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N. 3.847 - ore 17:00 - Lunedì 4 Dicembre 2023 - Tiratura: 31.211 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Dopo anni ruggenti, anche la grande Cina ha vissuto e sta vivendo un momento economico meno brillante del passato. Dinamica che si riflette anche nel vino, con le importazioni, soprattutto da Francia e Australia, che, dopo anni di boom a doppia cifra, hanno decisamente invertito la rotta. Soprattutto dall'Australia, che dopo i dazi del 218% introdotti nel 2021, per le misure anti-dumping volute da Pechino, ha visto le sue esportazioni verso la Cina passare da 1,2 miliardi di dollari a praticamente nulla. Ma ora, riporta l'agenzia Reuters, il Ministero del Commercio della Cina ha avviato ufficialmente una revisione dei dazi nei confronti dei vini australiani ... | |
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| | Se per l’inflazione sembra esserci un cambio di marcia, questo non riguarda i beni alimentari. Come sottolinea il rapporto annuale 2023 del Censis (arrivato all’edizione n. 53), “i dati sui prezzi al consumo confermano il tendenziale riassorbimento dell’inflazione, sebbene restino ancora alti i livelli di varie categorie di beni. L’inflazione acquisita per il 2023 è al 5,7%. Distanti da questo livello generale sono gli indici relativi ai beni alimentari nel complesso (8,6%). Lievita, quindi, il carrello della spesa, per il quale il dato acquisito per il 2023 è al 9,5%”. Dunque fare la spesa è un “sacrificio” per le tasche di tanti italiani. Come era già stato sottolineato, nei giorni scorsi, cambia il menù da portare a tavola per più di un italiano su tre, sulla scia di anni di incertezza economica (rapporto Coldiretti/Censis, “La guerra in tavola”). Il direttore generale Censis, Massimiliano Valerii, a WineNews aveva spiegato come “soltanto il 5% degli italiani si è accontentato di una qualità inferiore dei prodotti alimentari che vengono acquistati e portati in tavola. La maggior parte delle strategie per il contenimento del costo della spesa alimentare sono state soprattutto rispetto ai canali di acquisto e quindi in particolare il ricorso a promozioni, sconti, ma anche taglio degli sprechi”. Strategie che non hanno, comunque, intaccato la ricerca dell’italianità e della tracciabilità dei prodotti. Non ci sono buone notizie nemmeno per il versante occupazionale dell’agricoltura. Il Censis, nel Rapporto, sottolinea come, in generale, “siamo passati rapidamente dagli allarmi sugli elevati tassi di disoccupazione al record di occupati, mentre il sistema produttivo lamenta sempre più frequentemente la carenza di manodopera e di figure professionali”. Sui primi tre mesi 2023, “si sono ridotte le ore lavorate in tutti i settori produttivi” e in testa c’è proprio l’agricoltura con un -3,0%. E poi c’è un aspetto emotivo sempre più concreto: basti pensare che “l’84,0% degli italiani teme il clima impazzito, sempre più incontrollabile e ostile, causa della moltiplicazione delle catastrofi naturali, ogni anno più frequenti” e che “il 68,2% teme che in futuro patiremo la siccità per l’esaurimento delle risorse di acqua”. | |
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| | É possibile insegnare ai computer il senso del gusto? La risposta arriva da Ibm Research di Zurigo (la divisione di ricerca e sviluppo Ibm), con la creazione di HyperTaste, un “palato artificiale” in grado di assaggiare e valutare diversi tipi di bevande, a partire dal vino. Un piccolo device a forma di stick, da immergere a contatto con la sostanza da analizzare, che, grazie all’AI, ovvero l’Intelligenza Artificiale, è in grado di analizzare e definire la composizione di liquidi attraverso una “impronta digitale chimica”. Con HyperTaste bastano pochi minuti per capire la provenienza geografica di un vino, la tipologia dei vitigni, ma anche la sua analisi sensoriale: se ha difetti evidenti, se è troppo o poco acido, se i tannini sono duri o morbidi. Ma, per quanto addestrato, il palato artificiale non potrà mai sostituire l’esperienza umana. | |
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| | | E anche Leo Messi, uno dei più grandi, se non il più grande campione di calcio di tutti i tempi, con i suoi 8 palloni d’Oro (mai nessuno come lui), il Mondiale con l’Argentina ed altri innumerevoli titoli, ha la sua linea di vino. Prodotta da una realtà svizzera, ma con vini tutti italiani. Ecco, dunque, il “Lionel Wine Club” e la linea “Lionel Goat 10 Collections”. Nelle etichette di tutte le bottiglie troneggia l’effige del campione argentino, con i vini messi in bottiglia dalla “MM Winemaker SA”, società della famiglia Maci, con sede a Ginevra, in Svizzera, ma con un forte legame con la Puglia. I vini? Dal Prosecco, immancabile, al Negroamaro, dal Pinot Grigio al Nero d’Avola, dal Grillo allo Chardonnay, dal Primitivo al Syrah, dal Sauvignon al Merlot, spaziando tra Doc e Igt di Puglia, Veneto e Sicilia, con diverse linee, dalla Goat 10, dove i vini costano tra i 30 ed i 40 euro euro a bottiglia (iva esclusa) alla Titanium (110 euro a bottiglia), alla Diamond, di cui fanno parte un Taurasi Docg ed un Aglianico del Sannio, a 495 euro a bottiglia. Ad annunciare il lancio, sul suo profilo Instagram ufficiale, seguito da 493 milioni di persone, lo stesso Leo Messi: “Grazie @mmwinemaker per la favolosa collezione di vini “Lionel”. Siamo qui per alzare i calici e celebrare tutti i bei momenti. Salud para todos!”. | |
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| | | Ritrovare una nuova alleanza tra uomo e natura, basata sulla relazione e non sulla sopraffazione, a partire dal cibo, che è cultura, condivisione, piacere e l’elemento più potente che ci riconduce alla terra. È l’invito di “Terra Madre Salone del Gusto” 2024, il più importante “raduno” mondiale dedicato al cibo buono, pulito e giusto di Slow Food, Città di Torino e Regione Piemonte che celebra 20 anni dall’edizione n. 1, a Torino (Parco Dora, 26-30 settembre 2024), dove oggi è stato presentato, dando il via agli eventi “The Road to Terra Madre”. | |
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| | Dalla pasta alla pizza, dal pane al mondo vegetale, la storia della cucina italiana, parte essenziale della nostra cultura, è un percorso affascinante frutto di contaminazioni e identità sempre in trasformazione. Massimo Montanari, tra i massimi storici dell’alimentazione al mondo, ci accompagna in un viaggio lungo dieci secoli, dal Medioevo alla contemporaneità, per raccontare la storia dei cibi che rappresentano la fortunata tradizione gastronomica italiana nella nuova serie di Rai Cultura “L’Italia a tavola. Storia in una cultura”, in onda da stasera, 4 dicembre in Prima Visione su Rai Storia (ore 22:10). Nel primo appuntamento della serie - di Fabrizio Marini e Clemente Volpini, produttore esecutivo Roberta Sangermano, regia Fabrizio Marini - la pasta, uno dei piatti simbolo dell’identità gastronomica italiana. | |
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| | | L’anno ormai in chiusura, e le prime speranze per il 2024 che sta per arrivare, guardando non solo alle esportazioni, ma anche al mercato italiano, nelle parole dei produttori del Belpaese. Con i vertici di realtà come Ferrari, Velenosi, Schenk Italian Wineries, Tedeschi, Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, Villa Sandi, Allegini, Fantini Wines, Tenute del Leone Alato e Famiglia Cecchi.
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