Se questo messaggio non è visualizzato correttamente clicca qui |
N. 4.077 - ore 17:00 - Venerdì 25 Ottobre 2024 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
|
|
| | | Una notizia che sa tanto di “terremoto” per i viticoltori francesi, molti di loro già alle prese con evidenti difficoltà e una serie di interrogativi per il futuro: si tratta delle nuove tasse votate nel disegno di legge sul finanziamento della sicurezza sociale per il 2025 (Plfss). Adottati due emendamenti, uno di questi mira ad armonizzare la tassazione sugli alcolici ampliando, di fatto, la platea a bevande come vino e birra (ad ora solo le bevande alcoliche oltre il 18% di gradazione sono soggette al “contributo di previdenza sociale”); l’altro emendamento riguarda un’imposta sulle spese pubblicitarie sulla promozione di una bevanda alcolica. | |
|
| | Il cambiamento climatico pone una sfida senza precedenti ai viticoltori europei, specialmente alle oltre 1.000 denominazioni di origine protetta, in Italia rappresentate dalle produzioni di vini Doc e Docg (il 35% del totale dell’Unione Europea, la Francia è al 31%). Uno studio pubblicato su “Nature Communications” e coordinato dall’Università Ca’ Foscari di Venezia e da Eurac Research di Bolzano ha mappato, per la prima volta, la vulnerabilità di queste produzioni vitivinicole europee, tenendo in considerazione non solo gli scenari climatici, ma anche regolamentazioni e risorse socio-economiche presenti in ogni regione viticola. Per quanto riguarda l’esposizione al cambiamento climatico, le denominazioni che assisteranno ai cambiamenti più rilevanti si trovano in Romania, Croazia, Bulgaria, Italia e Ungheria. Se si prendono in considerazione le condizioni climatiche storiche legate alle varietà tradizionali nelle varie denominazioni, le regioni dell’Europa meridionale sono quelle che registrano una più alta sensibilità alle variazioni; inoltre, i ricercatori hanno calcolato la capacità adattiva di ogni denominazione, cioè la possibilità che esse hanno di mettere in campo azioni e risorse in grado di far fronte alle nuove condizioni climatiche, tenendo conto di 15 indicatori. Il 5% delle regioni vinicole europee rischiano gli impatti più significativi nei prossimi decenni, non solo per le condizioni climatiche, ma anche per l’insufficienza delle risorse per adattarsi: tra queste, gli autori citano il Trebbiano d’Abruzzo e il Lambrusco Mantovano in Italia, e la Sierra de Salamanca in Spagna. Per altri tre gruppi di denominazioni la vulnerabilità è alta, ma non al livello del gruppo peggiore. Si tratta del 25% delle regioni vinicole europee. Includono ad esempio Côtes de Provence (Francia), Conegliano Valdobbiadene Prosecco (Italia), Alentejo (Portogallo) e Rioja (Spagna) e alcune denominazioni in Italia centrale (per esempio Colli Maceratesi e Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo). Nei gruppi a rischio moderato o basso rientra circa il 70% delle regioni, tra queste Côtes d’Auvergne e Alsace in Francia, Rheinhessen in Germania, e Alto Adige in Italia. Per molte di loro a fare la differenza è la capacità di adattamento (in approfondimento). | |
|
| | L’agriturismo che continua a rappresentare uno dei comparti più dinamici e vivaci dell’agricoltura italiana e, trasversalmente, del turismo. Il numero di aziende agrituristiche nel Belpaese, infatti, ha continuato a crescere anche durante tutto il periodo pandemico: +1,3% nel 2021 sul 2020 e +3,3% sul 2019, per arrivare nel 2023 a 25.849 aziende (+5,2%). Una crescita da considerare anche in termini di valore della produzione, tornata sopra il miliardo di euro (1,6 miliardi di euro, +44,8% sul 2020): l’agriturismo, per valore, rappresenta l’1,9% dell’intera branca agricoltura e il 22,6% delle attività secondarie. La prima provincia per numero di strutture è Grosseto con oltre 7.000 posti letto, seguita da Siena (oltre 6.000), quindi Firenze e Arezzo con 2.700 posti letto. Un settore protagonista di “AgrieTour” n. 22 di scena ad Arezzo Fiere e Congressi (fino al 27 ottobre). | |
