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WineNews
N. 3.755 - ore 17:00 - Martedì 25 Luglio 2023 - Tiratura: 31.183 enonauti,
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La News
Addio, “monsieur” Chateau d’Yquem
Il mondo del vino saluta uno dei suoi grandi: si è spento in Francia, ad 89 anni compiuti, Alexandre de Lur Saluces, che, dal 1968 al 2004, ha guidato una cantina mito a livello planetario come Chateau d’Yquem, icona n. 1 del Sauternes (oggi del gruppo Lvmh), per tanti anni la “cantina di famiglia”, prima di dedicarsi, sempre all’amato Sauternes, al prestigioso Chateau de Fargues (anche questo di proprietà della sua famiglia dal 1472). “Per me è stato naturale prendere in mano Chateau d’Yquem”, aveva raccontato Alexandre de Lur Saluces a WineNews, in una intervista che ripercorre momenti difficili e successi dell’uomo che ha segnato la storia del Sauternes.
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Primo Piano
Frescobaldi, Antinori, Santa Margherita e Zonin 1821: quando gli italiani investono in Usa
Investire nel vino, nonostante le tante difficoltà legate ai cambiamenti climatici ed un mercato dei consumi sempre più complicato e competitivo, è ancora una buona idea, ed a dimostrarlo è prima di tutto il flusso di investimenti dall’estero, più o meno consistenti, che, negli ultimi anni, ha visto numerosi passaggi di mano nei più importanti territori del vino d’Italia, dalla Toscana alle Langhe. Al contemp,o sono cresciuti - sia dimensionalmente che nei fatturati - praticamente tutti i principali gruppi del vino del Belpaese, tra fusioni e nuove acquisizioni, facendone in molti casi player di caratura internazionale. Una dimensione raccontata non solo dalla nascita e dal rafforzamento di reti commerciali di proprietà dei grandi gruppi, tra Usa e Cina, ma anche dalla capacità di questi stessi gruppi di guardare proprio Oltreoceano, non solo in cerca di nuovi mercati o di nuovi partner, ma in veste di acquirenti. L’ultimo esempio è quello di Frescobaldi, che ha investito sulla Willamette Valley, nel cuore dell’Oregon, terra di grandi Pinot Nero, dove ha definito l’acquisizione della griffe Domaine Roy & fils. Un investimento che segue di poche settimane l’acquisizione dell’altra storica famiglia del vino toscano ed italiano, Antinori, che a maggio si è assicurata la piena proprietà della leggendaria Stag’s Leap Wine Cellars, in Napa Valley, dopo 16 anni di collaborazione con la prestigiosa azienda americana Ste. Michelle Wine Estates. Facendo un ulteriore salto indietro nel tempo, risale all’inizio del 2022 un’altra importante acquisizione, quella da parte di Santa Margherita, polo enoico tra i più prestigiosi del Belpaese, della famiglia Marzotto, attraverso il suo ramo operativo in America, Santa Margherita Usa, della Roco Winery, una delle cantine più prestigiose dell’Oregon. La prima pagina della breve storia che narra gli investimenti delle grandi aziende del vino italiano in Usa, però, è stata scritta molti anni fa, nel 1976, da Gianni Zonin, allora alla guida della Zonin 1821, che, pionieristicamente, dette forma al sogno del terzo presidente americano, Thomas Jefferson, che già due secoli prima aveva tentato di produrre vino nella sua terra natale, la Virginia. Qui, intorno alla villa palladiana risalente al 1821, Gianni Zonin ha fondato Barboursville Vineyards, azienda di 500 ettari, di cui 70 vitati.
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L’agricoltura devastata da grandine e caldo
Il Nord Italia è stato segnato da ben 44 tempeste di vento e grandine in un solo giorno, che hanno colpito città e campagne con danni incalcolabili, secondo l’analisi della Coldiretti su dati Eswd - European sever weather database. Le forti grandinate, con vere e proprie palle di ghiaccio, hanno colpito irrimediabilmente le produzioni di grano, ortaggi, barbabietole, frutta ed i vigneti, ma nella conta dei danni ci sono anche alberi divelti, serre distrutte e strutture agricole con tetti rovinati. A preoccupare le campagne è anche l’insopportabile ondata di caldo con il bollino rosso in 16 città del Centro e del Sud dove sta letteralmente “bruciando” la frutta e verdura nei campi, con ustioni che provocano la perdita del raccolto che in alcune aziende arrivano al 90%, dai peperoni ai meloni, dalle angurie all’uva, dai pomodori alle melanzane.
