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WineNews
N. 3.470 - ore 17:00 - Martedì 26 Luglio 2022 - Tiratura: 31.116 enonauti,
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La News
I vini più scambiati sul Liv-ex
Château Lafite Rothschild è l’etichetta più scambiata, nel primo semestre 2022, sul Liv-ex, l’indice di riferimento del mercato secondario dei fine wine, dove, nonostante il calo costante delle quote di mercato di Bordeaux, inoltre, sei dei primi dieci vini più scambiati arrivano proprio dalla Gironda, con il Sassicaia a chiudere la top ten. Tra le singole annate, il vino più scambiato nel primo semestre del 2022, in valore, è il Louis Roederer 2008, con l’annata 2018 del Sassicaia (2.464 sterline) al decimo posto. A volume, invece, al primo posto troviamo il il Dom Perignon 2012, con  il Tignanello 2018 della Marchesi Antinori (1.200 sterline) alla posizione n. 10.
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Primo Piano
Vino: in attesa della vendemmia, sotto un caldo torrido, crescono ancora i prezzi degli sfusi
Sotto ad un caldo torrido che continua a premere sull’Italia e sull’Europa, le cantine del Belpaese guardano all’avvicinarsi di una vendemmia che sarà tutta da decifrare non solo nei classici termini di qualità e quantità della produzione, ma anche di costi di gestione. Intanto, però, rispetto ai mesi passati, già si sono mosse a rialzo, anche se in maniera non troppo evidente, le quotazioni dei vini sfusi delle più importanti denominazioni, stando ai soli listi ufficiali delle Camere di Commercio territoriali di riferimento. In Piemonte, secondo le rilevazioni della Camera di Commercio di Cuneo (aggiornate al 20 luglio 2022), si va da 856,5 a 909,3 euro per il Barolo Docg 2018, e se per il Barbaresco 2018 è stabile la quotazione, tra 476 e 490 euro, l’annata 2019 oscilla in una forbice decisamente più elevata, tra 623,7 e 650 euro ad ettolitro. In Toscana, invece, secondo i dati al 20 luglio 2022 della Camera di Commercio di Siena, il Brunello di Montalcino 2017 viaggia ancora tra 950 e 1.150 euro ad ettolitro, l’annata 2018 si mantiene tra 750 e 950 euro, mentre sul fronte del Rosso di Montalcino, si va da 300 a 450 euro ad ettolitro per la vendemmia 2020, e tra 300 e 400 per la 2021. In leggerissima crescita le quotazioni del Chianti Classico, con quotazioni simili per le annate dalla 2017 alla 2021, con i minimi che partono da 265-280 euro, ed i massimi tra i 315 ed i 345 euro ad ettolitro (in particolare per la vendemmia 2020). In Veneto, invece, secondo le rilevazioni della Camera di Commercio di Verona, al 18 luglio 2022, sono sostanzialmente stabili le quotazioni dei vini della Valpolicella. Amarone e Recioto della annate 2018, 2019 e 2020 oscillano tra 930 e 960 euro ad ettolitro, con la produzione della zona Classica che parte da 960 e arriva a 1.000 euro ad ettolitro. Tra i bianchi, cresce ancora leggermente il Lugana, tra 360 e 380 euro ad ettolitro con il 2021. Ancora, continuano a crescere le quotazioni del “sistema Prosecco”: secondo la Camera di Commercio di Treviso, al 19 luglio 2022, il Prosecco Doc oscilla tra i 230 ed i 250 euro ad ettolitro, stabile, mentre il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg cresce sulle ultime rilevazione, e si muove tra 300 e 315 euro ad ettolitro, con la tipologia “Rive” che va da 300 a 320 euro (altre denominazioni in approfondimento).
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IG del vino contro la riforma UE
A marzo 2022 è stata pubblicata la proposta di revisione della politica delle Indicazioni Geografiche avanzata dalla Commissione Europea, che vorrebbe far rientrare anche le denominazioni di origine sotto la tutela dell’Ufficio dell’Unione Europea per la Proprietà Intellettuale (Euipo). Una riforma che, da quando ha mosso i primi passi, ha sempre trovato il muro alzato dalla Efow - European Federation of Origin Wines (di cui per l’Italia fa parte Federdoc), che il 5 luglio ha organizzato un seminario, a Strasburgo, per difendere le ragioni del loro no ed i punti di forza dell’attuale modello di tutela delle IG. “Questo sistema - ha sottolineato la Efow - è parte integrante della Pac, e le IG aiutano a creare valore, garantiscono una migliore remunerazione per i produttori e danno un contributo importante allo sviluppo rurale dei territori europei”. 
