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N. 3.518 - ore 17:00 - Lunedì 3 Ottobre 2022 - Tiratura: 31.127 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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La Sterlina debole sul Dollaro, un nuovo Governo e una nuova monarchia, l’inflazione a +10%. Eppure il Regno Unito resta un mercato fondamentale per il vino italiano, e tutto sommato in salute: nella prima metà del 2022 le importazioni hanno segnato un +23,18% sullo stesso periodo del 2021, per 378,8 milioni di euro. E da Londra riparte oggi il “Simply Italian Great Wines” della Iem - International Exhibition Management, con realtà cme Antinori, Ca’ del Bosco, Donnafugata, Jermann, Tasca d’Almerita, Tenuta Luce , Attems, Venturini Baldini e Tenuta Tomasella, solo per citarne qualcuna, ma anche il Consorzio del Lugana e non solo. |
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La grande siccità che ha messo in allarme quasi tutto il “vigneto Italia” fino a fine agosto, poi un sostanziale e sostanzioso recupero grazie alle piogge, che adesso, in vista delle conclusione della vendemmia 2022, sembrano addirittura troppo insistenti. Per un’annata positiva in qualità, non troppo scarsa in quantità, e comunque ben oltre le aspettative. È il quadro di sintesi che confermano, a WineNews, tanti produttori di primo piano del Belpaese (in approfondimento). Parla di uve belle e sane in cantina, in attesa di giudicare mosti e vini, Clemens Lageder, alla guida di Alois Lageder, in Alto Adige. Mentre dal Piemonte, e soprattutto dalle Langhe, Alberto Chiarlo (Michele Chiarlo) e Franco Alessio (Pio Cesare), raccontano di una vendemmia non troppo scarsa, e molto buona in qualità, soprattutto per il Nebbiolo. Positiva l’annata, soprattutto in qualità, anche in terra di Prosecco, dove nella Docg si sconta un -15% in volume, e una tenuta sul 2021 nella Doc, per Domenico Scimone, ad della Carpenè Malvolti, mentre dopo aver superato un’estate difficile, in Valpolicella, l’attenzione tutta rivolta all’appassimento, dice Alessandra Boscaini di Masi Agricola. Vendemmia oltre le aspettative per i bianchi, Verdicchio in testa, e sorprendente per i rossi, che stanno finendo di essere raccolti, nelle Marche, secondo Michele Bernetti (Umani Ronchi. così come in Umbria, racconta Chiara Lungarotti (Lungarotti) da Torgiano, mentre si attende ancora un po’ per la maturazione ideale del Sagrantino a Montefalco. Vendemmia quasi chiusa anche in Toscana, dove è positivo il sentiment di Alessia Antinori (Marchesi Antinori) e Giovanni Folonari (Tenute Giovanni e Ambrogio Folonari) tra Chianti Classico, Montalcino, Montepulciano, Bolgheri e Maremma, così come di Santiago Marone Cinzano (Col d’Orcia). Vendemmia ancora a metà, ma decisamente positiva, in Puglia, in zona Castel del Monte, sottolinea Sebastiano De Corato (Rivera), mentre deve ancora partire, ma con attese positive, in Irpinia, secondo Piero Mastroberardino. Raccolta agli sgoccioli invece nelle Isole, tanto in Sardegna, come racconta Valentina Argiolas (Argiolas), che in Sicilia, sull’Etna, dicono Antonio Rallo (Donnafugata) e Tasca d’Almerita, che sorridono ad una vendemmia non generosa in volumi, ma che rende tutti felici per qualità. |
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È una questione di etichetta, non solo in Europa, ma anche in Australia e Nuova Zelanda, dove il vino, così come ogni altro alcolico in commercio, dovrà presto comunicare molte più informazioni di quanto non faccia oggi (seppure meno di quanto saranno presto costretti a fare i produttori di vino europei, ndr). Dal 31 luglio 2023, secondo la nuova regolamentazione dei due Paesi, ogni confezione di alcolico (sopra 1,15 gradi) messa in vendita al dettaglio dovrà riportare, sotto forma di messaggio di avvertimento o pittogramma, un’avvertenza sui pericoli del consumo di alcol per le donne in gravidanza. L’unica esclusione, e non potrebbe essere altrimenti, è per il servizio a bicchiere o in caraffa al bar o al ristorante. Un’altra novità, che però arriverà nel 2024, riguarda quindi l’indicazione in etichetta degli allergeni, che per il vino sono essenzialmente pesce, uova, latte e solfiti. |
