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WineNews
N. 4.366 - ore 17:00 - Giovedì 11 Dicembre 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti,
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La News
Ste. Michelle Wine Estates passa ai Wyckoff
Il produttore “big” dello Stato di Washington cambia proprietario. Si tratta di Ste. Michelle Wine Estates, uno dei nomi storici e più importanti del vino made in Usa. La famiglia Wyckoff, proprietaria di aziende agroalimentari di terza generazione con sede nella Yakima Valley, nello stato di Washington, ha annunciato l’acquisizione di Ste. Michelle Wine Estates. La notizia è stata ufficializzata ed è la prima volta in oltre 50 anni che Ste. Michelle sarà di proprietà di una società privata, e non di un fondo. L’acquisizione include tutti i marchi vinicoli, le strutture e i vigneti di Ste. Michelle nello stato di Washington.
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Primo Piano
“Liv-Ex Power 100” 2025: Tenuta San Guido n. 2, per l’Italia 20 brand in classifica
Uno dei miti di Bordeaux, Cheval Blanc, al n. 1 assoluto, la Tenuta San Guido, icona di Bolgheri con il suo Sassicaia, che sale al n. 2, e Domaine Laflaive, uno dei gioielli più luminosi della Borgogna, al n. 3: ecco il podio della Liv-Ex Power 100, la classifica dei vini più “forti” sul mercato dei fine wines monitorato dalla piattaforma londinese Liv-Ex, analizzata da WineNews, e realizzata guardando le performance del prezzo anno su anno, le performance di trading su Liv-ex (per valore e volume), il numero di vini e annate commercializzate e il prezzo medio dei vini di un marchio. La Borgogna resta la regione più rappresentata con 29 marchi, davanti a Bordeaux con 27, e all’Italia con 20. Soprattutto Supertuscan e produttori delle Langhe e del Barolo, anche per riflesso di una domanda che su altre denominazioni importanti, come Brunello di Montalcino e Chianti Classico, nel top di gamma, si è un po’ “raffreddata” a causa delle difficoltà sul mercato Usa, sottolinea il Liv-Ex. E così, guardando ai vini italiani, ecco un nome antologico delle Langhe come Gaja, al n. 11, seguito, tra gli italiani, dai due gioielli bolgheresi oggi del Gruppo Frescobaldi, Ornellaia (n. 17) e Masseto (n. 21). Posizione n. 23 per la “casa” del mitico Barolo Monfortino, Giacomo Conterno, mentre al n. 27 c’è l’unico italiano non toscano o piemontese, ovvero Quintarelli, icona dell’Amarone della Valpolicella, dal Veneto. Posizione n. 31 per uno dei grandi classici di casa Antinori, invece, il Tignanello, seguito al n. 41 dall’altro gioiello della storica famiglia fiorentina, il Solaia, con i due “separati” da uno dei riferimenti delle Langhe, Comm. G.B. Burlotto, al n. 37. Posizione n. 53, invece, per un altro nome top della Toscana, come Montevertine, mentre si torna in Piemonte, sia al n. 65, con i Produttori del Barbaresco, che al n. 66, con Bruno Giacosa. Posizione n. 72 per il primo alfiere del Brunello di Montalcino, Biondi Santi, oggi della famiglia francese Descours (Gruppo Epi) condotta da Giampiero Bertolini, davanti ad un’altra icona del territorio come Il Marroneto, al n. 79. Poi si torna nelle Langhe, con la storica Giuseppe Rinaldi, al n. 81, e Roagna, al n. 87, e poi ancora a Montalcino, con Soldera Case Basse al n. 91, e Valdicava al n. 92, e, infine, di nuovo in terra di Barolo, con Vietti e Bartolo Mascarello al n. 94 e 95.
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Lollobrigida, “2025 positivo”
Sono numeri record quelli elencati, con orgoglio, dal Ministro dell’Agricoltura e Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida, nella conferenza stampa di fine anno, al Ministero, a Roma, nel giorno che ha preceduto il trionfale annuncio del riconoscimento della “Cucina Italiana a Patrimonio Unesco”. “Nel 2025 abbiamo aumentato le risorse finanziarie a sostegno dell’agricoltura. Siamo arrivati al record, in tre anni, di 15 miliardi di euro, cifra mai vista in passato”, ha sottolineato il Ministro. “E, di questi risultati straordinari, il primo tra tutti è il reddito degli agricoltori, perché è la cosa più importante e da valutare nel contesto di carattere generale. Non è mai sufficiente un risultato su questo, ma se tu hai una media europea di crescita del reddito degli agricoltori di 1,8% e vai al 9,2%, significa che hai fatto un lavoro prezioso, e sono i dati Istat a certificarlo”.
