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WineNews
N. 3.989 - ore 17:00 - Lunedì 24 Giugno 2024 - Tiratura: 31.289 enonauti,
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La News
Da Parigi alla Champagne a bordo di Uber
Da Parigi alla scoperta di una delle zone più prestigiose della Francia enoica a bordo di Uber. Sarà un’estate “calda” e da tutto esaurito per la capitale francese, che ospiterà anche l’evento sportivo più importante, le Olimpiadi. Si parla di oltre 16 milioni di visitatori attesi in Francia quest’estate e Uber, la piattaforma globale che fornisce un servizio di trasporto automobilistico privato, lancia “Uber Bubbles”, il primo tour della Champagne prenotabile direttamente dall’app Uber e che fa parte del progetto “Go Anywhere”. Con un “click” si potrà pianificare una gita giornaliera alla scoperta di Perrier-Jouët e di G.H. Mumm, tenute simbolo dello Champagne.
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Primo Piano
Americani in Italia, cucina & buon vino prima di cultura e arte. I trend dal “Fancy Food”
Il 90% dei turisti americani indica il cibo e il vino italiani come il motivo di scelta per passare le proprie vacanze nel Belpaese, con l’enogastronomia che si piazza in testa alla classifica delle “bellezze” più gettonate dai vacanzieri a stelle & strisce, più dell’arte e della cultura: emerge dai risultati di un’indagine, realizzata da Coldiretti e dalla piattaforma specializzata I Love Italian Food (Ilif). L’indagine, fatta su un campione di oltre 1.000 cittadini statunitensi che hanno visitato il nostro Paese, è stata diffusa al “Summer Fancy Food” 2024, a New York, il più importante evento fieristico americano dedicato alle specialità alimentari. L’ evento è stata anche l’occasione per rilanciare la candidatura della nostra cucina a Patrimonio immateriale dell’Unesco, con il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, che ha tagliato il nastro del Padiglione Italia, il più grande dell’area internazionale, con oltre 300 imprese. Ma l’Italian sounding rimane una delle maggiori preoccupazioni: negli Usa i nostri prodotti taroccati valgono 40 miliardi, con i formaggi in testa. Secondo l’indagine Coldiretti e I Love Italian Food (Ilif), associazione che ha come mission far conoscere e difendere la vera cultura enogastronomica italiana nel mondo, alla richiesta di indicare i tre motivi principali di scelta della vacanza in Italia, cibo e vino hanno ottenuto il 90% delle preferenze, superando nettamente arte e cultura (77%) e storia e archeologia (65%), che precede le bellezze naturali (61%). Al quinto posto si piazzano le visite a parenti e amici (55%). Le esportazioni negli Usa dei prodotti-simbolo dello stile alimentare italiano negli ultimi 10 anni hanno fatto registrare aumenti in valore anche a tripla cifra: dal +67% dell’olio d’oliva al +193% della pasta. Le vendite di pummarola & co. negli States sono praticamente triplicate (+133%) ma anche i formaggi, dal Parmigiano Reggiano Dop al Grana Padano Dop, sono quasi raddoppiati con +86%, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat. E anche il vino è sempre più presente sulle tavole americane con un incremento del 63% in valore. Ma il prodotto simbolo resta l’olio d’oliva, con gli Stati Uniti che hanno scavalcato la Spagna al secondo posto tra i maggiori consumatori mondiali, con 375.000 tonnellate, ed entro il 2030 potrebbero superare addirittura l’Italia.
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Andrea Bacci e la prima guida del vino
La “De naturali vinorum historia” di Andrea Bacci, del 1596, è la prima guida del vino italiano della storia, un’opera monumentale di uno dei più importanti eruditi del Rinascimento, filosofo, medico e scrittore, che tratta ogni aspetto della produzione e del consumo di vino. Bacci, che bene conosceva i classici come Plinio Il Vecchio e Columella, ma anche i contemporanei Girolamo Mercuriale, Sante Lancerio e Cristofaro di Messimburgo, con i quali dialogava, dà più importanza ai territori che ai vitigni, ovvero al “terroir”, con particolare attenzione alle Marche e al Piceno, la sua terra natale. L’occasione per ricordarlo sono i 500 anni dalla sua nascita, celebrati, nei giorni scorsi, nella sua Sant’Elpidio a Mare, nel convegno “Da Andrea Bacci all’innovazione oggi in vitivinicoltura”, di Assoenologi (con, tra gli altri, il direttore di WineNews, Alessandro Regoli).
