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N. 3.148 - ore 17:00 - Lunedì 3 Maggio 2021 - Tiratura: 31.116 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Riparte l’Italia, riparte il turismo di prossimità, riaprono i musei del Belpaese. Dalle grandi gallerie d’arte, a quelli dedicati alla non meno importante cultura materiale che è patrimonio imprescindibile del made in Italy. E, dopo mesi di attesa, finalmente il Museo del Vino di Torgiano (Muvit) di Lungarotti, uno dei più importanti e belli d’Italia e del mondo, e il Museo dell’Olivo e dell’Olio (Moo), tornano ad accogliere i visitatori. Si riparte giovedì 6 maggio, nel pieno rispetto delle normative anti-Covid, per un viaggio nella storia del vino, attraverso 3.000 reperti, dall’antichità a Picasso. |
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Ripartenza bagnata, ripartenza fortunata. O almeno questo è l’augurio, implicito, di tutto il mondo della ristorazione e dell’accoglienza del Belpaese. Che, in questa prima settimana di riapertura, ha dovuto fare i conti con i limiti di un Decreto Legge nato come punto di incontro tra le necessità di un settore fermo da mesi e una situazione sanitaria ancora pericolante. La parola al mondo del vino e ai suoi protagonisti, che tra i vigneti più belli del Belpaese tornano, finalmente, ad accogliere turisti ed appassionati: da Martino De Rosa, alla guida del settore hospitaity del gruppo Terra Moretti, e quindi del Relais e Chateaux L’Albereta, a Enrico Viglierchio, ad Castello Banfi, che accoglie l’Hotel Il Borgo e il ristorante La Sala dei Grappoli, da Danilo Guerrini, direttore di Borgo San Felice e presidente della delegazione italiana di Relais & Châteaux, a Stefano Chiarlo, alla guida della griffe del Barolo Michele Chiarlo, cui fa capo Palás Cerequio. E ancora, Alessio Planeta, che in Sicilia, ramo hospitality, significa La Foresteria a Menfi e Palazzo Planeta a Palermo, Alberto Tasca, con 4 tenute sull’Isola, a partire da Capofaro, Matteo Bisol, direttore di Venissa, Wine Resort con ristorante stellato nell’isola di Mazzorbo, a Venezia, e Marilisa Allegrini, con la bellissima Villa della Torre in Valpolicella. Quindi Pierangelo Tommasi, alla guida della Tommasi Family Estates, con il wine hotel Villa Quaranta e il Caffè Dante, nel cuore di Verona, Enrico Chiavacci, direttore marketing di Marchesi Antinori e Responsabile del comparto ristorazione, che vanta il Rinuccio 1180, l’Osteria del Tasso, l’Osteria di Passignano, la Trattoria della Fonte, Cantinetta Antinori e Procacci, oltre al country resort Fonte de’ Medici, Giovanni Folonari, alla guida di Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, con l’ospitalità a Borgo del Cabreo, e Andrea Machetti, amministratore delegato di Mastrojanni, griffe del Brunello di Montalcino di Riccardo Illy, anche realais e ristorante tra i vigneti. Infine, Francesco Sorelli, responsabile della comunicazione di Ruffino, che ospita la “Locanda le Tre Rane”, l’Agriresort e la Bottega del Vino, e Ornella Venica, che nel Collio ha fatto dell’ospitalità un fiore all’occhiello di Venica & Venica. |
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“Vogliamo essere vicino alle fiere, al mondo del vino ed a Veronafiere, che, con Vinitaly, ha creato un brand a livello nazionale e internazionale che ha trasformato Verona nella capitale del vino”. A dirlo il Sottosegretario delle Politiche Agricole (con delega al vino), Gian Marco Centinaio, che oggi ha incontrato i vertici di Veronafiere, il vicepresidente Matteo Gelmetti ed il dg Giovanni Mantovani, dove si è parlato di ripartenza, con le diverse iniziative di Veronafiere, in calendario nei prossimi mesi (oltre che del Mu. Vin., il Museo del Vino che nascerà nelle ex Gallerie Mercatali, ndr). Da Operawine, tasting di Vinitaly con Wine Spectator, in programma il 19 giugno e Vinitaly Special Edition, con gli “Stati Generali del Vino”, dal 17 al 19 ottobre. “Un plauso a Veronafiere: bisogna ripartire e farlo nel modo migliore possibile. Il Ministero vuole esserci”, ha detto Centinaio. |