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Focus
Nelle “Spighe Verdi 2023” un’Italia sempre più green
Un’Italia più green parte dai singoli territori: sono 72 le località rurali “Spighe Verdi” 2023, il programma per lo sviluppo rurale sostenibile della Fee - Foundation for Environmental Education rivolto ai Comuni che vogliono valorizzare e investire sul proprio patrimonio rurale. Sono 12 i nuovi ingressi, 3 i Comuni non confermati, 14 le Regioni, dove le “Spighe Verdi” sono state assegnate. Il Piemonte ottiene il maggior numero di riconoscimenti, con 12 “Spighe Verde”, davanti a Toscana (9), Marche e Calabria (8). Tra gli indicatori presi in considerazione ci sono la partecipazione pubblica; l’educazione allo sviluppo sostenibile; il corretto uso del suolo; la presenza di produzioni agricole tipiche, la sostenibilità e l’innovazione in agricoltura; la qualità dell’offerta turistica; l’esistenza e il grado di funzionalità degli impianti di depurazione; la gestione dei rifiuti con particolare riguardo alla raccolta differenziata; la valorizzazione delle aree naturalistiche eventualmente presenti sul territorio e del paesaggio; la cura dell’arredo urbano; l’accessibilità per tutti senza limitazioni. “Riconoscere alle aree rurali, con le loro imprese, il ruolo centrale nella gestione dei territori e per la conservazione della natura e del paesaggio è doveroso e giusto”, ha commentato Massimiliano Giansanti, presidente Confagricoltura.
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Cronaca
L’olio di Selinunte
Dopo l’eccezionale scoperta dei resti dell’antico porto, che potrebbe riscrivere la storia della più importante colonia greca in Sicilia, Selinunte ha in serbo un’altra sorpresa: 1.500 olivi secolari della cultivar Nocellara del Belìce nei 18 ettari di oliveti tra i templi del Parco Archeologico più grande d’Europa, tornano a produrre olio extravergine bio, grazie all’azienda Centonze. Un nuovo progetto che fa rinascere l’agricoltura nei Parchi archeologici italiani, dalla Valle dei Templi di Agrigento a Mozia, da Pompei al Colosseo.
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Wine & Food
Dal menu Burger King al gelato con i glitter, la Barbie-mania contagia il food & beverage
É uno dei fenomeni di marketing più potenti degli ultimi anni: la Barbie-mania è letteralmente esplosa nel mondo, grazie al film diretto da Greta Gerwig e interpretato da Margot Robbie e Ryan Gosling. Accompagnata da un enorme battage pubblicitario, l’ondata pink ha colpito anche il mondo del food & beverage. Burger King ha lanciato un menu dedicato a Barbie (per ora solo in Brasile), Starbucks propone il Frappuccino di Barbie, e New York e Chicago sono stati inaugurati due ristoranti pop up, i “Malibu Barbie Cafè”. La catena di gelaterie Cold Stone Creamery ha lanciato un gelato dedicato alla bambola, e nelle Filippine Krispy Kreme Philippines ha creato una box limited edition con sei donuts. In Italia il Pastificio Di Martino propone, invece, la pasta di Barbie: dalle penne alle farfalle, passando per le letterine dell’alfabeto per i più piccoli, in uno speciale packaging in rosa.
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Alla scoperta della viticoltura di Svizzera, con i suoi autoctoni, e della Germania
A farci da guida, in due Paesi produttori che sono anche mercati tra i più importanti per l'Italia, è Stephan Reinhardt, firma di The Wine Advocate. “In Svizzera ci sono vitigni autoctoni interessanti, e vigneti fino a 1.000 metri, che danno vini interessantissimi. E la Germania non è solo Riesling o Pinot Nero. Il vino è un prodotto culturale, che porta alla scoperta dei territori, è un prodotto da consumare con calma, con lentezza, e dobbiamo comunicarlo meglio”.
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