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WineNews
N. 4.338 - ore 17:00 - Venerdì 31 Ottobre 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti,
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Se Bordeaux “cura” i vigneti di Parigi
Tenuta di proprietà della famiglia Tribadeau, con 6,5 ettari coltivati con metodo biologico e biodinamico nel Grand Cru di Saint-Émilion, a Saint-Sulpice-de-Faleyrens, a Bordeaux, Château Mauvinon si è aggiudicato l’appalto pubblico biennale per la consulenza e l’expertise nella gestione dei vigneti urbani di Parigi e nella produzione dei vini della Ville Lumière. Ovvero 40 ettari in totale in vari arrondissement (compresi i 16 del Clos Montmartre, la vigna urbana più famosa al mondo). Lo Château bordolese è già operativo dalla vendemmia 2025 con l’obiettivo “impatto zero”: una viticoltura agroecologica, senza fitosanitari e che migliori la biodiversità.
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Primo Piano
Dazi e Mercosur: il vino e l’agroalimentare italiano incontrano il Commissario Ue Šefčovič
“L’Europa ha chiuso un accordo con gli Stati Uniti che, confrontato con altri accordi di carattere internazionale, non ci vede particolarmente penalizzati. Noi però non riteniamo che un sistema tariffario con gli Stati Uniti di qualsiasi genere sia conveniente, sia per noi che per loro stessi e quindi auspichiamo che nel tempo si riesca a lavorare per rimuovere il sistema tariffario portandolo a zero”. Così il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, in occasione dell’incontro che si è svolto oggi a Roma, al Ministero dell’Agricoltura, con il Commissario Europeo per il Commercio, la Sicurezza economica, le Relazioni interistituzionali e la Trasparenza, Maroš Šefčovič, nella missione del Commissario in Italia dedicata ai principali dossier commerciali dell’Unione Europea. Il confronto, articolato in due sessioni di lavoro, ha visto nella seconda parte la partecipazione dei rappresentanti delle principali organizzazioni del comparto agroalimentare italiano: Coldiretti, Confagricoltura, Cia-Agricoltori Italiani, Copagri, Federalimentare, Assolatte, Legacoop Agroalimentare, Filiera Italia, Unionfood, Unione Italiana Vini - Uiv, Federvini, Ente Risi, Agci Agroalimentare, Fruitimprese, Unaitalia e Fedagripesca-Confcoop. Šefčovič, ieri, aveva spiegato che “stiamo spingendo per l’esenzione per vino e alcolici dal dazio del 15%”. La preoccupazione per l’impatto dei dazi americani sulle imprese del vino, l’esigenza di accelerare i tempi di chiusura dei trattati di libero scambio con Mercosur e India sono state le principali istanze del presidente di Unione Italiana Vini (Uiv), Lamberto Frescobaldi, a Šefčovič, incontrato nei Ministeri dell’Agricoltura e degli Affari Esteri. “Auspichiamo che la forza della diplomazia - ha detto Frescobaldi - possa convincere l’amministrazione Trump a recedere dall’imposizione di tariffe al vino”. Per il vicepresidente Federvini, Piero Mastroberardino, “gli Stati Uniti restano un nostro partner insostituibile, un mercato da 2,5 miliardi di euro per i nostri tre comparti dei vini, degli spiriti e dell’aceto. È vitale mantenere un dialogo positivo ed un approccio costruttivo per ampliare l’elenco dei beni esenti da dazi”. Per Cristian Maretti, presidente Legacoop Agroalimentare, che ha parlato a nome di Alleanza delle Cooperative, “la priorità è arrivare al dazio zero per il vino”.
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L'Etna Doc verso la Docg già nel 2026?
Passi avanti per il passaggio di denominazione, da Doc a Docg, per i vini dell’Etna, iter partito nel 2023 e vicino ad una svolta. “I vini dell’Etna potrebbero avere la nuova denominazione Docg già in vigna nel 2026. Se il Ministero riceve le firme entro dicembre, l’avanzamento della procedura in tempi brevi è un obiettivo difficile, ma non irrealizzabile”. A dirlo, è stato il vice Capo di Gabinetto del Ministero dell’Agricoltura, Patrizio D’Andrea, ospite, ieri a Catania, del convegno “Opportunità e strumenti per la crescita del sistema Etna Wine”, promosso da Mada Vinea. La richiesta deve essere “sostenuta dal 51% dei produttori che rappresentino anche il 51% della superficie coinvolta”  ha aggiunto D’Andrea. Lo scopo, come ha spiegato il consigliere del Consorzio Etna Doc, Marco Nicolosi, è “centrare l’obiettivo per la prossima vendemmia”.