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La possibilità di accogliere i clienti solo negli spazi esterni taglia fuori una buona metà dei locali, mentre il coprifuoco alle 22 “uccide” l’orario della cena. Se il primo problema è particolarmente limitante per la ristorazione delle città, il secondo è un ostacolo insormontabile per tante strutture di campagna, comprese quelle ospitate dalle cantine delle griffe enoiche italiane. Che, spesso e volentieri, all’aspetto produttivo abbinano accoglienza, ristorazione e ospitalità. E se qualcuno ha già riaperto i battenti, altri scalpitano per poter tornare a dare il benvenuto a clienti e wine lovers. Per i primi tempi con il freno a mano tirato, e con l’incognita del maltempo, ma è un primo passo, un segnale di speranza, un inizio, specie in vista dell’estate. I dubbi sono molti, e i tempi certo non saranno brevi prima di rivedere americani e canadesi, i veri big spender dell’enoturismo internazionale. Ma, come raccontano imprenditori e manager del vino a WineNews (gli interventi nell’approfondimento), tra i ristoranti e le strutture delle cantine italiane, si respira un cauto ottimismo. Le prime prenotazioni iniziano ad arrivare, e c’è voglia di tornare a respirare normalità, rispettando ovviamente le debite distanze. In campagna, sì, ma anche in città, dove le griffe “apparecchiano” spesso tavole importanti. |
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La pandemia ha fatto irrompere il digitale sulla scena degli eventi del vino. Una strada che, almeno per un po’, alcuni continueranno a battere con convinzione, come farà l’Istituto Trentodoc, che tutela le “bollicine di montagna” ed la “Wine Region of The Year”, secondo il magazine Usa “Wine Enthusiast”, che il 10 maggio mette in scena il “Trentodoc Day”, evento interamente on line con tanti appuntamenti su Zoom, Facebook, Instagram e Clubhouse. Insieme all’Associazione Italiana Sommelier (Ais) e al Masters of Wine Institute. |
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L’orto è, da sempre, oltre che un luogo di produzione di cibo, anche un simbolo di rinascita, e di cura, della terra, dell’anima e della salute. E da oltre un decennio, infatti, l’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze, eccellenza italiana e una delle più antiche istituzioni dedicate alla cura, al ricovero e al benessere dell’infanzia, è pioniera anche nell’ortoterapia. E, con l’arrivo della primavera, grazie alla Fondazione Meyer, ha inaugurato il nuovo “ortogiardino”, dove i piccoli pazienti possono imparare i segreti del giardinaggio, con una serra per preparare le sementi nella stagione invernale e una pergola per i laboratori in quella estiva. Orto che in epoca di pandemia, tra restrizioni e lockdown, tanti italiani hanno riscoperto, visto che secondo un sondaggio di Coldiretti/Ixè, oggi oltre 4 persone su 10 (44%) coltivano frutta e verdura in giardini, terrazzi e orti urbani. |
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Dal Rinascimento all’arte contemporanea, un sodalizio longevo, quello tra cantine ed artisti, in un territorio che punta al riconoscimento Unesco. Con tanti casi celebri, da Castello di Ama per l’Arte Contemporanea a Pievasciata Borgo d’Arte Contemporanea, al Parco Sculture del Chianti, passando per iniziative come l’etichetta di artista di Nittardi, a cantine d’autore come Antinori nel Chianti Classico di Marco Casamonti, e tanto altro.
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