa anche tra i neofiti”. Jason Chietti (Siena Imports), ricorda come il Nebbiolo sia diventato “il vitigno cult, e Barolo e Barbaresco, nella ristorazione, hanno trovato uno spazio importante”. Giuseppe Lo Cascio, alla guida di Lucidity Wine, sottolinea infine come la California, per consumi, sia “tra i primi 3 mercati insieme a New York e Texas” (gli interventi integrali in approfondimento).
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Macfrut, tra Italia e Africa
La filiera della frutta e verdura italiana, che vale 15 miliardi di fatturato alla produzione e 5,5 di export (seconda solo al vino), la sfida della nutrizione e della sicurezza alimentare per una popolazione mondiale in continua crescita, la cooperazione internazionale nel settore, in particolare tra Italia ed alcuni Paesi dell’Africa, non più “Paese di aiuti, ma di opportunità”, come il Ruanda, rappresentato dalla Ministra per le Politiche Comunitarie Rebecca Alitwala Kadaga, ed il Niger, presente con la Ministra dell’Industria e Imprenditoria, Gourouza Magagi Salmou, e l’innovazione: ecco gli argomenti al centro di Macfrut (da ieri al 6 maggio a Rimini). “La sfida - ha ricordato il Ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli - è capire come produrre cibo per 10 miliardi di persone senza impattare sull’ambiente, garantendo a tutti un accesso sicuro al cibo”.
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Focus
Vini low alcol, in Usa valgono un miliardo di dollari
Tra i consumatori di tutto il mondo cresce in maniera costante la tendenza alla moderazione, che nell’ultimo decennio ha aperto opportunità interessanti anche per il mercato degli alcolici. Compreso, ovviamente, il vino, che con le produzioni low e no alcol si sta confrontando da tempo, pur tra mille dubbi e doverose precisazioni, semantiche e tecniche. Il Paese più vivace, in questo senso, sono gli Stati Uniti, dove, però, il vino non ha ancora raccolto il successo dei prodotti ready-to-drink o della birra analcolica, tanto che, secondo i dati IWSR, un consumatore su cinque di prodotti ready-to-drink è un ex bevitore di vino. Il motivo, confermato dai dati raccolti negli ultimi 5 anni da Wine Intelligence, è piuttosto semplice: il vino a bassa gradazione, in linea si principio, è un’ottima opzione, ma il profilo gustativo, troppo spesso, si rivela deludente. Un limite enorme, che allontana dalla categoria vino molti giovani consumatori. Nonostante ciò, il vino a bassa gradazione alcolica sul mercato Usa vale un miliardo di euro, e il giro d’affari è previsto in crescita costante fino al 2025: del +27% annuo per i vini fermi e del +30% per gli sparkling, una previsione supportata anche dai dati sui consumi relativi ai primi mesi del 2022 (continua in approfondimento).
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Cronaca
Bisol, il Prosecco “coast to coast” in Usa
Per molti, il viaggio coast to coast negli Stati Uniti è un sogno. A dargli corpo in chiave enoica, ora, è Bisol1542, cantina simbolo del Prosecco Superiore (dal 2014 uno dei gioielli del Gruppo Lunelli). E che, in collaborazione con l’importatore di fine wine Wilson Daniels, è protagonista di un viaggio attraverso 14 città in 25 giorni (da Boston a Los Angeles, con arrivo il 19 maggio), in cui racconterà al pubblico americano la propria storia vitivinicola ed il Prosecco Superiore, “abbinato” ad eccellenze italiane dell’auto, come Alfa Romeo, e della moda, come Seventy Venezia.
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Wine & Food
“I nuovi “super-Italians”: vini italiani essenziali e di nuova generazione, secondo “Decanter
Il vino italiano è un coacervo di vitigni e territori, di tradizione e di innovazione. Ed a questo aspetto guarda anche la critica mondiale, che vuole raccontare qualcosa di nuovo. Come ha fatto il più influente magazine del Regno Unito, “Decanter”, parlando dei “super-Italians”, ovvero vini che, per la testata inglese, oggi rappresentano il “meglio dell’enologia italiana moderna. Nuove idee, nuovo entusiasmo e nuovi stili”. A firmarle cantine come Nino Franco, Edi Keber, Mastroberadino, Pievalta, Thomas Niedermayr, Siddùra, Idda (la joint venture sull’Etna tra Gaja e Graci, ndr), Vigne Marina Coppi, Tenuta di Biserno, San Filippo, Nervi Conterno e SorPasso. Vini che, insieme a territori come il Chianti Classico, la Valpolicella, Montalcino, la Sicilia e la Campania, sono protagonisti della copertina del numero speciale di maggio 2022 della rivista, dedicato all’Italia.
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Monte Zovo
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WineNews.tv
Château-Figeac, tra la 2021 en primeur, il cambiamento climatico e la nuova cantina
“Difficile dare un giudizio alla 2021 di Bordeaux, è stata un’annata complessa, ma che riserva tante belle sorpresa e qualche grande vino. Prima di puntare su nuove varietà, dobbiamo imparare ad affrontare il cambiamento climatico cambiando il modo di lavorare in vigna, ad esempio ritardando la potatura, così da evitare le gelate primaverili. La nuova cantina ci permetterà di lavorare al meglio, e di avere lo spazio sufficiente per valorizzare il grande lavoro che facciamo in vigna”, racconta Blandine de Brier Manoncourt, proprietaria di Château-Figeac.
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