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N. 3.991 - ore 17:00 - Mercoledì 26 Giugno 2024 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Dal prendersi cura delle vigne di molte delle aziende più importanti e prestigiose del mondo e d’Italia a “salire in cattedra” in una delle università più autorevoli del mondo come quella di Harvard: lo ha fatto Marco Simonit, creatore, con Pierpaolo Sirch, della “Simonit & Sirch Vine Master Pruners”, fra i relatori del “Vine to Mind: Decanting Wine’s Future with Data Science & AI”, che ha visto radunati a Boston luminari del mondo del vino, menti pionieristiche del mondo della ricerca, manager di grandi aziende vinicole. Cambiamento climatico, vigneti che si spostano a Nord e in altura al centro del suo intervento (in approfondimento). | |
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| | Delineare un approccio più moderno alla regolamentazione del mercato degli alcolici negli Stati Uniti, primo mercato del vino al mondo (con un valore stimato di 107 miliardi di dollari al consumo, per l’agenzia di ricerca di mercato BW166) e primo mercato del vino italiano (oltre 1,7 miliardi di euro nel 2023) avvicinandolo ai tempi di oggi e quindi ad un’industria che è anche tecnologia senza dimenticare le preoccupazioni attuali, ad iniziare da un consumo consapevole. Svecchiare un sistema in vigore ormai da 90 anni, nato in un clima ancora influenzato dal proibizionismo, è la proposta che viene dalla National Association of Wine Retailers (Nawr), associazione che rappresenta i rivenditori di alcolici fisici degli Stati Uniti, che operano su Internet, i club del vino e le case d’asta. Una “rivoluzione” probabilmente difficile da far passare (senza contare che le regolamentazioni interne variano poi da Stato a Stato, e in alcuni casi ci sono anche regimi di monopolio, ndr), ma che sarebbe copernicana, e che si fonda sul fatto che i principi alla base del sistema a “tre livelli” (“three tier system”) non affrontano le principali preoccupazioni economiche, sociali e politiche dell’America di oggi. Questo fa riferimento ad un meccanismo di distribuzione degli alcolici dove il produttore di alcol (il primo livello) vende il vino ad un distributore (il secondo livello) che a sua volta lo cede ad un rivenditore, che può essere, ad esempio, un negozio oppure un ristorante (il terzo livello). La figura dell’intermediario diventa quindi fondamentale, senza dimenticare che il vino che arriva da fuori dagli Stati Uniti (circa il 30% del mercato americano) deve tenere conto anche dell’importatore. Con costi, peraltro, che si moltiplicano molte volte dalla cantina allo scaffale. La National Association of Wine Retailers ha pubblicato un nuovo “libro bianco” (“Modernizing Alcohol Regulation”) dove sono stati identificati 4 punti per un sistema di regolamentazione dell’alcol: si va dall’incoraggiare un consumo responsabile al finanziare il Governo attraverso la riscossione efficiente delle accise; dall’incoraggiare un mercato competitivo e non discriminatorio per la vendita e la distribuzione al fornire ai consumatori un accesso equo al mercato dei prodotti alcolici. | |
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| | L’Italia guarda alle Olimpiadi di Parigi, e a medaglie a cui brindare. Magari con i vini selezionati per “Casa Italia” da LT Wine & Food Advisory by Lorenzo Tersi, con Luciano Ferraro (firma enoica e vicedirettore del quotidiano “Corriere della Sera”) e Valentina Fanti. 32 etichette (curiosità, nemmeno una bollicina, ndr), firmate da cantine come Zaccagnini, Fantini Group, Re Manfredi e Nino Negri (Giv), Librandi, Feudi di San Gregorio, Poderi dal Nespoli, Venturini Baldini, Torre Rosazza (Tenute del Leone Alato), Lunae Bosoni, Casale del Giglio, Sartarelli, Di Majo Norante, Damilano, Tormaresca (Antinori), Sella&Mosca (Terra Moretti), Cottanera, Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, Frescobaldi (anche con Tenuta Luce), Ruffino, Le Potazzine, Cantina di Bolzano, Mezzacorona, Villa Margon (Gruppo Lunelli), Caprai, Diesel Farm, Pasqua Vigneti & Cantine e Les Cretes. | |
