Se questo messaggio non è visualizzato correttamente clicca qui |
N. 4.277 - ore 17:00 - Mercoledì 6 Agosto 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
|
|
| | | 1.104 vigneti (+74%), 4.841 ettari (+510% dal 2005) di cui 3.763 attivi; 238 cantine (+25%) presenti, 99 varietà di uva con lo Chardonnay in testa; ed ancora, una produzione da 10,7 milioni di bottiglie nel 2024, in calo sulle 21,6 del 2023, con il 69% che sono spumanti e il 31% vini fermi (dato in crescita); 9,1 milioni (+3%) di bottiglie vendute (6,2 milioni di sparkling), ed un export (+35%) che copre il 9% delle vendite (quelle dirette arrivano al 30%); e, poi, 3.300 occupati a tempo pieno e 13.000 stagionali. Sono i numeri del vino in Uk, in crescita, nell’Industry Report di luglio 2025 di WineGb, l’associazione nazionale dell’industria vinicola inglese e gallese. | |
|
| | Vendite in calo nella Gdo, Champagne compreso, ed export in frenata, pur restando in territorio positivo, ma solo in valore. Anche la Francia sta attraversando i suoi momenti complicati in questo inizio 2025. Ad “accendere le luci” sul primo quadrimestre dell’anno, per il comparto enoico, è FranceAgriMer che ha pubblicato la relazione economica di luglio 2025. Dove si legge anche che le vendite dei vini fermi francesi nei supermercati hanno “smosso” 3,4 milioni di ettolitri, per un fatturato di 1,8 miliardi di euro nel periodo che va dal 6 gennaio al 22 giugno 2025. Le vendite sono risultate in calo del 3% in volume sul 2024 (-8% sulla media triennale), e ugualmente in valore, con un ribasso che risente del rallentamento dell’inflazione: -2% sul 2024, ma -3% se confrontato con la media triennale. Tutte le categorie dei vini fermi diminuiscono in volume e solo i bianchi crescono in valore, sempre in riferimento alla media degli ultimi tre anni: i rossi fanno -13,3% in volume e -7,94% in valore, i bianchi -0,49% e +3,94, e i rosati -5,77% e -2,34%. In generale, i vini Igp francesi, di tutte le tipologie, sono calati tanto in volume (-3%) che in valore (-1%) sul 2024 (periodo gennaio-giugno). Gli spumanti nella grande distribuzione, nell’arco temporale tra il 6 gennaio e il 22 giugno, hanno generato vendite per 67 milioni di bottiglie, per un giro di affari da 534 milioni di euro (-1% in volume e in valore sul 2024). Lo Champagne, che continua a rappresentare il 40% delle vendite in valore, e “solo” il 12% in volume, nel periodo gennaio-giugno 2025 è calato del 20,32% in volume e dell’11,23% in valore sulla media degli ultimi tre anni. Da sottolineare la crescita del Prosecco in terra francese, a +10% in volume sullo stesso periodo dello scorso anno. Guardando ai mercati esteri, nei primi quattro mesi 2025, spiega ancora FranceAgriMer, le esportazioni dei vini francesi si sono ridotte in volume (-4%), ma non in valore (+2%) nel confronto con lo stesso periodo 2024, un dato che, come in Italia, risente del fenomeno delle “scorte precauzionali” dagli Stati Uniti, per proteggersi dai dazi che, una volta applicati, ad aprile, si sono ripercossi sui volumi di vendita. Il valore dell’export di vino francese è di 3,63 miliardi di euro (gennaio-aprile 2025) per 4,03 milioni di ettolitri spediti. Il prezzo medio è di 8,98 euro al litro, in forte aumento. | |
|
| | Un “viaggio” in 40 vini e in tre giorni per conoscere il vino italiano, partendo dalle basi con una panoramica sulle uve e sui vini italiani (tra cloni e biotipi, uve autoctone, alloctone e tradizionali) e sul concetto di terroir, poi un focus sui vini del Nord-Ovest, del Nord-Est, dell’Italia Centrale, Sud e delle Isole e, ancora, masterclass sul Brunello di Montalcino e sul Rosso, con visite ad aziende del territorio: è la “road map” del prossimo corso della “Ian D’Agata Wine Academy (Idwa)” in Europa, a Montalcino (17-20 novembre). Un corso di livello avanzato che prevede lo svolgimento delle classi nel prestigioso Private Members Cellar al Castiglion del Bosco wine resort. | |
