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WineNews
N. 2.932 - ore 17:00 - Martedì 30 Giugno 2020 - Tiratura: 31.087 enonauti,
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La News
La storia del vino a fumetti
La bevanda degli Dei per eccellenza, dalle religioni più antiche fino alle più moderne, dagli antichi greci fino ai romani, citata nella Bibbia, e prodotta in monasteri e chiese nel Medioevo, fino al valore culturale e tradizionale dei giorni nostri: la storia del vino, che è anche quella della cultura e della civiltà, raccontata in chiave divertente e originale, soprattutto con un linguaggio che piace ai giovani, quello dei fumetti. Nasce così “Wine: A Graphic History” dell’esperto enoico Benoist Simmat e con le illustrazioni di Daniel Casanave (edito da Selfmadehero), che traccia la storia del vino, dalle sue origini nel Mediterraneo al oggi.
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Primo Piano
La Francia del vino e la crisi. A Bordeaux e in Champagne si discute sui tagli di resa
Presa da sempre come esempio di unità nel gestire la filiera del vino, la Francia sembra accusare in maniera pesante una “tempesta perfetta” dal punto di vista economico, imposta dai dazi Usa prima e dalla pandemia poi. E così, con non poche tensioni, nei grandi territori dell’Esagono si fanno i conti, si discute di tagli delle rese per la vendemmia in vista (come hanno già deliberato molti dei più importanti Consorzi del vino d’Italia, ndr), anche con rotture forti. Nella Gironda, riporta il sito Vitisphere, si vaglia la riduzione delle rese nell’ordine di un -10% sul 2019, in media, per le diverse denominazioni bordolesi, e l’introduzione di una riserva di vendemmia per i vini rossi. Ma è tornata di attualità l’idea, che guarda più al lungo termine, di espiantare tra gli 8.000 ed i 10.000 ettari di vigna dalla Gironda, selezionando quelli di minor pregio, per riequilibrare la produzione, visto che le scorte nelle cantine della più grande regione di Francia (110.000 ettari vitati) sono pari a 2 anni di vendite. Nella Champagne, invece, gli animi sono molto più tesi. Il Comité Interprofessionnel du Vin de Champagne, stima perdite per 1,7 miliardi di euro nel 2020. E se da subito si è ipotizzato di bloccare l’ingresso sul mercato di parte della prossima produzione addirittura fino al 2022, il tema centrale è la riduzione delle rese per la vendemmia 2020. Talmente divisivo che ha portato, proprio oggi, la Fédération des Vignerons Indépendants de Champagne ad uscire dal Syndicat Général des Vignerons, proprio per il disaccordo in materia. Il numero chiave è quello di 9.000 chili di uva per ettaro, sotto i quali, secondo i Vignerons Indépendants non si può assolutamente scendere per mantenere margini di profitto per i “recoltant manipulant”, ovvero coloro che producono Champagne solo da uve provenienti dai propri vigneti. Un tema cruciale in una filiera articolata come quella dello Champagne, dove la maggior parte delle grandi maison produce vini comprando gran parte delle uve. Chi sembra più tranquilla è la Borgogna, dove nonostante un -20% in valore stimato da qui a fine anno, il Bureau Interprofessionnel des Vins de Bourgogne ha confermato tutti i budget per lo sviluppo e la promozione del territorio, “per mettere in campo azioni forti e dare al mondo il segnale di una Borgogna che è in salute”.
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Ue, tra autosufficienza e mercato
La pandemia di Coronavirus ha causato non solo una crisi sanitaria, ma ha anche economica e sociale: in molti casi, ha anche fatto emergere problematiche già esistenti, evidenziando la necessità di intervenire e riorganizzare l’assetto attuale. Tra queste, c’è sicuramente l’autosufficienza alimentare dell’Unione Europea, che, in lockdown e con i confini chiusi, ha rivelato la sua estrema importanza. Un messaggio lanciato dalla Ministra tedesca dell’Agricoltura Julia Klockner, accolto, in Italia, da Confagricoltura. Secondo il presidente Massimiliano Giansanti, alla vigilia del semestre tedesco alla presidenza del Consiglio Ue, si tratta di “un intervento innovativo, che può aprire una stagione nuova. Il settore agroalimentare italiano ha bisogno di mercati aperti, ma la dipendenza dalle importazioni non deve diventare eccessiva”.