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Focus
Emergenza lavoro agricolo, tra sicurezza e “Click Day”
Viaggiando nei territori agricoli italiani, per lavoro o per turismo, in questi mesi in particolare, è usuale imbattersi in squadre di lavoro nei campi che raccolgono pomodori, fragole, fiori di zucca, zucchini e così via. Persone che, molto spesso, arrivano dall’Africa, dall’Asia, dall’India, dall’Est Europa. Stranieri che sono un terzo della manodopera del settore, senza la quale non ci sarebbe il made in Italy agroalimentare. E sulla sicurezza del lavoro, ma anche sul reclutamento di lavoratori stranieri in agricoltura (ma non solo), non così di rado vittime del caporalato, con una critica “plebiscitaria” al sistema del “Click Day” da parte di tutte le organizzazioni agricole,  si sono riaccesi i riflettori, dopo i fatti tragici di Latina dei giorni scorsi. In Italia, ricorda Confagricoltura, il 70% degli stranieri che lavorano nel settore è extracomunitario. Ma soltanto il 30% di coloro che vengono selezionati per venire a lavorare in Italia attraverso la procedura della “lotteria”, evidenzia Confagricoltura, riesce effettivamente a raggiungere il Paese. E se per Coldiretti è fondamentale migliorare i flussi regolari di lavoro, la Cia propone “una black list con i datori di lavoro che, nei “Click Day” precedenti, pur avendo ottenuto il visto d’ingresso per i lavoratori richiesti, non hanno poi formalizzato il contratto di soggiorno”. 
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Cronaca
Veronesi (Signorvino) investe in Sardegna
Sempre più mercanti di vino, con la crescita del Gruppo Signorvino che non si arresta (38 ad oggi i punti vendita tra Italia ed estero), sempre più produttori di vino. La famiglia Veronesi, alla guida del Gruppo Oniverse (ex Calzedonia), continua ad investire sul lato produttivo. E così, dopo Tenimenti Leone, nel Lazio, e La Giuva, in Valpolicella, e in attesa di inaugurare la cantina in terra di Trentodoc, probabilmente entro l’anno, e di altre importanti e preziose acquisizioni che arriveranno entro l’estate, ha inaugurato la cantina Podere Guardia Grande, ad Alghero.
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Wine & Food
Dalla teoria alla pratica: i tre Master of Wine italiani produrranno il loro vino in Sicilia
Chissà se, in mezzo ad una miriade di masterclass, convegni e consulenze, con produttori, personaggi di spicco e celebrities, li vedremo un giorno impegnati tra i filari a potare o a vendemmiare: intanto i tre Master of Wine italiani - Gabriele Gorelli, Andrea Lonardi e Pietro Russo - hanno comprato una vigna in Sicilia, decisi a produrre il loro vino. Che ci si aspetta quantomeno perfetto, visto che nasce dall’esperienza di chi
, lungo il percorso per conquistare il titolo più ambito del mondo del vino, ha assaggiato migliaia di etichette. Si chiama “Officina del Vento” la vigna-manifesto, un ettaro di terra nella riserva naturale dello Stagnone a Marsala, acquistata nel 2022. Le prime bottiglie di Grillo saranno pronte a fine estate. “Non è un progetto imprenditoriale - dicono i tre Master of Wine - ma un modo per restituire un futuro ad un’area votata e oggi in stato di abbandono”.
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Castello del Terriccio
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Consorzio Vini di Romagna
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Bosca
WineNews.tv
“Per l’agroalimentare nella prima metà 2024 +2% in Italia e +12% all’export, dati molto positivi”
A WineNews il presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino. “Il vino ha un effetto traino, il made in Italy nel mondo si scopre nei ristoranti, dove si bevono le nostre etichette, e poi i consumatori iniziano a comprare i nostri prodotti per la loro tavola domestica. La forza del made in Italy è quella di avere tanti prodotti unici e distintivi, la criticità è la lotta all’Italian sounding, per crescere dobbiamo sviluppare le nostre imprese soprattutto in Europa, per poi andare nel mondo”.
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