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Focus
Prezzi, popolarità e fiducia: tutti i numeri dello Champagne
Negli ultimi 3 anni, in termini di variazione di prezzo, lo Champagne (rispetto a Borgogna e Bordeaux, ma anche Piemonte e Toscana) è quello che ha sofferto di meno, ma allo stesso tempo ha registrato anche la crescita complessiva più bassa in popolarità e con il maggior calo di fiducia da parte del trade. Nonostante questo resta il territorio più cercato su Google, con il picco che si registra solitamente a dicembre sottolineando la sua associazione con i brindisi e le festività. A dirlo è lo “Champagne Study 2025: In victory and defeat” realizzato da Wine Lister, una fotografia “ettaro per ettaro” delle bollicine-icona mondiale tra prezzi, punteggi, popolarità e produttori con i migliori numeri: sono in totale 55 quelli analizzati, summa di 26 grandi griffe, 18 maison e 11 récoltant. Evidenziando come la fascia di prezzo più popolare sia quella tra 114 e 172 euro (dove vi si collocano 15 bottiglie) e che Clos d’Ambonnay di Krug e il Millésimé di Jacques Selosse hanno il prezzo medio più alto (rispettivamente 2.650 e 1.757 euro). Con Krug, Dom Pérignon e Jacques Selosse che hanno il maggior numero di bottiglie con i punteggi più alti; che le 5 aziende più popolari sono tutte possedute da Lvmh; e anche che Krug è il grande marchio dello Champagne con la valutazione di fiducia riposta più alta dal mondo dei fine wines.
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Cronaca
Film da Oscar per Cucinelli
Una vita talmente ricca, intensa e sfaccettata, con ripercussioni non solo sul mondo del lavoro, ma anche sulla società e sull’etica, da meritare di essere raccontata in un film: la storia al cinema di Brunello Cucinelli - imprenditore umanista, filosofo, produttore di vino - porta la firma di due premi Oscar, il regista Giuseppe Tornatore ed il compositore Nicola Piovani (che firma le musiche). Il documentario “Brunello, il Visionario Garbato”, nelle sale il 9, 10 e 11 dicembre, ripercorre la sua vita, dall’infanzia al successo internazionale.
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Wine & Food
Protezione di produzioni agricole e redditi degli agricoltori: Confagricoltura chiama Ue
“Ora più che mai dobbiamo fare squadra con tutta la filiera agroalimentare, che ha già ottenuto risultati straordinari, grazie anche all’impegno delle nostre istituzioni, e che può dare ancora di più se supportata da una visione ambiziosa. Serve uno sforzo a livello europeo per proteggere le produzioni agricole. Sforzo che si traduce in una Politica agricola comune adeguata ai tempi e alla necessità di garantire stabilità economica, sicurezza alimentare, reddito alle imprese. All’Europa non chiediamo solo regole, ma una visione nuova, che unisca sostenibilità e reddito, sicurezza alimentare e transizione energetica, innovazione e lavoro di qualità. Per costruire questa Europa serve un’alleanza nuova. Agricoltori, finanza, energia, previdenza, assicurazioni, lavoro, ambiente”. È il messaggio del presidente Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, ieri in assemblea a Roma.
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WineNews.tv
Un “brindisi” alla Cucina Italiana Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità Unesco
Già lo era “di fatto”, ma dal 10 dicembre 2025, la Cucina Italiana è ufficialmente Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità Unesco, un riconoscimento di grande valore per l’Italia e per il mondo dell’enogastronomia. WineNews ripercorre una “giornata storica” con il video messaggio che ci ha inviato da Nuova Delhi, in India, Maddalena Fossati, presidente del Comitato promotore della candidatura, e le parole, da Roma, dei Ministri dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida e della Cultura Alessandro Giuli, con il Colosseo illuminato con il tricolore sullo sfondo.
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