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N. 4.360 - ore 17:00 - Martedì 2 Dicembre 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Le immagini dei giorni scorsi resteranno a lungo impresse nella memoria del Collio: la pioggia incessante, le frane, le case travolte, i vigneti feriti, le strade spezzate. Un’ondata di maltempo che, oltre ad aver causato due vittime, la tragedia più grande, ha colpito anche il mondo del vino, in un territorio importante che fa dell’unicità del suo paesaggio uno dei punti di forza e dei tratti distintivi. Di fronte a questa ferita improvvisa, il Consorzio di tutela dei Vini Collio ha deciso di aprire un conto corrente dedicato alla calamità, per sostenere chi ha perso vigne, lavoro e casa: un aiuto diretto, immediato e trasparente. | |
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| | Il rumor era nell’aria, ed ora trova conferma, che, manco a dirlo, arriva direttamente dalla Francia: la Guida Michelin, dopo i ristoranti, con le “stelle”, o meglio i “macarons”, e gli hotel, con le “chiavi”, avrà un simbolo anche per il vino. O meglio, per le cantine, visto che, con un giudizio da 1 a 3 “grappoli” o uve, o “Michelin Grapes”, come annunciato oggi da Parigi, saranno valutate le aziende ed i produttori. Con un’iniziativa che, peraltro, arriva in un momento di particolare difficoltà del settore del vino, e che fa pensare ad un classico esempio di “sciovinismo” francese, con tutte le forze in campo che si mettono a fare sistema. In ogni caso, i “grappoli” saranno assegnati secondo cinque criteri ben definiti: la “qualità dell’agronomia”, la “maestria tecnica”, “l’identità", il “balance” e la “consistenza” (la spiegazione in approfondimento). E così, spiega una nota ufficiale, con i “Michelin Grapes”, arriva un “un nuovo riferimento per scoprire e mettere in mostra il talento vinicolo”. Con la Guida Michelin che “premia non solo i vigneti, ma anche, soprattutto, gli uomini e le donne che li incarnano. Con questa nuova distinzione, la Guida intende mostrare situazioni uniche e know-how trasmessi di generazione in generazione, ma anche tecniche innovative e pratiche contemporanee, utilizzando una metodologia rigorosa e indipendente”. Questa, dunque, sarà la “Wine Selection” by Guida Michelin che, ovviamente, a partire dal 2026, partirà dalla “madrea patria”, la Francia, con focus su Borgogna e Bordeaux. Ma è scontato il fatto che presto la copertura si estenderà ai più prestigiosi territori del vino del mondo, Italia in testa. Ad ora, da parte di Michelin, nessun accenno a cambiamenti sul fronte della prestigiosa rivista enoica “The Wine Advocate”, fondata da Robert Parker, e di cui il gruppo francese è proprietario al 100%. Ma viene da chiedersi se, in un futuro non troppo remoto, la Michelin sostituirà davvero con i “grappoli” alle aziende i punteggi in centesimi ai vini, ovvero il sistema inventato dal mito della critica mondiale Robert Parker che a tutt’oggi è stata la più forte innovazione per valutare e comunicare al grande pubblico, in modo sintetico, la qualità dei vini nel mondo. Ai posteri l’ardua sentenza ... | |
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| | Le difficoltà del mercato del vino non risparmiano nessuno, che siano piccole cantine o grandi colossi. Come Treasury Wine Estate, gigante australiano e tra le più grandi aziende vinicole al mondo con marchi come Penfold’s, Daou, 19 Crimes, Blossom Hill, Beringer, ma anche Castello di Gabbiano in Chianti Classico, che, in un comunicato, ha annunciato che taglierà di 687,4 milioni di dollari australiani (450 milioni di dollari americani) il valore del suo portafoglio statunitense, per via della domanda debole, sottolineando che a breve utilizzerà stime di crescita più “conservative”, nonostante l’aumento oltre la media di alcuni dei marchi più importanti. Intanto, riportano diversi siti finanziari, tra cui “Market Screener”, a seguito dell’annuncio, le azioni di Twe sono scese al livello più basso dall’agosto 2015, ovvero ai valori di 10 anni fa. | |
