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N. 4.004 - ore 17:00 - Lunedì 15 Luglio 2024 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Una crociera a tema per i wine lovers: la propone la compagnia americana Windstar Cruises (che vanta una flotta di moderne navi a vela controllate da computer), che, dal 21 settembre al 1 ottobre debutterà con “Wine Cruise: Sicilian Splendors”, un tour incentrato sul vino a bordo della Wind Surf, la nave a vela più grande del mondo. Il progetto si avvale della consulenza di Maze Row Wines, azienda americana di import & export di vini pregiati (tra le griffe italiane nel suo portfolio ci sono Allegrini, Argiano, Brancaia, Jermann, Poggio Al Tesoro, Pieropan, Ratti e Tornatore). L’itinerario tocca Lipari, Catania, Malta, Trapani, Sorrento e Amalfi. | |
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| | Tendenze, mercati, cambiamento climatico: il vino deve adattarsi al mondo che cambia. Se per Darwin la specie più forte è quella che si adatta meglio all’ambiente circostante, lo stesso vale per il settore alle prese, oggi, con una vera e propria “Resistenza”, di cui si è parlato, ieri, a “VinoVip Cortina” 2024, il summit della rivista “Civiltà del Bere”, guidata da Alessandro Torcoli, con grandi nomi del vino italiano a confronto sul futuro nella “perla” delle Dolomiti (come racconteremo, con audio e video, nei prossimi giorni su WineNews, ndr). Per Luigi Moio, presidente Oiv-Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino, è necessario resistere agli attacchi culturali di chi non considera il vino un baluardo di civiltà, ma lo identifica in modo semplicistico con l’alcol. “Il vino ha avuto una grande accelerazione: tanti vi si sono avvicinati perché era di tendenza, ritrovandosi a fare vino senza competenza. Questa grande attenzione lo ha reso oggetto di campagne proibizioniste e a volte, per difenderlo, abbiamo rischiato di fare gravi danni di comunicazione. Il vino è una delle invenzioni più belle dell’uomo, ma l’alcol è nocivo, è assodato e dobbiamo dirlo in modo chiaro e semplice, incentivando un consumo consapevole, senza arrivare a demonizzare tutto il prodotto”. Per il Master of Wine e ceo Marilisa Allegrini, Andrea Lonardi, “dobbiamo approfondire i cambiamenti, senza limitarci a parlare del clima e dei consumi. I consumi sono mutati e il brand del vino deve modificare la propria leadership, il modello di vendita e il tema generazionale come vision aziendale, considerando che il vero problema è la crisi della “satisfaction edonistica” perché bere vino non è più di moda. Bisogna individuare il cliente: chi beveva vino per cultura continuerà, chi beveva per moda ne cercherà un’altra”. Per l’agronomo, ideatore dell’indice Bigot, Giovanni Bigot, “va trasmessa una cultura viticola che ponga il terreno al centro di tutto” e puntare sulla nostra biodiversità. Concentrandosi sulla resilienza dei distretti vinicoli, dove piccole e medie aziende agiscono in sinergia, Eugenio Pomarici, professore di Economia all’Università di Padova, ha concluso che “la fortuna dell’Italia è di avere una grande domanda interna, una superficie in ettari molto ampia, una buona policy, grandi risorse naturali e tante industrie di supporto”. | |
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| | Il riequilibro di domanda e offerta di vino, con i consumi in calo, anche con il controverso strumento dell’espianto dei vigneti; le guerre commerciali fatte con i dazi e non solo; la promozione ed i fondi per il settore; il rapporto tra consumo di vino e salute; il climate change: sono tante le sfide da affrontare per il comparto vinicolo, che in Ue vale 130 miliardi di euro di Pil (lo 0,8% del totale), crea 3 milioni di posti di lavoro, genera un saldo attivo dell’export di 15,9 miliardi di euro, e contribuisce con 52 miliardi di euro alle entrate fiscali. Anche per questo, la Commissione Agricoltura Ue ha convocato la prima riunione del Gruppo di Alto Livello sulle politiche del vino, l’11 settembre, e che, spiega una nota, dovrebbe riunirsi almeno 3 volte l’anno, e fornire “conclusioni e raccomandazioni” sulle future policy del vino entro inizio 2025. | |