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Focus
Il turismo è sempre “più esperienza”: il caso “Cesarine”
Gli stessi americani lo hanno battezzato “revenge tourism”, il viaggio per recuperare il tempo perduto nei lockdown e che non si limita più al mordi & fuggi. Ma va a fondo delle abitudini di vita dei locali del luogo che si sta visitando e punta a portare a casa nuove abilità: dall’imparare a tirare la sfoglia e preparare l’autentico ragù alla bolognese. Dal soffiare il proprio vaso di Murano in fornace alla giornata in caseificio per realizzare la propria forma di Parmigiano. Una grande opportunità anche di marketing territoriale per l’Italia, dove il turismo, e soprattutto quello internazionale, è tornato, ma si fa sempre più esperienziale. Il risultato è un boom di prenotazioni di lezioni di cucina, visite ad acetaie, frantoi, caseifici (non solo cene) come raccontano “Le Cesarine”, la più antica rete di cuoche di casa che sta registrando i suoi più alti numeri di sempre, con mete già overbooked per l’estate. Se prima la rete delle cuoche di casa veniva scelta per sedersi alle loro tavole e degustare le specialità locali, ora i turisti prenotano almeno una cooking class (pasta fresca e ragù alla bolognese sono i piatti più richiesti dagli aspiranti allievi). E certe volte, vogliono fare anche il tour del mercato e delle botteghe per vedere “di che dimensione devono essere le uova per realizzare le tagliatelle”. E non solo.
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Cronaca
Via libera alla coltivazione di 3 milioni di ettari
Con le deroghe della Commissione Europea alla produzione di cereali e semi oleosi nell’Unione, potranno essere coltivati i terreni destinati a finalità non produttive, consentendo di mettere a coltura almeno 3 milioni di ettari aggiuntivi negli Stati membri, di cui 200.000 in Italia. Non scatterà, inoltre, la rotazione annuale obbligatoria dei seminativi prevista dalla nuova politica agricola comune (Pac), che entrerà in vigore all’inizio del 2023.
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Wine & Food
63 “Spighe Verdi” 2022 ai Comuni (anche del vino) che tutelano ambiente e agricoltura
Sono 63 le “Spighe Verdi” 2022, i riconoscimenti assegnati oggi dalla Fee ai Comuni rurali, da 13 Regioni diverse, che in Italia si distinguono per il modo in cui tutelano e valorizzano le loro risorse ambientali, 7 sono i nuovi ingressi, 3 i Comuni non confermati. Al top, il Piemonte, con 10 Spighe Verdi, seguito da Marche (9), Puglia (8), Toscana e Calabria (7), Umbria, Lazio e Campania (5). L’agricoltura ha un ruolo prioritario nel programma Spighe Verdi, perché è qui che deve avvenire la vera rivoluzione culturale, di cui la viticoltura è senza dubbio uno dei capisaldi, come dimostra la presenza di comuni ad altissima vocazione viticola, come Santo Stefano Belbo, Canelli e Monforte d’Alba in Piemonte, Matelica nelle Marche, Troia in Puglia, Castellina in Chianti in Toscana e Montefalco in Umbria. 
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Consorzio Vini di Romagna
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WineNews.tv
“Il vino ed il raccontare storie stanno benissimo insieme, è un legame quasi naturale”
A WineNews le riflessioni dell’attore e comico Paolo Cevoli, protagonista della campagna di comunicazione di Caviro per “Vigneti Romio”. “La cosa bella è raccontare non solo il prodotto, ma le storie, la passione che c’è dietro, perchè è qualcosa che coinvolge tutti, non solo gli appassionati. E credo che si potrebbe fare molto di più anche a livello di serie tv o film, perchè il mondo del vino ha tanto da raccontare”.
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