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N. 3.986 - ore 17:00 - Mercoledì 19 Giugno 2024 - Tiratura: 31.211 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Gli ungulati sono un problema anche per il mondo del vino. Ma c’è anche chi si difende, in modo sostenibile, con altri animali, ovvero i lupi, “sentinelle” e protettori delle vigne. È il caso di Tenute del Cerro, azienda del Gruppo Unipol con cinque tenute tra Toscana e Umbria. Qui il ritorno dei lupi sta diventando un elemento rilevante. “Sono diventati dei collaboratori davvero speciali”, ha spiegato il dg Antonio Donato, aggiungendo come “i lupi proteggono i vigneti allontanando animali selvatici come cinghiali e caprioli, e questo assume un’importanza assai rilevante, soprattutto nella prima fase vegetativa della vite”. | |
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| | Che il 2023 del vino italiano sia stato un anno difficile è ormai scritto nella storia recente del settore. Così come, però, che l’economia del vino abbia tenuto, seppur vivendo dei cambiamenti più o meno profondi. A confermarlo il “Report Annuale” 2024 by Valoritalia, il più grande ente di certificazione del vino italiano, guidato da Francesco Liantonio e Giuseppe Liberatore, presidente e dg di una realtà che certifica i vini di 49 Docg su 77, 133 Doc su 330 e 37 Igt su 118, pari al 56% del vino Dop e Igp italiano certificato, per oltre 2,3 miliardi di bottiglie (di cui 1,3 di vini Doc, 389 milioni di vini Docg e 662 di vini Igt), per un valore economico superiore ai 9,2 miliardi di euro (con le prime 20 denominazioni che, da sole, valgono 7,5 miliardi di euro di vino certificato sulla media ponderata del prezzo medio franco cantina delle singole denominazioni, pari all’82% del totale). Dai dati, una delle evidenze, è stata la crescita dei vini Igt, nel 2023, a +16,5% in volume, 97,6 milioni di bottiglie in più sul 2022. Un dato in netta controtendenza sul -9,2% della tipologia nei due anni precedenti. Una crescita andata a discapito dei vini Doc (-2,8% sul 2022) e dei vini Docg (-5,7% sul 2022). Ma, guardando al futuro, sottolinea Valoritalia, alle difficoltà legate al calo dei consumi, si sommeranno quelle, che, con ogni probabilità, saranno portate dall’entrata sul mercato (in parte già iniziata) dei vini della vendemmia 2023, una delle più scarse degli ultimi decenni. Eppure, qualche piccolo segnale di ripresa sembra arrivare, almeno dal primo quadrimestre 2024, con una crescita complessiva nei volumi di imbottigliato dell’1,1%; crescita sostenuta, questa volta, da una ripresa di Doc e Docg (+1,9%), mentre le Igt perdono un secco 1,5%. Uno scenario complicato, per un vino italiano del quale, però, ci si può “fidare”, anche se le “non conformità” sono in aumento: dei 51.768 campioni sottoposti a verifica, 50.495 sono risultati idonei, 857 rivedibili, e solo 399, alla fine, non idonei. Un aspetto importante, perché le certificazioni sono sempre più importanti. Sul fronte della sostenibilità, a cui il consumatore guarda sempre di più, ma anche su quello dell’accesso al credito, come hanno ribadito Francesco Liantonio e Giuseppe Liberatore, vertici di Valoritalia, ed Emanuele Fontana, Head of Agribusiness Crédit Agricole (in approfondimento). | |
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| | Alluvioni, grandinate e gelate tardive, poi il caldo e l’allarme siccità nel Sud Italia. Il clima da diversi anni falcidia l’agricoltura e i danni che vengono causati presentano il conto: il vino è il settore che, nel 2023, ne ha sofferto di più, registrando una diminuzione della produzione in volume del -17,4% sul 2022, secondo l’ultimo report Istat sull’andamento dell’economia agricola. Il comparto soffre, ma non è l’unico: negativi i dati anche per l’olio d’oliva (-3%), la frutta (-11,2%), il florovivaismo (-3,9%), le attività di supporto (-1,6%) e il comparto zootecnico (-0,9%). In generale, la produzione e il valore aggiunto del settore agricoltura, silvicoltura e pesca si riducono nel 2023, rispettivamente, dell’1,8% e del 2,5% in termini reali. A risentirne è anche l’occupazione che registra una flessione del 2,4%. | |