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Focus
I vini pregiati, tra gusti che cambiano e sfide per il futuro
Il mondo dei fine wine sta cambiando volto. Lo racconta anche il “London Fine Wine Trends Report”, pubblicato dal 67 Pall Mall, celeberrimo club del vino di Londra, per i suoi primi 10 anni, che parla di un pubblico evoluto, che privilegia autenticità, bevibilità e valore immediato rispetto al prestigio delle etichette storiche. In un contesto segnato da cambiamento climatico, aumento dei prezzi e sfiducia verso il sistema “en primeur”, infatti, si fanno avanti nuove tendenze: il boom dell’english sparkling wine (+79% dal 2015), l’ascesa del Sudafrica come regione emergente, la preferenza per vini con grado alcolico sotto il 14% e una crescente diffidenza verso i vini naturali. -I membri del club bevono meno, ma meglio, si affidano più alle community che ai critici, guardano con interesse a territori come Italia - i cui vini sono i più consumati negli ultimi 10 anni, con un’attenzione particolare per la Sicilia - Spagna, Inghilterra e Germania per il futuro, mentre regioni storiche come Bordeaux e Rodano mostrano segnali di flessione. Le preferenze vedono Pinot Noir e Chardonnay come i vitigni più amati (ma anche Cabernet Sauvignon e Nebbiolo, e Riesling e Chenin Blanc), con Borgogna (14,1%), Bordeaux (12,7%), Champagne (9,6%) e Toscana (8%) in testa per gli acquisti destinati al consumo domestico.
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Cronaca
Ad Hong Kong l’hotel n. 1 al mondo
É il Rosewood Hong Kong il miglior hotel al mondo, secondo la prestigiosa classifica “The World’s 50 Best Hotels” 2025. Il Passalacqua, sul Lago di Como, si piazza al n. 4 (nel 2023 era al n. 1), aggiudicandosi anche il premio di “Best Boutique Hotel”. Nel ranking altri 3 indirizzi del Belpaese: Four Seasons Firenze (n. 9), Bulgari Roma (n. 22) e Hotel Il Pellicano (n. 26). L’edizione n. 3 dei “The World’s 50 Best Hotels” è stata svelata a Londra, con Ferrari, cantina del gruppo Lunelli, protagonista dei brindisi ufficiali con i suoi Trendoc.
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Wine & Food
“Il cibo non è solo nutrimento: è ponte e memoria, perché a tavola le distanze si annullano”
“La “Giornata dei Defunti”, il 2 novembre, nella tradizione italiana, segue un doppio binario: da un lato la visita ai cimiteri, l’accensione di lumini, la preghiera; dall’altro, un insieme ricco di usanze alimentari che rivelano il rapporto complesso e ritualizzato tra vivi e morti. Il cibo non è solo nutrimento: è ponte, segno, memoria, perché notoriamente a tavola le distanze si annullano”. Parole del professor Gianni Moriani, storico della cucina e del paesaggio agrario italiani, con il quale ci confrontiamo spesso sul valore e la bellezza dei territori del vino e del cibo italiani, e del quale riceviamo e volentieri pubblichiamo l’intervento “A tavola, memoria e simboli, nel giorno dei morti”. Dove anche il bere entra nel rituale, perché “un bicchiere di vino fuori dalla porta o accanto alla tavola serviva come offerta alle anime in visita”.
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WineNews.tv
Un nuovo capitolo per l’Oltrepò Pavese: dal marchio “Classese” al nuovo disciplinare
A WineNews, le voci dei vertici del Consorzio Vini Oltrepò Pavese, da Francesca Seralvo (presidente) a Riccardo Binda (direttore), e dei suoi produttori, con Ottavia Giorgi di Vistarino (Conte Vistarino), con Roberto “il Parods” Parodi (scrittore e giornalista), e Gian Marco Centinaio (vice presidente del Senato della Repubblica, e già Ministro dell’Agricoltura), raccontano questo “piccolo grande” territorio e la sua visione per il futuro: qualità in bottiglia e riconoscibilità grazie ad una comunicazione efficace. 
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