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WineNews
N. 3.453 - ore 17:00 - Venerdì 1 Luglio 2022 - Tiratura: 31.116 enonauti,
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La News
Wine Enthusiast “revolution”
Un piccola rivoluzione, quella in corso nella “Wine Enthusiast Companies”, che attraverso la divisione “Wine Enthusiast Media” pubblica il popolare magazine enoico “Wine Enthusiast”: Anna-Christina Cabrales è la nuova tasting director. I vini italiani? Dopo le dimissioni annunciate nei giorni scorsi dall’ex Italian editor della rivista, Kerin O’Keefe, saranno affidate, almeno per ora, non più ad una persona, ma ad una “struttura”, ovvero il “Wine Enthusiast Showroom, Education & Tasting Center” (o Wine Enthusiast SET Center) nella sede centrale a Westchester, nello Stato di New York (i dettagli in approfondimento).
Approfondimento su WineNews.it
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Primo Piano
Lvmh investe in California, con il gioiello Joseph Phelps Vineyards. Aspettando l’Italia ...
Il colosso del lusso Lvmh continua a tenere gli occhi fissi sui più grandi territori del vino italiano, con la sua divisione wine & spirits Moët Hennessy (che nel 2021 ha fattuato 5,9 miliardid di euro, grazie a top brand come Clos Des Lambrays, Château d’Yquem, Dom Pérignon, Ruinart, Moët & Chandon, Veuve Clicquot, Château Cheval Blanc, Krug, Mercier, Chandon, Cloudy Bay, Newton Vineyard, Bodega Numanthia, Terrazas De Los Andes, Ao Yun, Cheval Des Andes e Cape Mentelle, oltre al 50% di Armand de Brignac, per citare i più importanti). Ma intanto, tra trattative reali e smentite, e rumors che arrivano dai più importanti territori di Toscana (da Montalcino a Bolgheri, passando per il Chianti Classico) e di tanto in tanto dalle Langhe di Barolo e Barbaresco, il gruppo francese guidato da Bernard Arnault ha messo a segno un colpo di primissimo ordine in California, con l’acquisizione di Joseph Phelps Vineyards, uno dei gioielli di Napa Valley, dove possiede 200 ettari vitati divisi in 11 vigneti, e Sonoma Valley, dove conta 30 ettari in due vigne. Ed il cui vino di punta, l’Insignia, taglio bordolese, ha ricevuto per ben 4 annate il rating di 100/100 da “Robert Parker Wine Advocate”. Fondata da Joseph Phelps nel 1973, spiega una nota ufficiale, la produzione della cantina californiana è una delle più acclamate degli Stati Uniti. “Moët Hennessy intende costruire sull’ammirevole eredità creata da Joseph Phelps, dai suoi figli e dai suoi nipoti, mantenendo i valori condivisi di qualità, artigianalità, imprenditorialità e attenzione alla sostenibilità”. Philippe Schaus, presidente e amministratore delegato Moët Hennessy, dichiara: “siamo lieti e molto orgogliosi di accogliere Joseph Phelps Vineyards nel nostro portafoglio di vini e liquori di lusso. Grazie alla combinazione dei meravigliosi vigneti di Joseph Phelps, dell’esperienza e dell’eccellenza senza pari del team di Joseph Phelps e del supporto della nostra organizzazione di distribuzione globale e della nostra esperienza unica con i marchi premium a conduzione familiare, continueremo il meraviglioso viaggio iniziato dal fondatore cinquant’anni fa e proseguito oggi dai suoi eredi”. 
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Champagne, se Ruinart “torna” al sughero
Quando si parla di qualità assoluta, i dettagli fanno la differenza. Che, a volte, in una grande bottiglia di vino, può essere rappresentata anche dalla scelta del tappo. E non solo, come è ovvio, di quello che accompagnerà la bottiglia sul mercato. Ma anche della chiusura che custodisce il vino nel suo periodo di affinamento. Ed in questo senso, Ruinart, la “plus ancienne Maison de Champagne” (dal 1729, e oggi sotto l’egida del gruppo del lusso Lvmh, ndr) segna una svolta epocale, con Dom Ruinart 2010, l’ultima annata della Cuvée de Prestige. Realizzata per la prima volta con la vendemmia 1959, e ora alla sua ventisettesima edizione, che ha segnato il ritorno al tappo di sughero, invece che a corona, per la seconda fermentazione, dopo un lungo studio in collaborazione col Civc-Comité interprofessionnel du vin de Champagne (in approfondimento).
