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WineNews
N. 3.996 - ore 17:00 - Mercoledì 3 Luglio 2024 - Tiratura: 31.289 enonauti,
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La News
Vigneti pro-capite, Moldavia n. 1
La Moldavia è la “regina” degli ettari di vigneti pro-capite nei singoli Paesi. Un aspetto, questo, che rivela come i leader nella produzione di vino non sono esattamente quelli che possiedono più vigneti in riferimento al numero della popolazione. Se guardiamo agli ettari dei vigneti pro-capite, e quindi la loro presenza ogni cento persone (fonte: Anderson, K. And Pinilla, V., 2023, “Annual Database of Global Wine Markets, 1835 to 2022”), a primeggiare in questa speciale classifica, analizzata da WineNews, è la Moldavia con 4 ettari di vigneti ogni cento abitanti precedendo Spagna (2,03 ettari) e Portogallo (1,89). Italia e Francia sono alla posizione n. 5 (1,21) e n. 6 (1,19).
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Primo Piano
Fine wine, prima metà del 2024 in “profondo rosso” per gli investimenti in vini da collezione
Continuano a precipitare in basso, senza soluzione di continuità, gli indici che monitorano il mercato del collezionismo dei fine wine, sempre più in difficoltà dopo anni di crescita tumultuosa. Con nessun “territorio” che fa eccezione, da Bordeaux alla Borgogna, dalla Champagne all’Italia. I dati sui primi 6 mesi 2024 registrati dal Liv-Ex vedono tutti gli indici in netto calo nella prima metà dell’anno. Il Liv-Ex 100, indice principale della piattaforma (di cui fanno parte, per l’Italia, il Barolo 2019 di Bartolo Mascarello, il Barolo Falletto Vigna le Rocche Riserva 2017 di Bruno Giacosa, il Barbaresco 2019 di Gaja, il Barolo Monfortino Riserva 2014 e 2015 di Giacomo Conterno, il Brunello di Montalcino Riserva 2016 di Biondi-Santi, il Massetto 2019 e 2020 e l’Ornellaia 2020 di Frescobaldi, il Sassicaia 2018, 2019 e 2020 della Tenuta San Guido, il Solaia 2019 ed il Tignanello 2019 e 2020 di Antinori, ed il Redigaffi 2020 di Tua Rita, ndr), perde il -3,4%. Pochissimi i vini dell’indice in crescita, con un buon numero di etichette tricolore nella “top 15”, ovvero il Masseto 2019 a +5,6%, il Barolo Falletto Vigna Le Rocche 2017 di Bruno Giacosa a +3,8%, i Tignanello 2019 e 2020, rispettivamente a +3,1% e +3,8%, il Masseto 2020 a +3%, così come il Sassicaia 2018 della Tenuta San Guido. Fa ancora peggio il Liv-Ex 1000, indice più ampio della “borsa londinese del vino”, a -6,3% da inizio anno, trainato in basso dalle performance dei Burgundy 150 (-9,7%), Champagne 50 (-6,6%), Bordeaux 500 (-4,8%) e così via. Continua a fare un po’ meno peggio della media l’Italy 100 - formato dal Barolo di Bartolo Mascarello, con tutte le annate dalla 2010 alla 2019, dal Barolo Falletto Le Rocche del Falletto Riserva di Bruno Giacosa (2000, 2001, 2004, 2007, 2008, 2011, 2012, 2014, 2016 e 2017), dal Flaccianello della Pieve di Fontodi (annate dalla 2011 alla 2020), il Barbaresco di Gaja (dalla 2010 alla 2019), dal Barolo Monfortino Riserva di Giacomo Conterno (2001, 2002, 2004, 2005, 2006, 2008, 2010, 2013, 2014 e 2015), e ancora da tutte le annate dalla 2011 alla 2020 di Masseto, Ornellaia, Sassicaia, Solaia e Tignanello, che ferma il suo calo nel 2024 a -2,1% in 6 mesi. Con i top performer che sono il Solaia 2013 (+15,6%) ed il Masseto 2015 (+12,6%) e 2018 (+9,7%).
