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WineNews
N. 3.969 - ore 17:00 - Lunedì 27 Maggio 2024 - Tiratura: 31.211 enonauti,
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La News
Usa, piccoli segnali di ripresa
Sembrano migliorare leggermente le cose, sul fronte dei consumi di vino e spirits in generale, negli Stati Uniti, seppur in un quadro ancora negativo. A dirlo l’analisi SipSource (sui dati dei 12 mesi fino ad aprile 2024), il sistema della “Wine & Spirits Wholesalers of America”, che rappresenta oltre il 60% dei prodotti venduti all’ingrosso per volume. In totale, il consumo di alcolici e vino è diminuito del -4,7%, dato leggermente migliore sul -5,2% fino a marzo, e soprattutto, sottolinea SipSource, il primo segnale di miglioramento del trend da ottobre 2023. Meglio i bianchi (-5,4%) dei rossi (-9,4%), mentre cresce, in controtendenza, il Prosecco (+4,8%).
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Primo Piano
Usa, la cannabis supera l’alcol: le persone che fumano ogni giorno sono di più di chi beve
La cannabis supera l’alcol nelle scelte di consumo quotidiane degli americani per la prima volta nella storia. Lo rivela “The New York Times” che cita uno studio pubblicato sulla rivista “Addiction” che ha analizzato i dati dello U.S. “National Survey on Drug Use and Health”. L’indagine chiarisce che, in proporzione, sono molte di più le persone che bevono rispetto a quelle che fumano, ma che la percentuale di persone che fanno uso di cannabis ogni giorno è più alta rispetto a chi consuma alcol con la stessa frequenza. I dati presi in considerazione fanno riferimento al periodo di studio dal 1979 al 2022: nell’ultima rilevazione di due anni fa infatti, 17,7 milioni di persone hanno dichiarato di consumare cannabis ogni giorno o quasi, mentre 14,7 milioni hanno detto di bere alcol con la stessa frequenza. Il numero di chi fa uso giornaliero di cannabis è aumentato di 15 volte sul 1992, anno in cui fu registrato il dato più basso. L’aumento rilevato in questi ultimi tre decenni “potrebbe essere in parte attribuito a una crescente accettazione della droga - spiega Jonathan P. Caulkins, autore dello studio - inoltre, i dati dell’indagine sono autodichiarati. Oggi, sembra che le persone si sentano più a loro agio nel rivelare la loro frequenza di consumo”. Negli Stati Uniti negli ultimi anni ci sono stati tanti investimenti nel settore della cannabis: è stato stimato che nel 2026 l’industria della marijuana avrà un giro d’affari di 61 miliardi di dollari e che sta crescendo il numero di persone che abbina qualcosa da bere anche a ciò che fuma. È notizia degli ultimi giorni inoltre la proposta della Drug Enforcement Administration di riconoscere l’uso medico della cannabis e depenalizzarla a “droga meno pericolosa”. Un suggerimento che l’amministrazione Biden ha accolto con favore e sul quale il Presidente statunitense sta procedendo per chiedere restrizioni meno severe a livello federale. La legalizzazione della cannabis negli Usa ha avuto una rapida accelerazione a partire dagli anni Novanta. La marijuana per uso ricreativo oggi è legale in 24 Stati oltre a Washington D.C. ed è stata regolamentata per uso medico in 39. Molti analisti negli ultimi anni avevano previsto che queste liberalizzazioni avrebbero penalizzato il consumo di alcolici.
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Petrini ai giovani: “serve la rivoluzione”
“Oggi il tema è l’alimentazione sostenibile e io confido che la nuova generazione raccolga questo testimone per essere protagonista del cambiamento”. Parola di Carlin Petrini, fondatore Slow Food, nella sua lectio magistralis all’“Anteprima Terra Madre e Festa del Bio” nei giorni scorsi a Roma, in attesa di “Terra Madre Salone del Gusto” 2024 (Torino, 26-30 settembre). “Sostenibilità non è solo salvaguardia dell’ambiente: significa durare di più e l’attuale sistema economico non regge ormai. Non si può misurare la felicità di un Paese con il Pil. Servono nuove forme della politica e sta ai giovani scriverle”. E ancora: “colpa dello sconquasso ambientale è l’attuale sistema alimentare globale. Le multinazionali ci prendono in giro con il greenwashing. La politica è impreparata, bisogna intervenire sullo spreco e sull’educazione alimentare. Serve la rivoluzione”.
