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N. 3.365 - ore 17:00 - Mercoledì 2 Marzo 2022 - Tiratura: 31.116 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Da anni il vino è entrato nel ristretto novero dei beni di lusso, su cui i super ricchi (con un patrimonio netto personale superiore ai 30 milioni di euro) hanno imparato ad investire. Come racconta il “The Wealth Report” by Knight Frank, società leader sul mercato del real estate di lusso a livello mondiale, la redditività dei fine wine è superiore alla media, e fa segnare il +16% nel 2021 ed il +137% negli ultimi dieci anni. Il merito, negli ultimi 12 mesi, è soprattutto dell’exploit della Borgogna, che ha attirato investimenti importanti dall’Asia, e degli Champagne, su cui hanno puntato forte i collezionisti ed investitori di Uk ed Usa. |
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In un settore del vino che, insieme al mondo, cambia e si evolve, il brand e gli asset immateriali sono sempre più importanti per le cantine, tanto sul mercato che nel rapporto, per esempio, con banche e investitori. Vale per tutte le realtà, ma con delle differenze, perchè se per i vini che seguono logiche più commerciali e mass market il marchio può essere addirittura predominante su tutto il resto, per i vini di maggior pregio, e non necessariamente solo di lusso, gli asset tangibili, a partire dalla vigna, restano decisivi, non solo per la qualità organolettica del prodotto, ma anche per lo “storytelling”, e quindi per tutto quello che è la costruzione del valore “intangibile” intorno al marchio. Per costruire il quale, tra le altre cose, c’è un aspetto decisivo ma difficilissimo da controllare, per i produttori, ovvero il prezzo del vino praticato da chi vende direttamente al consumatore finale. È il messaggio di sintesi del convegno “Il nuovo valore del vino”, organizzato dal professor Vincenzo Zampi dell’Università di Firenze per conto della Fondazione Cesifin-Alberto Predieri, importante Centro Studi sulle istituzioni finanziarie, promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze. Sul quale WineNews ha raccolto le riflessioni dello stesso professor Vincenzo Zampi, oltre che di Giampiero Bertolini, ad Tenuta Greppo Biondi-Santi, la culla del Brunello di Montalcino, oggi del gruppo francese Epi, di Lamberto Frescobaldi, alla guida dello storico e prestigioso gruppo vinicolo fiorentino, e di Giovanni Geddes de Filicaja, al vertice di due realtà di assoluto valore come Ornellaia e Masseto (tutti gli interventi in approfondimento). La riflessione parte anche dai numeri di un fenomeno, quello del mergers & acquisitions, sempre più intenso nel mondo del vino, come vi raccontiamo spesso. Secondo i dati illustrati al convegno, si è passati, in pochi anni, da un volume di 1,5 miliardi di dollari all’anno mosso da acquisizioni e fusioni di aziende, ad un picco, nel 2021, di oltre 8 miliardi. In buona parte anche grazie alla sempre più forte presenza dei fondi di private equity, in cui investimenti nel vino, si stima, sia cresciuti in pochi anni del 75%. Con il valore del brand che, nella valutazione, pesa sempre di più. |
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“L’importanza dell’agricoltura sulle nostre vite non può essere sottovalutata. I nostri agricoltori rendono possibile portare cibo di qualità sulla nostra tavola. Quest’anno celebriamo i 60 anni della Politica agricola comune, che oggi ha un impatto diretto su 11 milioni di agricoltori europei e su oltre 180 milioni di ettari”. A dirlo la presidentessa del Parlamento Europeo Roberta Metsola al Summit internazionale, ieri a Verona, nel lancio dell’edizione n. 115 di Fieragricola, la più longeva rassegna dell’agricoltura italiana (dal 2 al 5 marzo, a Veronafiere). Dove istituzioni nazionali ed Ue, e rappresentanze dell’impresa, hanno riflettuto (nell’approfondimento) su uno strumento che vale oltre il 30% del bilancio Ue, pari a 55 miliardi di euro nel 2021 appena chiuso, e che è stato e sarà fondamentale per la sicurezza alimentare, e non solo, dell’Unione Europea. |
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Da Chablis (21 marzo) alla Côte de Nuits (22 marzo), da Mâconnais (23 marzo) alla Côte Chalonnaise (24 marzo), alla Côte de Beaune (25 marzo): tornano, dopo la cancellazione nel 2020 e l’edizione ridotta nel 2021, “Les Grands Jours de Bourgogne”, il rendez-vous dei vini di Borgogna nel cuore dei suoi territori, riservato a giornalisti e professionisti del mondo enoico. Un salone a cielo aperto, che porta nei calici le ultime annate prodotte (2020 e 2021) e quelle appena messe in commercio (2017, 2018 e 2019), con centinaia di vigneron dislocati in 14 location. La cornice, però, è più ampia, e vivrà il suo prologo con la mitica “Vente des Vins des Hospices de Nuits”, di scena il 20 marzo con l’edizione n. 61, che assume un significato simbolico enorme, dopo le aste del 2020 e del 2021 (quando vennero raccolti 1,92 milioni di euro) andate in scena solo in streaming. Saranno 109 le “pièces” (botti che contengono 288 bottiglie di vino, ndr), una di bianco e 108 di rosso, prodotte dalla vendemmia 2021, sotto il martello, per 18 diversi vini, nati dalle parcelle piantate più di 40 anni fa. E una novità: gli Hospices de Nuits-Saint-Georges propongono un blend dei nove Premier Cru della tenuta, che sarà la “Charity Pièce” di quest’anno, i cui proventi andranno alla Apf France Handicap, che supporta e aiuta le persone disabili. |
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Tra il 2012 e il 2021, in Italia, sono scomparsi quasi 85.000 negozi fisici, di cui quasi 4.500 durante la pandemia, e se aggiungiamo i 10.000 persi nel commercio ambulante, si arriva a 100.000 attività scomparse. Così i dati dell’Ufficio Studi di Confcommercio, che raccontano anche la resistenza di alberghi, bar e ristoranti, passati dai 318.133 del 2012 ai 340.780 del 2021, con una crescita del +7,1%. Tra gli occupati, gli italiani calano del -3,7%, e i lavoratori stranieri crescono del +18,4%, arrivando a rappresentare una quota dell’11%. |
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Un’alleanza tra il Ministero delle Politiche Agricole e i cultori dell’enogastronomia nazionale radunati nell’Accademia Italiana della Cucina (7.500 accademici, 312 delegazioni e centri studi territoriali) per valorizzare all’estero le eccellenze del cibo e vino italiani con programmi di promozione concordati e utili a difendere il made in Italy dai tanti attacchi a cui è esposto: è il senso del protocollo d’intesa, firmato oggi a Roma, tra il Ministero delle Politiche Agricole e l’Accademia Italiana della Cucina. L’accordo, siglato dal Sottosegretario con delega al vino Gian Marco Centinaio e, per l’Aic, dal presidente Paolo Petroni, punta a diffondere le peculiarità della Dieta Mediterranea favorendone la salvaguardia, e ad individuare sinergie utili al miglioramento delle produzioni gastronomiche e agroalimentari con focus sostenibilità, qualità certificata e sicurezza. |
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Così la deputata ed ex Ministro per le riforme costituzionali: “sarebbe utile per valorizzare il made in Italy, ma anche per tutelare la salute delle persone”. L’Italia Paese interamente bio, come suggerito da Oscar Farinetti alla Luiss Guido Carli: “è un tema importante, come dimostra il lavoro sulla legge per il biologico che il settore aspetta da tempo”. |
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