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N. 4.356 - ore 17:00 - Mercoledì 26 Novembre 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Un nuovo stanziamento da 130 milioni di euro per finanziare l’estirpazione definitiva dei vigneti per riequilibrare l’offerta e ripristinare la redditività delle aziende agricole in difficoltà nelle regioni più vulnerabili; la proroga al 2026 dei prestiti strutturali garantiti al 70% da BpiFrance; sgravi contributivi per la previdenza sociale e per mobilitare la riserva di crisi europea, in particolare per finanziare la distillazione di crisi delle eccedenze non commercializzabili. Questi i pilastri del piano nazionale per uscire dalla crisi, dedicato al settore vitivinicolo francese, annunciato dal Ministro dell’Agricoltura, Annie Genevard. | |
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| | La critica enoica americana incorona, ancora una volta, il vino italiano: sono 21 le etichette del Belpaese nella “The Enthusiast 100” 2025, la classifica dei migliori assaggi in assoluto della rivista Usa, tra cui il n. 1, lo Stilèma Taurasi Riserva 2018 della griffe campana Mastroberardino, “accompagnato”, in “Top 10”, dal mostro sacro Sassicaia della Tenuta San Guido, con l’annata 2022, al n. 4, e dal Brunello di Montalcino 2020 di Poggio di Sotto, del gruppo ColleMassari, e tra i riferimenti stilistici del territorio, al n. 10. Scorrendo la lista, per l’Italia, ecco il Redigaffi 2021 della celebre Tua Rita, al n. 16, seguito da un altro must di Montalcino, come il Brunello Vigna del Suolo 2019 di Argiano, al n. 18. Si resta ancora sul territorio, poi, con il Brunello di Montalcino Capriolo Riserva 2019 di Terre Nere, al n. 26, mentre al n. 30 c’è Banfi, ma con il Chianti Classico Riserva 2019. Ancora, posizione n. 32, per il Barolo Albe 2021 di G.D. Vajra, mentre al n. 34 è ancora Piemonte, ma con il peculaire Verduno Pelaverga 2023 di Diego Morra. Al n. 36 si torna in Toscana con un altro nome storico del suo territorio, Salvioni, con il Brunello di Montalcino 2019, mentre si vola in un fazzoletto di terra delle Langhe, ovvero il Cru di Barolo Monvigliero, con una singolare doppietta, visto che, entrambi con l’annata 2021, ci sono le versioni firmate da Vietti, al n. 38, e da Fratelli Alessandria, al n. 40. Al n. 41, ancora il gruppo ColleMassari, che fa così doppietta con il Bolgheri Rosso 2023 di Grattamacco, mentre al n. 53 c’è uno dei Supertuscan storici, il Vigorello Igt Toscana 2020 di San Felice, e, al n. 54, c’è un’altra gemma di Montalcino, ovvero il Brunello Vigna Montosoli 2019 di Altesino. Al n. 58 si vola nel grande territorio rossista del Veneto, con l’Amarone della Valpolicella Famiglia Pasqua 2019 di Pasqua, al n. 58, mentre si sale in montagna con il Trentodoc Rosè Extra Brut 2019 di Moser, al n. 71. A chiudere la classifica, per gli italiani, ancora Il Blu Igt Toscana 2021 della griffe Brancaia, al n. 74, il Chianti Classico Gran Selezione Vigneto di Campolungo 2020 di Lamole di Lamole (Herita Marzotto Wine Estates), al n. 85, l’Alto Adige Schweizer 2021 di Franz Haas, al n. 9, ed il Trentodoc Brut Nature 2020 di Rotari (del gruppo Mezzacorona), al n. 94.
