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WineNews
N. 4.175 - ore 17:00 - Lunedì 17 Marzo 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti,
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La News
Cabernet Sauvignon o Chardonnay?
Se il cambiamento climatico imporrà di coltivare viti più resistenti a caldo e siccità, le Università di San Diego e della California hanno studiato come due delle varietà più importanti al mondo, come Cabernet Sauvignon e Chardonnay, rispondono a stress idrico e a un livello di Co2 elevato. Entrambi hanno migliorato l’efficienza nell’uso di acqua in condizioni di stress da Co2 e siccità, ma il Cabernet ha mostrato più resilienza, mantenendo un’iWue (efficienza intrinseca) più elevata e prestazioni fotosintetiche più stabili: in sostanza, il baluardo di Bordeaux sembra più adatto a sopportare un futuro con meno acqua e livelli di Co2 più elevati del bianco di Borgogna.
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Primo Piano
I distributori tedeschi trainati dal vino italiano. Eggers & Franke si conferma leader
I fatturati dei distributori di vino della Germania sono in media cresciuti nel 2024, nonostante le difficoltà dell’annata, e gran merito va anche all’Italia. Lo Stivale del resto ha nel paese teutonico il miglior mercato europeo in termini di export e non a caso infatti, tre delle quattro aziende che sono cresciute di più - sulle 10 analizzate dalla rivista tedesca Meininger’s - hanno un portfolio italiano molto forte: Eggers & Franke (dove il vino tricolore vale il 47%), Schenk (gruppo internazionale che possiede cantine in tutta Europa e non solo, con Schenk Italian Wineries, ndr, 53%) e ovviamente Saffer, che dedica il 90% del suo catalogo all’Italia. Secondo i dati di Nielsen Iq, i vini del Belpaese sono stati tra i pochi negli ultimi due anni capace di crescere sia in volume che nei ricavi, spiega Meininger’s. Ma l’Italia da sola non basta e molti distributori tedeschi concordano sulla necessità di investire di più nel marketing dei propri vini, anche per supportare coloro che poi sono in prima linea nella vendita. Tutti temi peraltro approfonditi da WineNews in questi giorni a ProWein. Eggers & Franke si è confermata azienda leader anche quest’anno: con un fatturato di 368 milioni di euro (+1,4% rispetto al 2023), il distributore con sede a Brema genera l’80% del suo business in Gdo, mentre il restante 20% proviene dal fuori casa. “Il nostro portfolio è molto equilibrato e ha avuto performance positive rispetto alla categoria - ha detto il dg Jens Gardthausen - e il Primitivo continua a crescere”, andando a confermare come le performance migliori arrivino dai vini del Sud Italia con Puglia, Molise e Abruzzo in testa. Anche il secondo posto è rimasto invariato e a presidiarlo c’è Mack & Schühle con un fatturato di 200 milioni di euro, con il prezioso contribuito anche delle filiali estere in Italia e Stati Uniti. Una crescita che viene attribuita ai continui investimenti nel settore on-trade e all’acquisizione di marchi forti come “Novantaceppi”, “Oleada”, “La Vieille Ferme” e “Apothic”. Terzo gradino del podio per Hawesko Holding - Wein Wolf, che ha generato 198 milioni di euro. Quarta è Schenk (+5,56%), quinto il Gruppo Schlumberger, balzo al sesto posto per Saffer Wein davanti a Peter Riegel, ottavo, nono e decimo rispettivamente Weinkontor Freund, Global Wine e Herzberger.
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Castel fa i conti con un “mercato in declino”
“Adieu” Castel Rhône. Castel Frères, società commerciali di Castel, gruppo leader in Francia e n. 3 al mondo, con 350 milioni di bottiglie commercializzate all’anno e un fatturato, nel 2022, di 680 milioni di euro, ha rivelato un progetto di trasferimento delle attività di imbottigliamento del sito di Saint-Priest (Rodano) per distribuire la produzione ad altri siti dell’azienda entro fine 2025, a causa di “un mercato in declino strutturale, aggravato dalla situazione economica e geopolitica che ha portato al calo dei volumi venduti e ad una sovracapacità di produzione industriale, e con l’inizio del 2025 che conferma le tendenze passate”. Lo stabilimento supera i 400.000 ettolitri lavorati annualmente, per oltre 50 milioni di euro di fatturato, con i marchi Combes Saint-Sauveur, Héritage du Rhône, Montalcour e Bouquet du Comtat.