|
| | | Oltre 1 miliardo di euro di ricaduta in 10 anni, grazie ad un investimento di 20 milioni: è la portata del progetto Muvin, il Museo Internazionale del Vino di Verona, che sarà completato ad inizio 2025, per passare alla realizzazione (ancora non è stato definito il luogo, candidate sono due location di archeologia industriale, e anche il nome si riferisce alla Fondazione, mentre quello dell’hub della cultura del vino sarà un altro, ndr), da parte della Fondazione Museo del Vino Muvin, nata nel 2022, e che, oggi, nell’“International Conference on Wine Museums” n. 2, nella città scaligera, ha reso noti concept plan, piano industriale e un’analisi sull’impatto diretto e indiretto del progetto. Che “sulla provincia ammonterà a 700 milioni in 10 anni, e sul sistema regionale e multiregionale a 300-400 milioni”, ha detto Diego Begalli, presidente della Fondazione e Prorettore Università di Verona, su un’analisi Economic Living Lab, spin-off dell’ateneo, e che, accanto al Comitato scientifico, ha voluto un team di esperti internazionali guidati dal Master of Wine Steve Charters. La Fondazione ipotizza di coprire l’investimento iniziale, pari a 15 milioni, per un terzo con finanziamenti a fondo perduto coinvolgendo il Ministero della Cultura - l’incontro sarà entro fine anno - e per i restanti due terzi con un finanziamento bancario ed equity in parti eguali. | |
|
| | | “Non è sicuramente alla fine della sua attività creativa. Ma in quasi 40 anni dedicati al vino, ha realizzato qualcosa di straordinario”: parole di “Falstaff”, la più importante rivista enogastronomica di lingua tedesca, che ha assegnato il “Premio alla Carriera” a Marco Caprai, l’artefice della rinascita del Sagrantino di Montefalco, e del suo territorio, portato alla ribalta internazionale come vino-simbolo dell’Umbria, alla guida dell’azienda di famiglia, la Arnaldo Caprai. La cerimonia di premiazione sarà da Eataly a Monaco di Baviera il 26 novembre. | |
|
| | Da “Barolo en Primeur”, la grande asta di beneficenza, stasera, al Castello di Grinzane Cavour con le barriques di Barolo di Vigna Gustava, appartenuta al Conte di Cavour, e lotti anche di Barbaresco en primeur donati dalle cantine, all’“Asta dei Cru dell’Imperatrice-Regina Maria Teresa d’Austria”, con barrique dei migliori vini di Collio, Colli Orientali, Brda, Isonzo, Vipava, Aquileia e Carso battuti a Nova Gorica per il Monastero di Castagnevizza nelle sue antiche cantine (domani), nell’agenda WineNews è tempo di incanti prestigiosi. Ma anche di “Vendemmia a Torino - Grapes in Town” & “Portici Divini” (da domani al 16 novembre), del “Wine Cube” di Partesa al Grand Tour Italia a Bologna (28 ottobre), e del “Wine Festival” da Eataly Ostiense a Roma (oggi e domani), mentre nelle vetrine di Rinascente a Milano Dom Pérignon omaggia Basquiat (5-18 novembre). | |
|
| | | Le riflessioni di Luca Cuzziol (Cuzziol Grandi Vini), Marcello Meregalli (Gruppo Meregalli), Leonardo Sagna (Sagna 1928) e Alessandro Sarzi Amadè (Sarzì Amadè), tra i principali distributori italiani (e riuniti, insieme ad altre 17 realtà, in Società Excellence), e di David Chatillon, presidente dell’Union des Maisons de Champagne, e co-presidente del Comité Champagne. Con le grandi bollicine di Francia che affrontano il momento complesso del mercato del vino con ottimismo e serenità. | |
|
|
|