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| | Un gioiello chiamato Dop Economy dal valore di 20,7 miliardi di euro alla produzione nel 2024 (+3,5% su base annua, e +25% sul 2020). È la fotografia scattata dal Rapporto Ismea-Qualivita 2025: per il quarto anno consecutivo prosegue l’aumento del comparto cibo che con un +7,7% supera i 9,6 miliardi di euro con il vino stabile a 11 miliardi di euro. Ottimi i risultati dell’export dei prodotti Dop e Igp, che nel 2024 raggiunge 12,3 miliardi di euro (+8,2%), grazie al “doppio record” del settore cibo (sopra i 5 miliardi di euro) e del settore vino (per la prima volta oltre 7 miliardi di euro), con quest’ultimo che, a livello di Ig, rappresenta l’88% dell’export complessivo vinicolo italiano. Tra le prime 15 Dop e Igp del vino (vedi approfondimento), seppur con percentuali diverse, però, 7 registrano un aumento, e 8 un calo su base annua. | |
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| | | Se la strategia per superare i numerosi cambiamenti che stanno investendo il settore del vino è l’adattamento, il Consorzio del Pinot Grigio delle Venezie ha intrapreso - da tempo - una strada decisa: da un lato, la sperimentazione sull’“effetto che fa” il blend Pinot Grigio - varietà resistenti (Piwi) al 10%, in vista e oltre il superamento del loro divieto nelle denominazioni nel Testo Unico; dall’altro, la ricerca in vigneto e in cantina, applicando protocolli specifici, per produrre un Pinot Grigio a bassa gradazione naturale, partendo dalla vigna. Il tutto in un progetto di ricerca, promosso dal Consorzio guidato da Luca Rigotti, e condiviso con il Crea-Ve Università di Padova, Veneto Agricoltura, Fondazione Edmund Mach e Vcr Research Center. Questa la traiettoria che traccia il futuro del Pinot Grigio delle Venezie - tra cambiamento climatico, ancoraggio al territorio e all’identità del prodotto, ed innovazione - indicata nel Congresso del Consorzio Doc delle Venezie, a Trento, nei giorni scorsi. Una traiettoria che ha un peso importante considerando che il Pinot Grigio delle Venezie è una delle realtà più ampie d’Europa - con 27.000 ettari vitati e 1,7 milioni di ettolitri imbottigliati nel 2024 - ed un modello di integrazione interregionale che unisce Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Provincia Autonoma di Trento. | |
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| | | Il Monti Lessini è ufficialmente la nuova Doc al Metodo Classico del territorio compreso tra le province di Verona e Vicenza. A base di uve dell’autoctona Durella, sarà l’unica Doc veneta dedicata esclusivamente alla produzione di Metodo Classico, mentre gli spumanti Charmat manterranno la dicitura, preesistente, Lessini Durello. In uno scenario, quello delle bollicine, dove territorio e vitigno fanno la differenza, come ha raccontato la ricerca di Nomisma Wine Monitor per il Consorzio del Lessini Durello, nei giorni scorsi, a “Durello & Friends” 2025. | |
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| | A quasi dieci giorni dall’ondata di maltempo che ha colpito il Collio, con alluvioni e frane che hanno causato due vittime, la tragedia più grande, anche il mondo del vino di un territorio importante e in fase di forte rilancio, e che fa dell’unicità del suo paesaggio uno dei punti di forza, e che sembrava in un primo momento essere colpito in maniera non troppo dura, mette a fuoco una fotografia più chiara e dai contorni un po’ più pesanti. “Presto lanceremo anche un conto corrente per raccogliere fondi a sostegno delle aziende danneggiate - racconta, a WineNews, la direttrice del Consorzio dei Vini del Collio, Lavinia Zamaro - ma rispetto ad un primo sguardo stiamo facendo la stima dei danni ai vigneti, e ce ne sono tanti più o meno colpiti, soprattutto nelle zone di Cormòns, Brazzano (dove si trova anche Borgo del Tiglio, l’azienda più colpita in assoluto, ndr) e Dolegna del Collio”. | |
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| | | Nei giorni della “Cop 30” di Belem, in Brasile, nel “Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti” by Fivi, a BolognaFiere, si è discusso di cambiamenti climatici e di processi di mitigazione e adattamento. E Winenews ha raccolto le voci di Rita Babini, presidente Fivi, dei produttori Michele Antonio Fino dell’Azienda Cascina Melognis, Matilde Poggi de “Le Fraghe”, Carmela Pupillo (Pupillo), Emanuele Pelizzatti Perego (Arpepe) e Camillo Favaro (Favaro-Le Chiusure) e di Gabriele Valota, enologo e responsabile Comitato Giovani Assoenologi (credit: Luca Rivera). | |
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