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Focus
Irpinia, un nuovo percorso verso il “marchio territoriale”
Tagliata a metà dagli Appennini, intreccio di valli e alture, ricca di tradizioni gastronomiche, borghi e tantissimi castelli, l’Irpinia, terra antica e vocata alla produzione di vini di qualità, dal Taurasi al Greco di Tufo, al Fiano di Avellino, tutti Docg, grazie a diversi microclimi ed all’accumulo di cenere e lapilli che ha dato vita ad un suolo ricco di minerali, dai vicini vulcani del Vulture e Vesuvio, e che ne fanno la provincia campana con la più alta concentrazione di vigneti e cantine tra le più conosciute della Campania e non solo, cambia marcia e avvia un nuovo percorso per costruire un “marchio territoriale”. È emerso, nei giorni scorsi in un incontro ad Avellino con nomi di primo piano del vino italiano e non solo, voluto dal Consorzio dei Vini d’Irpinia per fare il punto sul presente e sul futuro della regione e del “brand Irpinia”. Un territorio che, ha detto Teresa Bruno, presidente del Consorzio, deve far emergere l’orgoglio legato all’appartenenza e le sue bellezze, con una mentalità imprenditoriale per valorizzare la qualità e la storicità delle Denominazioni, secondo Matteo Ascheri, presidente del Consorzio del Barolo, Barbaresco, Alba Langhe e Dogliani, e farlo a partire dal selezionare i mercati più importanti, ha spiegato, tra gli altri, Gianfranco Sorrentino, proprietario del famoso ristorante di New York “Il Gattopardo”.
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Cronaca
Ferrari Trento-F1, fino al 2025
Capita sovente, nello sport, che quando un atleta ha un rendimento particolarmente brillante, gli si rinnovi il contratto, migliorandolo, ben prima della scadenza. E così è anche per Ferrari Trento, che visti i grandi risultati della partnership con la quale l’icona del Trentodoc e della spumantistica italiana è diventata brindisi ufficiale della Formula 1, ha esteso da 3 a 5 anni l’accordo con il “circus”. E così, fino al 2025, Leclerc, Verstappen, Hamilton e tutti gli altri, brinderanno ancora con un’eccellenza italiana quando saliranno sul podio.
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Wine & Food
Coop, bilancio 2021 a 14,3 miliardi di euro, per il 12,5% del mercato della Gdo
Il 2021 di Coop e delle cooperative associate all’insegna della stabilità. Un giro d’affari complessivo pari a 14,3 miliardi (13,2 solo dalla parte retail), una quota di mercato nella grande distribuzione al 12,5% e alcuni indicatori economici importanti sostanzialmente confermati: l’occupazione generata si attesta sui 56.000 dipendenti, la percentuale di donne in ruoli direttivi sale al 34%. Il prodotto a marchio raggiunge i 3 miliardi di euro con una incidenza del 30% sul totale vendite (ma si punta al 50%). Sono oltre 6,4 milioni i soci Coop (oltre un quarto delle famiglie italiane è co-proprietaria delle 78 cooperative associate) con una prevalenza di donne. Sono i principali numeri che fotografano il 2021 emersi nell’assemblea di bilancio di Coop Italia che ha anche rinnovato il cda Coop Italia confermando Marco Pedroni presidente, Antonio Bomarsi vice, e Maura Latini in veste di ad. 
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Consorzio Vini di Romagna
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Mbe Fieramente
WineNews.tv
Visione di lungo termine e valori da tramandare: le stelle polari delle grandi famiglie del vino
La lettura di questi tempi difficili secondo la “nobiltà” del vino italiano, con Frescobaldi, Antinori, Incisa della Rocchetta e Tasca d’Almerita. La stella polare della qualità, il rispetto del lavoro, la fiducia nel futuro e la sostenibilità nel dna di aziende guidate da famiglie che, negli anni e nei secoli, hanno attraversato crisi, emergenze, ma anche momenti di crescita, e che raccontano di un settore, quello del vino, capace di trasformarsi e rinascere sempre più forte.
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