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“La ricchezza di questa Nazione la fanno le imprese con i loro lavoratori, lo Stato deve metterle nella condizione di farlo. E dobbiamo restituire alla Nazione una strategia industriale che non può prescindere dagli elementi più identificativi, come l’agroalimentare. Ci sono tre grandi questioni: la sostenibilità, ed il comparto agricolo è quello che ci ha lavorato più di tutti, ma si è trovato spesso a fare i conti con un approccio ideologico assurdo che non ha aiutato né la produttività né la sostenibilità. La sostenibilità ambientale va difesa, ma insieme a quella sociale e quella economica, vogliamo difendere l’ambiente, ma con l’uomo dentro. C’è ovviamente il tema della protezione della qualità, del marchio, delle filiere, e ovviamente porteremo avanti con molta forza la battaglia contro il nutriscore e contro tutto quello che può nuocere ad un prodotto di eccellenza che garantisce anche la sicurezza alimentare. E poi la sovranità alimentare: è un tema centrale per la filiera agroalimentare. La grande sfida che Italia ed Europa hanno davanti è un approccio pragmatico e serio alle catene di approvvigionamento”. Sono alcuni dei passaggi del discorso di Giorgia Meloni, “premier in pectore”, che ha scelto l'agricoltura e Coldiretti per la sua prima uscita pubblica post elezioni (in approfondimento). |
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Zenato da Alberta Ferretti, Santa Margherita da Cova Montenapoleone, Antinori da Falconeri, Panerai e Valentino, Berlucchi da Fratelli Rossetti, Feudi di San Gregorio da Giuseppe Zanotti, Grappa Nonino da Hogan, Ferrari da Iwc, Zegna e Missoni , Leone de Castris da Ippolita, Tommasi da Morer, Bellavista da Venini, Ceretto da Bmw, Ca’ del Bosco da Giorgio Armani, Cecchi da Rubinacci, Bertani da Akris e non solo: da oggi al 9 ottobre, tra vino e alta moda, è di scena la “La Vendemmia di MonteNapoleone”, a Milano. |
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Continuano senza sosta le operazioni di acquisizione e fusione nel mondo del vino, e coinvolgono sempre più realtà di primissimo ordine. Come quella che, in queste ore, ha visto Artémis Domaines di François Pinault, che possiede mostri sacri del vino francese come Château Latour a Bordeaux, Clos de Tart in Borgogna, una quota dello Champagne Jaquesson, e Domaine Eisele Vineyard a Napa in California, acquisire ed incorporare la maggioranza di Maisons & Domaines Henriot, altro colosso transalpino, che possiede realtà di grande prestigio e storia come Maison Henriot in Champagne, Bouchard Père & Fils in Borgogna, Domaine William Fèvre, nello Chablis, e ancora Beaux Frères, in Oregon. “Una meravigliosa opportunità per riunire i tesori del nostro patrimonio vinicolo sotto la stessa bandiera”, ha dichiarato François Pinault, proprietario di Artémis Domaines. |
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Il rapporto tra calice e piatto secondo grandi chef “del” Piemonte, terra tra le più ricche di tradizione gastronomica, e tra le più amate al mondo, riuniti nei giorni scorsi tra i filari di Fontanafredda, griffe del Barolo. Le riflessioni di Ugo Alciati (Guido Ristorante), Walter Ferretto (Cascinale Nuovo), Giuseppe Lo Presti (Osteria Alborina), Stefano Sforza (Opera Torino), Vincenzo Barillà (Eragoffi), Francesco Marchese (Fre, Réva Resor), Alfonso Russo (Ventuno.1), Andrea Larossa (Larossa) e Antonio Romano (Spazio 7). |
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