|
| | | Diversificare i mercati è una strategia sempre valida, in particolare in questi tempi incerti. Giusto, quindi, non spegnere i riflettori nemmeno sulla Cina, nonostante il forte calo dei consumi nel Paese del Dragone. E il Chianti, la denominazione “pop” dei rossi della Toscana - una “galassia” di 2.200 produttori, oltre 13.600 ettari e 75 milioni di bottiglie vendute ogni anno - è sempre stato un pioniere nell’attenzionare i mercati di tutto il mondo, alla ricerca di nuove opportunità. Non a caso, è prevista una missione proprio in Cina per raccontare l’anima del Chianti Docg e intrecciarla con le cucine e le culture locali. È questo lo spirito della Chianti Academy 2025, il format di formazione firmato Consorzio Vino Chianti che toccherà quattro città-chiave del mercato cinese: Guangzhou (22-23 agosto), Shanghai (29-30 agosto), Chengdu (5-6 settembre) e Pechino (12-13 settembre) con lezioni frontali, degustazioni e momenti di confronto. “Il mercato cinese rappresenta per noi una sfida e una grande opportunità - dice Giovanni Busi, presidente Consorzio Vino Chianti - con la Chianti Academy vogliamo fare un passo in più rispetto alla semplice promozione: formiamo figure che possano diventare ambasciatori del nostro vino e raccontare la Toscana in modo autentico”. | |
|
| | | I primi grappoli, nel “continente enoico” che è la Sicilia, sono strati tagliati già a metà luglio, mentre gli ultimi, sull’Etna, finiranno in cantina da settembre inoltrato, se non ad ottobre. Eppure, ad oggi, le previsioni della vendemmia in Sicilia - la più lunga d’Italia, con una durata media di cento giorni - sono caute, ma trovano già riscontro nel lavoro dei tecnici e nel primo raccolto. E raccontano, in estrema sintesi, di “un ritorno alla normalità nei tempi, di un miglioramento della quantità sul 2024, e di una qualità che si preannuncia già ottima”. A dirlo, Assovini Sicilia. | |
|
| | Tra le ricchezze che compongono l’ampio e variegato portafoglio enogastronomico italiano, c’è sicuramente l’olio: l’Italia è il secondo esportatore mondiale con una quota del 20%. E, nel 2024, l’export dell’“oro verde” made in Italy ha toccato 3,09 miliardi di euro a valore (+42,6% sul 2023), per 344.000 tonnellate esportate (+6,8%). La riduzione del disavanzo commerciale (-84,3%) e un fatturato di 5,8 miliardi di euro, poi, hanno consolidato il ruolo del settore olivicolo nell’industria alimentare nazionale, come sottolinea Ismea nel “Report Tendenze - Olio di oliva”, aggiornato a luglio 2025. “Le performance sui mercati internazionali confermano la capacità del settore di generare valore e adattarsi - sottolinea Sergio Marchi, dg Ismea - mantenendo il legame con il territorio e guardando con fiducia alle nuove sfide”, tra cambiamenti climatici, fitopatie e calo dei volumi produttivi. | |
|
| | | A WineNews, Luigi Mundula, docente all'Università per Stranieri di Perugia, sul turismo Dop, incentrato su filiere Dop e Igp sotto la regia dei consorzi di tutela. Il target è “una fascia media o alta quanto a capacità di spesa e dai 35 anni di età in su. Ma, anche grazie a scuole e università, i giovani sono sempre più consapevoli e attenti a questo modello e preferiscono la qualità dell’esperienza alla durata”. Poi il divario tra Nord e Sud, di natura infrastrutturale. Il Meridione “ha potenzialità ancora inesplorate che aspettano solo di essere scoperte e valorizzate” (credit: Fondazione Qualivita). | |
|
|
|