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N. 4.009 - ore 17:00 - Lunedì 22 Luglio 2024 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Un’analisi per capire dove andrà il vino nel prossimo decennio: ecco “The Future is? Scenari possibili per il vino 2034”, focus, nei giorni scorsi, di “Sanguis Jovis”, l’Alta Scuola del Sangiovese by Fondazione Banfi, condotto da Denis Pantini, responsabile Nomisma Wine Monitor. Che ha spiegato come “oggi il consumatore è attento a tre aspetti, sostenibilità, salutismo e territorio, che si riverseranno anche nelle scelte di acquisto per il prossimo decennio impattando sul tipo di produzione che le imprese possono mettere in campo, tenendo conto che si sommano ad altri elementi come il cambiamento climatico” (in approfondimento). | |
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| | Bene, ma non benissimo per l’export made in Italy: se il settore dei prodotti alimentari e delle bevande risulta tra i più vivaci in termini di dinamica degli ultimi 5 anni, con una crescita nel 2023 di un ulteriore 5,8% (+7% gli alimentari e +2,1% le bevande, nonostante la leggera flessione delle vendite di vino), in generale l’export italiano nel 2023 è salito solo dello 0,2%. Sono questi i dati contenuti nel rapporto “L’Italia nell’economia internazionale” a cura dell’Istituto Commercio Estero (Ice) 2023-2024. La crescita del Pil italiano nel 2023 è stata sostenuta soprattutto da investimenti e consumi, ma un lieve contributo positivo è venuto anche dalla domanda estera netta: le esportazioni di beni e servizi sono aumentate dello 0,2%, mentre le importazioni sono scese dello 0,5%. Una dinamica indebolita dalla situazione globale e dalle tensioni geopolitiche: dopo il deciso rimbalzo post-pandemia, nel 2023 il commercio internazionale di merci è calato dello 0,6% rispetto all'anno precedente. La dinamica delle esportazioni, fattore importante della ripresa dalla crisi pandemica, ha risentito nel 2023 sia del brusco rallentamento del commercio mondiale sia della perdita di competitività di prezzo dei prodotti italiani, dovuta all'apprezzamento reale dell’euro. Il contributo alla crescita del settore alimentare e bevande (pari al 5,7 su 5,8 punti percentuali) si deve pressoché per intero alle esportazioni verso l’Europa, cui è destinato il 70% del totale e da cui proviene l’80% dei nostri acquisti. Il fatturato esportato ha superato complessivamente i 55 miliardi; il surplus commerciale (12,1 miliardi di euro) compensa quasi per intero il disavanzo determinato dagli acquisti all’estero di materie prime agricole. Un altro dato importante è quelle del valore aggiunto: un Paese che esporti uno specifico bene finale potrebbe aver dato un contributo limitato alla sua produzione in termini di valore aggiunto, se confrontato con i Paesi fornitori degli input intermedi. Per quanto riguarda le esportazioni dell’agricoltura e silvicoltura e del settore alimentare, bevande e tabacco, queste registrano un significativo apporto di valore aggiunto interno (rispettivamente 87,3% e 79,7%), strettamente legato alla disponibilità locale di materie prime, la cui qualità e origine vengono garantite dalla filiera agricola italiana. | |
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| | Con un aumento di vendite in loco del +33,7% annuo contro il +2,9% della birra in generale, dagli Usa, la birra alcohol-free conferma il trend di netta crescita delle bevande “NoLo”, nell’ultimo periodo. A rafforzarlo, contribuisce anche il tasso di vendita, con la birra no-alcohol che chiude in positivo al +13,6%, mentre il totale delle birre al -9,4%. Lo dicono i dati, aggiornati a maggio 2024 e riferiti all’ultimo anno, dell’Opm-On Premise Measurement di Cga by Niq. Dati positivi che non sono certo finiti per la birra zero alcol che negli States, cresce anche in visibilità e prezzo, con i punti di distribuzione totali che aumentano del +11,9%, quasi il triplo rispetto alla birra nel suo complesso (+4,1%). In crescita anche i prezzi medi di vendita del segmento analcolico, a +5,2%, ben al di sopra del +3% per tutte le birre. | |
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| | | Sarà una vendemmia con meno bollicine per lo Champagne. Il Comité Champagne ha annunciato la resa autorizzata per il raccolto dell’annata 2024 che sarà di 10.000 kg per ettaro rispetto agli 11.400 kg del 2023. Una decisione, riporta “Vitisphere”, che si inserisce in un contesto piuttosto “cupo” per le vendite di Champagne. Nel primo semestre 2024 sono state, infatti, di 106,7 milioni di bottiglie, -15% sul primo semestre 2023, che è stato da record, tornando su un livello vicino al 2019. David Chatillon, presidente Union des Maisons de Champagne (Umc) e co-presidente Comité Champagne, sottolinea come sia un calo che “si spiega con un effetto overstock sui mercati. Nel 2022, i nostri acquirenti hanno fatto il pieno per paura della carenza e per l’anticipazione dell’inflazione. Per il 2024, anno non facile, contiamo di arrivare a 280 milioni di bottiglie” (in calo, sul 2023, quando le bollicine francesi si sono “fermate” a 299 milioni di bottiglie, a -8,2% in volume sul 2022, mantenendo, però, il fatturato ad oltre 6 miliardi di euro). Maxime Toubart, presidente Syndicat général des vignerons (Sgv), dice che “abbiamo concordato una resa che permette allo Champagne di sperare in un futuro migliore. La forza del nostro nome è poter discutere con gli operatori del settore le previsioni di vendita annuali”. | |
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| | | Per il 96% delle persone, secondo una ricerca TheFork, mangiare bene è determinante per il successo di una vacanza, e, per questo, insieme a WeRoad, ha individuato cinque 5 profili di viaggiatori “food”, selezionando, per ciascuno, una destinazione coerente: “Autentico”, “Gourmet”, “Conviviale”, “Green” od “Esploratore”. Ad accomunare, il 51% dei 2.475 viaggiatori europei che prenoteranno all’ultimo momento (dei 4.500 intervistati), l’enogastronomia rappresenta uno tra i criteri più importanti nella scelta della meta. | |
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| | Via libera dalla Commissione Europea per sostenere, con 15 milioni di euro, i produttori vitivinicoli portoghesi che devono far fronte a gravi turbative del mercato. Preoccupa, infatti, la situazione legata al vino in Portogallo: i motivi riguardano l’attuale accumulo, senza precedenti, di scorte che è dovuto ad un calo delle vendite di vino rosso associato a un aumento della produzione avvenuto lo scorso anno; non a caso, nel 2023, il Portogallo era lo Stato membro con il maggiore aumento della produzione rispetto all’anno precedente. Il pacchetto di sostegno presentato dalla Commissione, finanzierà la distillazione temporanea di crisi per eliminare alcuni dei volumi attualmente in eccesso e riequilibrare il mercato. Per evitare distorsioni della concorrenza, l’alcol ottenuto per distillazione può essere utilizzato solo a fini industriali (in approfondimento). | |
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| | | Le riflessioni di Massimiliano Giansanti, alla guida di Confagricoltura: “competitività delle produzioni e valore aggiunto sono fondamentali, per creare investimenti e valorizzare anche il lavoro delle persone. Tema ambientale e sociale sono importanti, ma serve una vera politica a lungo termine. Come sulla gestione dell’acqua contro la siccità, perché abbiamo gli stessi numeri di 50 anni fa. Ed è determinante lavorare in ricerca ed innovazione. Così come continuare a sostenere la promozione”. | |
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