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| | | 1.500 ettari racchiusi in 20 comuni e 133 contrade. Oggi l’omonimo Consorzio di tutela, che rappresenta il 90% del potenziale produttivo complessivo, riunisce 220 aziende per una produzione media annua di 6 milioni di bottiglie, di cui il 60% viene esportata, in particolare negli Stati Uniti, in Canada, Svizzera e Regno Unito. Intanto, mentre l’iter per ottenere la Docg è partito, si guarda anche al contenimento produttivo a sostegno della crescita qualitativa e del posizionamento della denominazione. Viene confermata, pertanto, la linea del Consorzio di tutela dei vini Etna Doc che, nell’assemblea dei soci, ha centrato l’obiettivo della coesione deliberando, all’unanimità, il rinnovo della strategia di gestione contingentata dell’iscrizione dei nuovi vigneti ad Etna Doc. Il Consorzio, guidato da Francesco Cambria (Cottanera) ha stabilito per il prossimo triennio (dall’1 agosto 2024 al 31 luglio 2027) il limite massimo di 50 ettari annuali di nuovi impianti iscrivibili alla Do. Ogni azienda potrà chiedere l’idoneità al Consorzio per un massimo di un ettaro all’anno e, se le richieste superassero il plafond, la superficie autorizzata alle aziende sarà ridotta proporzionalmente (in approfondimento). | |
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| | | C’è un luogo magico, in Umbria, in cui la vite viene coltivata da quasi mille anni: San Masseo, un monastero benedettino alle pendici di Assisi, da alcuni anni tornato alla vita dai monaci di Bose, che qui accolgono chiunque desideri trascorrere un periodo di pace, uomo o donna, credente o meno. Oggi i monaci coltivano personalmente, ed a volte con l’aiuto degli ospiti, due ettari di vigneti di Grechetto, varietà di Todi, e Merlot. Con i proventi della vendita delle bottiglie interamente destinati alla ristrutturazione del Monastero e all’accoglienza di pellegrini e viandanti. | |
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| | Non esiste ristorazione di qualità senza una carta dei vini di primo livello e viceversa, un aspetto ovviamente ben noto all’Italia che eccelle su entrambi i fronti. Ma c’è chi riesce a mettersi in mostra più di altri con “wine list” ricercate che soddisfano requisiti di valore, profondità e varietà. Lo si può vedere nel “Restaurant Award” by “Wine Spectator”, l’iconica rivista Usa che, dal 1981, premia le migliori wine list della ristorazione mondiale. Nei “Grand Award”, categoria più ambita, l’Italia conferma i nomi di Enoteca Pinchiorri di Firenze, La Pergola del Rome Cavalieri di Heinz Beck, Ristorante Cracco di Milano, La Ciau del Tornavento di Treiso, Antica Bottega del Vino di Verona, Il Poeta Contadino di Alberobello. Due le novità italiane per il “Best of Award of Excellence”: il ristorante “Cannavacciuolo Le Cattedrali” ad Asti e l’Osteria del Viandante a Rubiera (in approfondimento). | |
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| | | Dagli orti scolastici agli orti di comunità, dalla sostenibilità alla Pac, WineNews, a tu per tu, con Barbara Nappini, presidente Slow Food Italia a partire da un tema caro alla Chiocciola ed a noi: l’educazione alimentare, all’agricoltura ed ai suoi prodotti come il vino, che si fa, soprattutto, sul campo, e ad oltre 20 anni dall’avvio del primo orto didattico nelle scuole italiane, lo storico progetto di Slow Food si apre a tutti con la nascita degli “Orti di comunità''. Il cui messaggio va ben oltre il fazzoletto di terra, arrivando dritto al cuore della politica italiana ed europea. | |
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