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| | | Vini rari e introvabili sul mercato ed esperienze con professionisti del vino e con visite a tenute leggendarie in tutto il mondo. Il “top lot” è quello con una imperiale (6 litri) di Hommage à Élisabeth Bouchet Saint-Émilion Grand Cru 2018 di Château Angelus con tour privato, degustazione e cena nella tenuta-mito di Bordeaux, per 4, con il Ceo Stéphanie de Boüard-Rivoal (con una base d’asta di 19.000-39.000 euro), seguito dal lotto con 3 magnum di The Flight annate 2015, 2019 e 2021 di Screaming Eagle, icona della Napa Valley, in California, con un pranzo al ristorante Charter Oak per 4 ospiti con la Master of Wine Mary Margaret McCamic (e una stima di aggiudicazione tra 9.000 e 18.000 euro). Questi i lotti, su 69 in totale, con le quotazioni più alte dell’asta “Explore the World of Fine Wine” organizzata dall’Institute of Masters of Wine con Sotheby’s (online fino al 15 dicembre). E con tanta Italia nel catalogo: dalla “cena piemontese” per 10 persone nella Private Dining Room del River Café di Londra con tartufo bianco d’Alba e vini iconici come i grandi Barolo (da Gaja a Bruno Giacosa, a Giacomo Conterno) con base d’asta 5.700-11.000 euro, a griffe come Poggio di Sotto, Biondi-Santi, Ceretto, Ornellaia, Bellavista, Petra, San Leonardo, Ferrari, Castello di Fonterutoli, Tenuta di Trinoro, Isole e Olena, Terlano, Mosnel e non solo. | |
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| | | Momento fondamentale di business come ogni fiera deve essere, tanto più in una fase di mercato complessa come quella che il vino da qualche anno sta vivendo, ma anche strumento di riflessione su temi importanti come la parità di genere, lo spopolamento delle aree interne e non solo: tutto questo sarà la Slow Wine Fair 2026, a BolognaFiere dal 22 al 24 febbraio, nuovamente in sinergia con Sana Food, e che sarà focalizzata anche “sull’impatto positivo che il vino può avere su territori e comunità, come motore di sviluppo e inclusione sociale” (in approfondimento). | |
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| | Con gli amici di sempre, i compagni di palestra e i colleghi del lavoro. La “cena degli auguri” si avvicina sempre di più nel calendario, per poi fare spazio a quelle “più familiari”: come la Vigilia, il pranzo di Natale e quello di Santo Stefano, fino al cenone di Capodanno. Occasioni conviviali che coinvolgono solitamente quasi 9 italiani su 10, con il 50% che parteciperà ad almeno 2-3 di queste e il 22% che arriva anche fino a 4. Sono i risultati di un’indagine realizzata da TheFork sulle abitudini degli italiani nel periodo natalizio. E che conferma il ruolo centrale della convivialità e della ristorazione fuori casa: il 40% degli intervistati ha già in programma di trascorrere almeno una festività natalizia al ristorante, segno di una crescente propensione a vivere momenti speciali affidandosi ai professionisti del buon cibo. | |
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| | | A WineNews, Denis Pantini, a capo di Wine Monitor-Nomisma, con cui ci siamo confrontati nell’incontro by “Comitato Leonardo” e Herita Marzotto Wine Estates, a Ca’ del Bosco, nei giorni scorsi: “il periodo è difficile per tutti, non solo per il vino italiano. Anzi, guardando a quello che stanno facendo anche gli altri esportatori, tutto sommato siamo quelli che perdono meno”. Vino italiano che, a valore, a luglio segna un -0,9% e “probabilmente ad agosto peggiorerà, ma parlando con i produttori ad ottobre pare che qualcosa si sia mosso. Per il 2025, insomma, non stimiamo cali elevati”. | |
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