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| | | Una delle famiglie di imprenditori più importanti d’Italia, nel segmento del lusso, mette radici nella terra del Brunello di Montalcino: Il Borro Toscana, la Tenuta della famiglia di Ferruccio Ferragamo, già tra i riferimenti del Valdarno di Sopra, ha acquisito l’Azienda Vinicola Pinino, uno dei piccoli gioielli di Montalcino con 21 ettari di cui 16,2 a vigneto (7,6 a Brunello di Montalcino, 5,4 a Rosso di Montalcino e 3,1 a Sant’Antimo), nella collina di Montosoli, ritenuta una delle zone più pregiate della denominazione. Si tratta di un’operazione strategica per Il Borro, un investimento importante (le cifre sono riservate, ma si parla di stime sui 10-12 milioni di euro per un’azienda, Il Pinino, che rumors danno da diversi anni sul mercato). “Mettiamo una grande passione in tutto quello che facciamo, anche nei nostri vini. Abbiamo costruito una distribuzione ottima per i nostri prodotti - spiega, a WineNews, Salvatore Ferragamo, che guida l’azienda, con particolare focus sul ramo vitivinicolo, con il padre Ferruccio e la sorella Vittoria - ed era arrivato il momento di allargare il nostro portafoglio. In Toscana, se guardiamo alla massima eccellenza, vengono in mente i territori di Montalcino e di Bolgheri, ed a noi si è presentata questa offerta con Pinino a Montalcino, che abbiamo colto” (continua in approfondimento). | |
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| | | Ha saputo esaltare i valori dell’eleganza e della creatività, distinguendosi per le attività di mecenatismo e garantendo la continuità di un’impresa familiare italiana: con queste motivazioni Marina Cvetic, amministratore unico di Masciarelli Tenute Agricole, ha ricevuto, in occasione di “VinoVip Cortina”, il Premio Khail 2024, il prestigioso riconoscimento di “Civiltà del Bere”. Prima di lei hanno ritirato il premio importanti personalità del mondo del vino, da Piero Antinori a Lucio Tasca d’Almerita, da Chiara Lungarotti ad Attilio Scienza. | |
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| | Immaginate una sorta di grande mensa, risalente a 3.500 anni fa, a pianta circolare e coperta da un tetto intrecciato, estremamente organizzata, con tanto di stoviglie di ceramica e alloggiamenti per molti bracieri, pronti a cucinare per un folto numero di persone: è stata scoperta a Tava Tepe, in Azerbaijan, grazie al lavoro della missione Garkap, una collaborazione tra l’Università di Catania, il Camnes di Firenze e l’Accademia delle Scienze di Baku. È il primo insediamento del genere mai scavato fino ad oggi. “La straordinarietà della scoperta - spiega il professor Nicola Laneri, docente di Archeologia e Storia dell’Arte del Vicino Oriente Antico all’Università di Catania - sta anche nell’altissima densità di stoviglie (sono stati ritrovati almeno 100 vasi) che venivano riposte lungo il circolo esterno dell’edificio e che contenevano i residui dei pasti cucinati nella mensa”. | |
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| | | A WineNews, le riflessioni di Lamberto Frescobaldi, alla guida di Unione Italiana Vini (Uiv) e di una delle cantine più storiche del Belpaese. “Fare impresa è difficile, farlo nel vino, che richiede tempi lunghi, lo è ancora di più, dobbiamo avere la capacità di guardare molto in avanti, di essere umili quando le cose vanno bene, e determinati quando non vanno bene, per farle andare meglio. I consumi calano e caleranno nei mercati più maturi. Ma possiamo aprirne altri in tutto il mondo. Il cambiamento fa paura, ma dobbiamo affrontarlo”. | |
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