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Focus
Chianti Classico-Mps, pegno rotativo con il vino a garanzia
Non una semplice linea di credito con il prodotto a garanzia, ma un vero e proprio pegno rotativo incentrato sulle bottiglie di vino, che resteranno di proprietà dei produttori e che avranno al contempo accesso alla liquidità economica, aspetto importante come non mai. Lo prevede l’accordo tra Consorzio del Vino Chianti Classico e Banca Monte dei Paschi. Uno strumento già predisposto, che attende solo il decreto attuativo del Ministero delle Politiche Agricole. Una novità per il settore del vino, introdotta dal Decreto CuraItalia per i prodotti Dop e Igp. Ma, in questo caso, con una peculiarità, perché con l’accordo si intende sostenere “i viticoltori primari, con un prestito garantito dal vino prodotto esclusivamente da uve di proprietà e preferibilmente dell’ultima annata, per un importo pari all’80% del prezzo medio delle mercuriali, pubblicate dalle Camere di Commercio (attualmente il prezzo del Chianti Classico 2019 rilevato da Siena e Firenze, per esempio, oscilla tra i 240 ed i 310 euro ad ettolitro, ndr). Con la proprietà del bene che rimane in capo al viticoltore”, spiega una nota del Consorzio del Gallo Nero, guidato da Giovanni Manetti, secondo cui “questo strumento potrebbe rivelarsi essenziale per superare un periodo di difficoltà e poter serenamente tornare sui mercati del mondo”.
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Cronaca
Lambrusco, verso un Consorzio unico
Un primo passo verso la nascita di un Consorzio unico, in grado di rappresentare e valorizzare le tante denominazioni di origine di uno dei più famosi vini italiani, il Lambrusco:  i cda del Consorzio del Lambrusco di Modena, del Consorzio dei Vini Dop Reggiano e Colli di Scandiano e Canossa e del Consorzio Vini del Reno Doc hanno espresso, all’unanimità, parere favorevole alla fusione e alla nascita, a partire dal prossimo anno, di un unico grande soggetto consortile. Il Consorzio Tutela Lambrusco, che rappresenterà 1,3 milioni di quintali d’uva.
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Wine & Food
Vinitaly Design International Packaging Competition 2020: i migliori in etichetta e design
Il successo di un vino è anche questione di etichetta. E, come accade da anni, è la Vinitaly Design International Packaging Competition, edizione n. 24, a raccontare le case history migliori. Che, nel 2020, sono il Terre di Offida Doc Passerina Passito “Anima Mundi” 2011 della Cantina dei Colli Ripani di Ripatransone (“Etichetta dell’anno 2020”) e l’Azienda Agricola Santa Tresa di Vittoria (premio speciale “Packaging 2020”); il premio speciale “Immagine Coordinata 2020” è andato alla Brand Breeder di Pescara. Lo ha stabilito la giuria di cinque esperti, presieduta da Alessandro Marinella, quarta generazione della maison napoletana di cravatte famose in tutto il mondo. Tra i premiati, con più riconoscimenti, anche brand come Donnafugata (in partnership con Dolce & Gabbana), Mezzacorona, Feudi di San Gregorio e Bottega.
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Enzo Vizzari: “la pandemia non cambierà la ristorazione, e la Guida uscirà a primavera 2021”
“Il lockdown e la crisi legata alla pandemia lasceranno inevitabilmente scorie, soprattutto di natura economica: il mondo della ristorazione è fragile, e l’assenza dei turisti stranieri si farà sentire, nonostante i tanti italiani che resteranno in Italia per le vacanze. Non credo, però, che cambierà il modo di intendere e di godere la cucina: uno chef che ha avuto successo con un certo stile non vedo perché dovrebbe cambiare, così come un cliente che ama certi piatti, non cambierà certo i propri gusti. Cambierà qualcosa per la Guida ai Ristoranti d’Italia, invece, che uscirà a primavera 2021”.
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