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N. 2.978 - ore 17:00 - Mercoledì 2 Settembre 2020 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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L’Italia piange Philippe Daverio, scomparso la scorsa notte, all’età di 71 anni. Critico d’arte, docente universitario, saggista, è stato soprattutto il divulgatore capace di raccontare l’arte sul piccolo schermo, con “Passepartout”, programma da lui condotto e ideato, avvicinando milioni di persone a quanto di bello custodisce il Belpaese. Senza mai perdere di vista il contesto attuale, in cui l’arte e la cultura si specchiano in continuazione, incontrandosi più e più volte nei capolavori del cibo e del vino, come lo stesso Daverio, negli anni, ha raccontato, in maniera sempre originale, a WineNews, tra pittura, scultura, letteratura, musica, cinema ...
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Con Philippe Daverio l’amicizia è iniziata nei primi anni del Duemila, quando il direttore Alessandro Regoli lo ha intervistato per la prima volta, gettando le basi di un rapporto durato fino ad oggi. Da allora, ricorda Alessandro Regoli, “ogni volta che abbiamo incrociato i nostri passi, ci siamo ritrovati a sorridere di come i luoghi in cui ci trovavamo fossero una piacevole sintesi delle nostre comuni passioni e professioni: il vino e l’arte. Quell’arte che uno dei più importanti storici italiani ha fatto conoscere al grande pubblico, grazie ad una cultura, come amava ripetere, “fatta di conoscenza delle cose ma anche di esperienze”, appassionando verso opere ed artisti più noti tra gli addetti ai lavori, con autorevolezza e simpatia. Ma con il mondo del vino che, con il moltiplicarsi dei nostri incontri da Verona a Gavi, da Bolgheri a Montalcino, dalla Valpolicella a Montefalco, da Siena a Milano, lo ha visto in questi anni sempre più un pragmatico divulgatore. Tutte occasioni in cui, con una gentilezza e cordialità non sempre facile da trovare tra i personaggi più conosciuti, si è concesso alle nostre interviste, soddisfacendo ogni nostra curiosità, davvero su tutto. Incontri, poi confronti e scambi di vedute, una volta spenti i microfoni, sulla cultura e sull’Italia, ricchi di stimoli e suggerimenti per comunicarle e raccontarle, e nei quali, mentre io rispondevo alle sue curiosità enoiche, mi ha insegnato ad apprezzare ancora di più l’arte, dall’antichità a quella contemporanea. Lo aspettavamo a Montalcino “felice di rivedere quei colli”, “misteri” della sua agenda permettendo, e dove, non solo per il Brunello, ma soprattutto interessato alle storie e all’arte del territorio, avremmo ancora una volta conversato di bellezza, con un grande intellettuale dei nostri tempi”. Quelle di Philippe Daverio, sono state vere e proprie perle, da tenere bene a mente. Come quando si prestò ad un gioco di associazione di idee tra i territori del vino italiano e le loro bellezze: un viaggio tra la Valpolicella e le sue ville ducali, Barolo e Cavour, Bolgheri e “La cavallina storna”, Montalcino e il rapporto tra l’uomo e la terra, il Chianti Classico e il giardino all’italiana, Montefalco e gli affreschi di Benozzo Gozzoli ...
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La vendemmia 2020 prenderà il via a giorni tra i filari del territorio di Conegliano e di Valdobbiadene. Dopo un anno dal clima mite, piuttosto secco e un’estate clemente, le indagini svolte in campo dai tecnici fanno intendere che, nonostante le difficoltà di questo 2020, la natura ha seguito il suo corso e la qualità nel calice sarà assicurata. Difficoltà che comunque il Conegliano Valdobbiadene sta superando senza grossi problemi, visto che, come ricorda Innocente Nardi, presidente del Consorzio, “nei primi 8 mesi 2020 le vendite del nostro prodotto registrano un -3,8%, che, nel panorama generale, si può definire un buon risultato, basti pensare al -40% del comparto della ristorazione, mentre il valore dell’uva e quello del vino sono rimasti gli stessi dello scorso anno, nonostante la speculazione dei mesi primaverili”. |
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Pegno rotativo su prodotti agricoli e alimentari Doc e Igp - vini, formaggi, salumi di alta qualità - a garanzia dei prestiti bancari: arriva la pubblicazione del decreto del Ministero delle Politiche Agricole che dà il via libera alla misura prevista dal Decreto Cura Italia, anticipata, nelle scorse settimane, da diversi Consorzi delle principali denominazioni del Belpaese. L’ultimo era stato il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, che ha firmato una convenzione con il Monte dei Paschi di Siena, sulla falsa riga di quella siglata dalla banca senese con il Consorzio del Vino Chianti Classico. A fine luglio, invece, era arrivato l’accordo tra Intesa Sanpaolo ed il Consorzio di Tutela Barolo e Barbaresco Alba Langhe Dogliani, e ancora prima il Consorzio del Brunello di Montalcino aveva firmato con Credem una convenzione per l’attivazione di una nuova linea di credito che già prevedeva prestiti garantiti dalle scorte di vino attraverso fondi rotativi. Fa storia a sé la case history della griffe del Brunello di Massimo Ferragamo, Castiglion del Bosco, che ha puntato con Banco Bpm su una sorta di “en primeur eno-finanziaria”: il vino resta in cantina a garanzia del credito, ma può essere venduto e rimpiazzato, in egual valore, previa certificazione di Valoritalia. |
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Secondo l’analisi della società internazionale di company reputation e ricerche di mercato Merco, in vetta al ranking delle 100 aziende con la migliore reputazione in Italia c’è Ferrero, brand leader del dolciario italiano. Al terzo posto Barilla, quindi, restando nel mondo dell’agroalimentare, Lavazza, Esselunga, Coca-Cola, Illy, Coop, Gruppo Campari, Heineken, Nestlè, Conad, Loacker, Danone, Mars, Ponti, Fabbri e Eataly, la catena di negozi dedicati all’eccellenza alimentare del Belpaese di Oscar Farinetti. |
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L’agroalimentare è l’unico settore che resiste all’emergenza Coronavirus, che ha fatto crollare i fatturati di tutti gli altri comparti del made in Italy, e diventa la prima ricchezza del Paese con 538 miliardi di euro di valore. Lo rivela un’analisi della Coldiretti, presentata al Cibus Forum 2020. Dai campi agli scaffali, la filiera agroalimentare garantisce 3,8 milioni di posti di lavoro e vale il 25% del Pil grazie all’attività, tra gli altri, di 740.000 aziende agricole, 70.000 industrie alimentari, oltre 330.000 realtà della ristorazione e 230.000 punti vendita al dettaglio. Una filiera che ha registrato una continua crescita dell’export, raggiungendo la cifra record di 44,6 miliardi di euro nel 2019. Quasi due terzi delle esportazioni agroalimentari sono diretti verso i Paesi Ue, dove il principale partner è la Germania, mentre fuori dai confini comunitari sono gli Stati Uniti il mercato di riferimento. |
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Se sui mercati persistono le difficoltà, la vendemmia sembra iniziare nel migliore dei modi, come racconta a WineNews la presidente FIVI “Per noi la vendemmia è un po’ il compimento di tutto ciò che è stato fatto nell’anno. Ho parlato già con molti vignaioli, da diversi territori d’Italia che hanno già cominciato la vendemmia, e devo dire che le uve sono molto belle, sembrano anche equilibrate. Come quantità alcune zone sono abbondanti, altre sono invece scarse: in alcuni casi, mi dicono, stanno raccogliendo la metà rispetto alle quantità dell’anno scorso”. |
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