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N. 2.865 - ore 17:00 - Martedì 24 Marzo 2020 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Il padre lo vorrebbe a capo della celebre griglieria di Memphis, un’attività che, fin dalla sua apertura, è passata da una generazione all’altra, ma Elijah vuole realizzare il suo sogno, e spinto dalla passione per l’enologia, si iscrive ad un corso per diventare un “maestro sommelier”, un titolo prestigioso e per pochi, perché c’è da superare un esame molto difficile. È la trama de “Il Sommelier” (Uncorked, 2020), nuovo film Netflix, in arrivo sulla piattaforma di entertainment il 27 marzo, scritto e diretto dal regista e produttore Prentice Penny (sua la serie tv “Insecure”), una storia sospesa tra il dramma e la commedia, e che riporta il vino su Netflix. |
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Al netto dell’emergenza Coronavirus, che è prima di tutto sanitaria, si deve cercare di guardare avanti, anticipare il futuro. Che, per il settore del vino, da un lato, vuol dire una vendemmia che arriverà secondo tempi di natura, e che facilmente - con il calo dei consumi sotto gli occhi di tutti - troverà le cantine con tanto vino “in pancia” e con la necessità, anche logistica, di avere spazio per far posto alla nuova produzione. Come già sottolineato, a WineNews, dal professor Attilio Scienza, docente di Viticoltura dell’Università di Milano, in un quadro che accomunerà “anche Spagna e Francia, con un’eccedenza di vino enorme in Europa”. Dall’altro lato, la crisi Coronavirus vorrà dire, salvo miracoli, un calo importante dei fatturati, stimabile addirittura in un -70% sul 2019 secondo Davide Gaeta, docente di Economia dell’Impresa Vitivinicola all’Università di Verona, “in un settore che, al netto di alcuni casi di grande eccellenza, vive di marginalità, nella media, del 5-10%, e di una esposizione bancaria forte, legata ai tanti investimenti fatti negli ultimi anni”. Quindi, se si può pensare a misure contingenti, come la reintroduzione della distillazione di crisi, per far posto in cantina, sopperire alla crescente richiesta di alcol per i disinfettanti e garantire un minimo di flusso di cassa alle imprese, “dall’altro è urgente che l’Europa batta un colpo forte come non mai, intervenendo sul sistema bancario, accollandosi un anno di mutui delle imprese, e iniettando liquidità in una attività più fragile di quanto si pensi, ma fondamentale non solo per l’immagine del Paese, ma per la tenuta di tanti territori italiani”. “È presto per capire l’entità del danno per il vino e quali misure adottare, di certo chiederemo all’Europa più risorse per l’agricoltura”, commenta a WineNews Luca Rigotti, coordinatore del Settore Vino dell’Alleanza delle Cooperative. Un settore che, pur in difficoltà, per ora, soffre meno di altre filiere legate ai prodotti freschi e freschissimi. “Anche per questo, non dobbiamo correre troppo e pensare già oggi a misure come la distillazione. Il vino può ricorrere allo stoccaggio in attesa di tempi migliori, e questo ora va incentivato anche dal punto di vista economico”, ha aggiunto Paolo De Castro, coordinatore S&D alla Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo. |
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Ancora in discesa le giacenze di vino nelle cantine italiane: al 15 marzo 2020, l’ultimo report del Ministero delle Politiche Agricole “Cantina Italia”, registra la presenza di 56 milioni di ettolitri di vino. Alla stessa data nel 2019, la quantità di vini presenti in Italia era infatti di 57,5 milioni di ettolitri, anche in virtù, come già sottolineato da WineNews, di una vendemmia, la 2018, superiore del 16% in termini produttivi alla 2019. A livello regionale nelle cantine del Veneto ci sono 13,8 milioni di ettolitri, in Emilia Romagna 6,6 milioni, in Puglia 5,9 ed in Toscana 5,8. Tra le denominazioni, le maggiori giacenze sono quelle di Prosecco con 3,8 milioni di ettolitri (8,9% del totale), 1,5 milioni sono di Sicilia Doc (3,6%) e Delle Venezie (3,5%), 1,4 di Montepulciano d’Abruzzo (3,4%) e 1,3 di Chianti (3,2%). |
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Pensare al presente ma con un occhio anche al domani. Perché, quando tutto questo finirà, bisognerà tornare, finalmente, alle vecchie abitudini. E per un appassionato, questi giorni di permanenza a casa, potrebbero rivelarsi una buona occasione per riorganizzare la propria cantina personale programmando nuove scorte. Con un occhio, magari, al miglior rapporto qualità/prezzo, requisito tanto ambito quanto difficile da trovare. Magari, con i consigli di portali specializzati come Wine-Lister, che ha stilato la classifica dei vini italiani migliori in questo senso. Dove domina la Toscana, con qualche incursione da Campania e Piemonte. In testa alla classifica troviamo, con una valutazione di 99 punti e un prezzo di 63 dollari, il Flaccianello della Pieve 2004, Supertuscan 100% Sangiovese prodotto da Fontodi, che conquista anche il secondo gradino del podio con il Chianti Classico Vigna del Sorbo Riserva 2010 (98 punti - 51 dollari). A 98 punti ci sono Toscana Igt Sammarco 2006 di Castello dei Rampolla (47 dollari), il Percarlo 2013 e 2015 di San Giusto a Rentennano (rispettivamente 56 e 63 dollari a bottiglia) e il Collezione de Marchi (2010 - 41 dollari e 1999 - 31 dollari), Cabernet Sauvignon prodotto da Isole e Olena, azienda che ritroviamo anche a 97 punti con il Cepparello. |
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Vini di successo, il Verdicchio delle Marche ed il Vermentino della Maremma, che nascono sulle coste di due mari, l’Adriatico il primo, il Tirreno il secondo. Il primo, di gran successo in Italia e all’estero, il secondo in grande crescita, come raccontato dal Consorzio Vini Maremma, forte dei suoi 747 ettari che ne fanno la prima varietà a bacca bianca nella Toscana dei grandi rossi, con una produzione 2019 di 1,6 milioni di bottiglie (+18,5% sul 2018), sempre più apprezzato in Italia e nel mondo. Due storie di successo da raccontare, anche i tempi difficili come questi. |
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A.A.A. lettori di Pellegrino Artusi cercasi: è l’annuncio del Comune di Forlimpopoli, patria natale del più grande gastronomo italiano, che cerca 790 cittadini (tanti quanti le ricette del suo Manuale) che, inviando un audio-video da casa, dove in questi giorni difficili tutti rimaniamo, si rendano protagonisti della più grande lettura condivisa e virtuale de “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”. E nel segno della riscoperta della più autentica tradizione culinaria italiana, anche Le Cesarine, il network che riunisce mille cuoche e cuochi casalinghi d’Italia, dopo aver chiuso i loro home restaurant hanno deciso di accendere schermi e fornelli e di far entrare virtualmente i curiosi nelle loro cucine, offrendo lezioni delle nostre ricette regionali via telefono o pc. Per passare il tempo, cucinando coi fiocchi e il calore della tradizione. |
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A WineNews il professor Davide Gaeta: “misure come la distillazione di crisi possono servire ad alcuni a breve, ma l’Europa è chiamata a fare la sua parte come non mai. Per le cantine, ma per l’economia in generale, si deve agire sulle banche, con la cancellazione di un anno di mutui che si deve accollare l’Ue, e iniettando liquidità nelle aziende. Le imprese del vino potrebbero perdere il 70% del fatturato, e tanti investimenti sono stati fatti con la leva bancaria. Ed è un tema da affrontare”. |
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