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Focus
“Mundus Vini” 2025: il vino italiano al top assoluto
Mezzacorona come “Best Italian Wine Producer 2025” e 19 “Grand Gold” su 73: dal Ben Ryé 2022 di Donnafugata al Chianti Classico Gran Selezione Radda Vigna Il Corno 2019 di Castello di Radda, dal Carpanè Corvina Veronese Igt 2019 di Scriani al Podere La Casotta Rosso di Toscana Igt 2019 e il Vin Santo del Chianti 2018 di Fattoria La Vialla, dal Salum 2022 di Cantine San Pancrazio all’Anniversary Montepulciano d’Abruzzo Riserva di Casal Thaulero, dal San Domenico 2020 di Triacca al Chianti Classico Baldero 2019 di Carus Vini, dal Brunello di Montalcino 2019 di Bottega all’Amarone della Valpolicella Riserva La Parte 2015 di Piccoli Daniela, dal Nero per Sempre 2019 di Agricola Pratello all’Ensis Taurasi 2016 di Vesevo, dal Barolo Monvigliero 2019 de I Brè al Verdicchio dei Castelli di Jesi Riserva Ammazzaconte 2022 di Conti di Buscareto, da La Firma 2018 ed il Sigillo 2017 di Cantine del Notaio all’Eremo Nero 2019 di Nativ e all’Eremus Rosso Verona Igt 2016 di Casetto Terre di Lago: è il bottino dell’Italia allo “Spring Tasting” 2025 by “Mundus Vini”, uno dei più grandi concorsi di vino al mondo, firmato dal gruppo Meininger, a ProWein 2025 a Düsserdolf. Con il Belpaese leader assoluto, con 930 medaglie complessive, davanti a Spagna (754), Portogallo (359), Francia (303) e Germania (223), con 468 ori su 2.089.
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Cronaca
Il rugby “celebra” il vino e la cucina italiani
In una sorta di “terzo tempo” speciale, dopo l’ultimo match del “Sei Nazioni” 2025, l’Irlanda del rugby ha brindato alla vittoria all’Olimpico a Roma su una grande Italia con il vino italiano, in una cena di gala organizzata dalla Federazione Italiana Rugby alle Corsie Sistine di Santo Spirito in Sassia, che, alla presenza del Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, ha celebrato la cucina italiana candidata all’Unesco, con gli Irlandesi e gli Azzurri dell’Italrugby, i piatti dello chef stellato Enrico Derflingher e i vini Banfi.
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Wine & Food
L’equilibrio tra salute e scelte alimentari (vino incluso), al centro di un congresso a Roma 
Un’opportunità unica per approfondire il complesso equilibrio tra salute, cultura e scelte alimentari, con un approccio scientifico rigoroso e basato su evidenze concrete: dal 26 al 28 marzo, a Roma, esperti di nutrizione, medicina e salute pubblica provenienti dalle più autorevoli istituzioni accademiche e di ricerca del mondo si confronteranno nel forum “Lifestyle, Diet, Wine & Health Congress”, edizione n. 2, promosso da Wine in Moderation (Wim), Wine Information Council (Wic) e Irvas (Istituto per la Ricerca sul Vino e la Salute). Il 26 marzo, la conferenza stampa di lancio - moderata dal giornalista Bruno Vespa - vedrà la partecipazione, tra gli altri, del Professor Attilio Giacosa (presidente Irvas), Ursula Fradera (Wine Information Council), Ramon Estruch (Department of Internal Medicine, Hospital Clínic Barcellona, Spagna) e Sandro Sartor (Wine in Moderation). 
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WineNews.tv
Il vino italiano più forte nell’export del calo di consumi e di scenari geopolitici difficili
Da Lucia Barzanò (Il Mosnel) ad Andrea Cecchi (Famiglia Cecchi), da Chiara Lungarotti (Lungarotti) a Emanuela Negro (Angelo Negro), da Elvira Bortolomiol (Bortolomiol) a Mamete Prevostini (Mamete Prevostini), da Angela Velenosi (Velenosi) a Roberto Bava (Giulio Cocchi) e Corrado Maurigi (Tasca d’Almerita): ecco le cantine italiane, da ProWein 2025, a Düsseldorf, che hanno analizzato con WineNews il record dell’export 2024 del vino italiano di 8,1 miliardi di euro (+5,5% sul 2023), nonostante calo di consumi e una geopolitica difficile, guardando al 2025.
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