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Focus
Il mercato dei vigneti di Francia, secondo Safer
Se il mercato del vino è sempre più complicato e difficile da decifrare, non stupisce che a dare segnali contrastanti sia anche quello dei vigneti. Almeno in Francia, che, come abbiamo raccontato spesso, soprattutto nella grande e variegata zona di Bordeaux, sta affrontando una crisi senza precedenti. Secondo il rapporto 2023 dell’agenzia specializzata Safer, infatti, su tutto il territorio francese ci sono state 8.770 transazioni riguardanti i vigneti, il -7,6% sul 2022, per una superficie di 16.000 ettari passati di mano (-12%), ma con un valore di 1,17 miliardi di euro, il +15,8% sul 2022. A livello aggregato, in media un ettaro di vigneto Dop è stato quotato 153.700 euro, +1,6% sul 2022, mentre scende a 15.000 euro ad ettaro (-1,8%), il valore dei vigneti non Dop. A muovere più valore in assoluto, 290 milioni di euro (+32,9%), è stata la zona di Bordeaux e dell’Aquitania, nonostante un netto calo sia nel numero delle transazioni (680, -20,6%) che nel numero di ettari oggetto di scambi (2.350, -24,4%), con un valore medio dei vigneti a denominazione pari a 109.100 euro ad ettaro, -4,2% sul 2022. A Pauillac i vigneti più preziosi: 3 milioni di euro ad ettaro, mentre si scende a 2 a Pomerol, a 1,5 a Margaux, a Bordeaux, mentre nella Champagne si arriva a 1,6 nella Cote de Blanc. 
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Cronaca
Aperitivo, un must per gli italiani
Italiani, popolo di santi, poeti, navigatori e ... “gente da aperitivo”. Perchè, soprattutto i più giovani, non perdono occasione per concedersi un rito irrinunciabile, almeno una volta a settimana. Ben il 48% degli italiani dichiara di uscire di casa per l’aperitivo, percentuale in aumento di 3 punti sullo scorso anno. Nello specifico, 1 consumatore su 2 (43%) ha l’abitudine di concedersi un momento per l’aperitivo almeno una volta a settimana, mentre il 98% una volta al mese. Così i dati Cga by NIQ per “Aperitivo Festival”, nei giorni scorsi a Milano.
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Wine & Food
Dall’automotive di lusso al vino: Michele Marsiaj lancia la boutique winery Amistà
Dall’automotive di lusso ad una boutique winery in uno dei territori emergenti del Piemonte del vino il passo è breve: o almeno lo è stato per Michele Marsiaj, imprenditore torinese, terza generazione di una famiglia che, dal 1947, produce (con la holding Marsiaj & C., proprietaria del brand Sabelt), sedili e cinture di sicurezza per auto di alta gamma e da competizione (in primis, la Ferrari), che, nel 2019, ha dato vita al progetto Amistà, 12 ettari nelle splendide colline del Monferrato, patrimonio mondiale riconosciuto dall’Unesco. Nel paniere della cantina, due etichette, il Nizza Docg (produzione media circa 25.000 bottiglie) e il Nizza Riserva Docg (circa 3.000 bottiglie), nate con la superconsulenza dell’enologo toscano Luca D’Attoma, ed un Vermouth d’autore. Non manca un progetto hospitality, con una raffinata countryhouse destinata a wine lover internazionali.
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Castello del Terriccio
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Masottina
Consorzio Vini di Romagna
Tenuta Sette Ponti
Bosca
WineNews.tv
Un brindisi sullo yacht: è sempre più forte il legame tra vino e turismo nautico di lusso 
Quello del vino destinato al consumo su panfili e barche di lusso è un mercato di nicchia, ma in costante ascesa: una tendenza sotto i riflettori della Costa Smeralda, dal “Porto Cervo Wine & Food Festival”, evento organizzato da Marriott International, la più importante destinazione del Mediterraneo per super yacht e meta privilegiata del jet set internazionale. Lo raccontano a WineNews Elio Serra (Blu Wonder DMC), Giorgia Polegato (La Viarte), Valentina Argiolas (Argiolas), Roberta Bianchi (Villa Franciacorta), Filippo Polegato (Astoria Vini) e Mark Hartmann (Saraja).
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