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Ai giovani i terreni confiscati alle mafie
Di gestire i terreni agricoli ed i beni confiscati alla malavita, c’è chi se ne occupa da anni, come Libera Terra, per esempio, nata su impulso dei “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie” fondata da Don Luigi Ciotti nel 1995, quasi 30 anni fa. Ma a breve, potranno essere i giovani agricoltori a prendere in gestione i terreni confiscati alle mafie. Lo prevede un accordo sottoscritto tra i Ministeri dell’Agricoltura e dell’Interno. Si parla di 9.000 terreni che verranno assegnati in concessione a giovani imprenditori del settore agricolo, a canone agevolato. I proventi delle concessioni confluiranno nel bilancio del Ministero dell’Agricoltura e verranno impiegati per l’acquisto di derrate alimentari per gli indigenti”. Al contempo, l’accordo prevede che gli imprenditori agricoli realizzino, nei terreni assegnati, iniziative di tipo sociale e didattico-divulgativo (in approfondimento).
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Focus
Se i dinosauri non si fossero estinti, la vite non esisterebbe
C’è una relazione tra i dinosauri e la vite? Sembrerà impensabile, ma secondo uno studio di ricercatori statunitensi, guidati da Fabiany Herrera del Field Museum del Negaunee Integrative Research Center di Chicago, le due forme di vita erano legate da un forte rapporto di incompatibilità, in virtù del quale l’uva si è diffusa solo dopo l’estinzione dei grandi rettili. Pubblicato sulla rivista “Nature Plants”, lo studio spiega che i più antichi semi fossili di uva, sono stati rinvenuti in India e datati a 66 milioni di anni fa. Un caso curioso, considerando che la caduta di un gigantesco meteorite e l’estinzione di massa dei dinosauri accadde, all’incirca, nello stesso periodo: “pensiamo sempre ai dinosauri, perché sono stati la cosa più grande ad essere influenzata da questo evento - spiega Herrera - ma anche le foreste subirono un reset, tale da causare un cambiamento nella composizione delle piante”. “È risaputo che grandi animali, come i dinosauri, sono in grado di alterare l’ecosistema che li circonda - continua la co-autrice dello studio, Mónica Carvalho - e pensiamo che con i dinosauri liberi di vagare per le foreste, fosse probabile che spesso degli alberi venissero abbattuti e che questo effettivamente contribuisse a mantenere foreste più aperte di quelle che abbiamo oggi”, creando habitat poco accoglienti per l’uva.
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Cronaca
Tea, la sperimentazione va avanti
Avanti con le Tecniche di Evoluzione Assistita. La proroga dell’emendamento del Decreto legislativo agricoltura, presentata dai senatori Luca De Carlo, presidente IX Commissione Senato - Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare e Giorgio Maria Bergesio, vicepresidente della Commissione, che allunga al 31 dicembre 2025 la sperimentazione in campo delle produzioni ottenute tramite le Tea ed amplia i test, è stata accolta con soddisfazione dalle associazioni di categoria, Confagricoltura e Coldiretti.
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Wine & Food
“Jazz & Wine in Montalcino”, il più importante “festival aziendale” del vino, firmato Banfi
“Il jazz canta la bellezza” ha detto, una volta, Paolo Fresu, uno dei più grandi musicisti italiani, che, a tu per tu, con WineNews, lo ha paragonato al cibo ed al vino in quanto “piaceri per l’anima”. Ma anche il vino è il “medium” per raccontare la bellezza dei territori, per i legami che ha con la storia, la cultura, la natura, le loro comunità e tradizioni. Un connubio che si rinnova tra i vigneti italiani, grazie a “Jazz & Wine in Montalcino” (23-28 luglio), tra le più longeve rassegne del panorama musicale internazionale e il più importante “festival aziendale” del vino italiano firmato Banfi, cantina leader del Brunello di Montalcino, che, nell’edizione n. 27, vede sul palco big della musica mondiale del calibro di John Scofield, Dave Holland, Aymée Nuviola, Andy James, Tosca e Jany McPherson, e dove, negli anni è salito lo stesso trombettista sardo.
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Castello del Terriccio
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Masottina
Consorzio Vini di Romagna
Tenuta Sette Ponti
Bosca
WineNews.tv
Intelligenza Artificiale generativa? Per Nicoletta Polliotto è “rilevante nella fase di creation”
L’Intelligenza Artificiale si afferma anche nel mondo wine & food, portando ad un’evoluzione della comunicazione enogastronomica: siti web, social, blog, newsletter e soprattutto ChatGPT, fino a delineare un nuovo identikit digitale degli appassionati di enogastronomia. A raccontarlo, a WineNews, Nicoletta Polliotto, digital project manager e brand strategist, esperta di food & restaurant marketing con Muse Comunicazione, co-creatrice del metodo di branding per la ristorazione e curatrice delle collane Accadde DomanI FuTurismo per Dario Flaccovio Editore.
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