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| | | Una coltura eroica risalente ai fenici, che ha preservato l’uva Zibibbo, vitigno a bacca bianca noto anche come Moscato d’Alessandria, da cui nasce il celebre Passito. Pantelleria, la “perla nera” del Mediterraneo, isola crocevia di popoli, eccellenze gastronomiche e paesaggi unici, celebra 10 anni del riconoscimento a Patrimonio Immateriale Unesco de “La pratica agricola tradizionale della coltivazione della vite ad alberello della comunità di Pantelleria”. Conferito il 26 novembre 2014, ha segnato un momento importante per l’isola, consacrando la tradizione agricola del luogo, da custodire e tramandare, simbolo della resilienza e della maestria contadina di una comunità sopravvissuta in una terra impervia. Le celebrazioni hanno preso il via l’11 giugno nell’Assemblea Generale degli Stati della convenzione per la salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale, all’Unesco a Parigi, con la presentazione della monografia “Pantelleria. Racconti di Vite”, con testimonianze, tra gli altri, di Pierluigi Petrillo, direttore Cattedra Unesco Patrimonio Culturale Immateriale Università di Roma Unitelma Sapienza, Benedetto Renda, presidente Consorzio Vini Doc Pantelleria, e del fotografo Giò Martorana, che nutre un legame affettivo con l’isola. Proseguiranno a Pantelleria, dal 13 al 19 settembre. | |
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| | | Dalla Toscana al Burkina Faso con un messaggio di speranza. Sarà di Sangiovese (ma non solo), il vitigno più identificativo della Regione, alla base di iconici vini rossi, il primo vigneto “toscano” a sorgere nel cuore dell’Africa. Merito di un imprenditore italo-africano, volenteroso di dare il via al primo progetto per creare un’azienda vitivinicola in uno dei Paesi più poveri al mondo. È François Desirè Bazie, ex rifugiato politico ed oggi vignaiolo toscano, che sta piantando, e sta insegnando a farlo, le prime barbatelle nella campagna di Bagre, nella provincia di Boulgou. | |
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| | C’è molta Italia nella “Europe Top Restaurants” 2024, la classifica dei migliori ristoranti del Vecchio Continente, firmata da “Opinionated About Dining”. Al vertice, conferma per l’Alchemist dello chef Rasmus Munk, a Copenaghen. Il primo italiano in classifica è il Lido 84 di Riccardo Camanini, a Gardone Riviera, alla posizione n. 13, ma superano quota 20 i locali del Belpaese presenti nella top 150. Tra i migliori seguono Uliassi di Mario Uliassi a Senigallia, l’Osteria Francescana di Massimo Buttura a Modena, Reale di Niko Romito a Castel di Sangro, Le Calandre di Massimiliano Alajmo a Rubano, Piazza Duomo di Enrico Crippa ad Alba, Casa Maria Luigia a Modena, ancora di Bottura (con ai fornelli Jessica Rosval), Contrada Bricconi di Michele Lazzarini ad Oltressendra Alta, il D’O di Davide Oldani a San Pietro dell’Olmo e Atelier Moessmer di Norbert Niederkofler a Brunico. | |
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| | | Da “Amphora Revolution”, la prima kermesse sui vini italiani prodotti in anfora, firmata Merano WineFestival e Vinitaly, riflessioni su uno strumento antico che torna moderno, ma che richiede grande conoscenza e capacità per fare buoni vini e non cadere nel rischio di vedere nel difetto una caratteristica. Anche se l’anfora resta uno strumento di comunicazione importantissimo, oltre che di vinificazione, “perché molti consumatori di oggi bevono più con la testa che con la bocca”. | |
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