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N. 4.001 - ore 17:00 - Mercoledì 10 Luglio 2024 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | In Australia i vini bianchi superano i rossi. Secondo il rapporto “National Vintage Report” di Wine Australia, la produzione per il 2024 è stimata a 1,43 milioni di tonnellate (+9%), ma quella delle varietà a bacca rossa è diminuita dell’1%, pari a 705.489 tonnellate, dato più basso dal 2007. A bilanciare la produzione ci pensano i bianchi (+19%) a 721.519 tonnellate, il 10% inferiori alla media decennale, un quantitativo però sufficiente per toccare il 51% complessivo, superando, di fatto, i vini rossi. Il primo vitigno (332.643 tonnellate) è lo Chardonnay (+31%), che ha scavalcato lo Shiraz (-14%), sceso a 297.868 tonnellate. | |
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| | Se almeno dall’export qualche segnale positivo arriva, con una crescita di oltre il +3% sia in valore che in volume nel primo trimestre 2024 sul 2023, secondo i dati Istat, e nel fuori casa si respira, complice l’estate, un po’ di voglia di ripresa, nella grande distribuzione, vero termometro del consumo di vino in Italia, con una quota dei volumi complessivi che oscilla tra il 60% ed il 70% del totale, le cose non vanno bene in questa prima metà 2024. Ad eccezione degli spumanti, che hanno ripreso la loro corsa, dopo la piccola battuta d’arresto del 2023, che aveva interrotto un trend di crescita decennale. È il quadro dei dati Circana, analizzati da WineNews, sulle vendite di vino tra gdo, discount ed e-commerce collegati sulla prima metà dell’anno. Nel complesso, il dato è negativo, con i volumi a -1,9% (315,4 milioni di litri) sullo stesso periodo 2023, anche se i valori sono in crescita del +1,4% (ad 1,1 miliardi di euro), ed i prezzi del +3,3% (3,57 euro al litro), ma sostanzialmente per l’aumento dei listini legato all’inflazione più che per uno spostamento verso fasce di prodotto di più alta qualità, come dimostrano, peraltro, il -4,3% a volume e il +0,5% in valore se si guarda ai volumi di Iper e Super Mercati e Liberto Servizio Piccolo, che contrastano con il +4% a volume e il +5,7% a valore dei discount. Un quadro negativo imputabile tutto al vino fermo (e frizzante), visto che se i vini in bottiglia da 0,75, nel complesso, fanno -1% in volume (164,5 milioni di litri), e +1,7% a valore (859 milioni di euro), gli spumanti segnano +3,5% a volume (44,2 milioni di litri) e +3,5% in valore (297,3 milioni di euro), ad un prezzo medio di 6,7 euro al litro. E a crescere sono sia il Prosecco, che è di gran lunga la tipologia di bollicine più venduta nel retail, con un +3,1% in volume (per 19,8 milioni di litri) e +2,4% a valore (151,4 milioni di euro, con un prezzo medio al litro di 7,6 euro), che i Metodo Classico, con un leggero +0,4 in volume (2,2 milioni di litri) e +4,5% in valore (43,2 milioni di euro, a 19,61 euro al litro). “Ad eccezione degli spumanti, si conferma un trend negativo che dura dal 2022. Già ad inizio 2024 si capiva l’andamento, e non si vedono condizioni perché le cose cambino nel breve termine”, commenta, a WineNews, Virgilio Romano, Business Insight Director Circana. | |
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| | Francia al primo posto, Italia seconda e terzo gradino del podio per la Spagna: è la classifica delle Nazioni vinicole più competitive al mondo nel 2023, stilata dall’agenzia francese France AgriMer. Il rapporto ha analizzato i dati 2022 di 13 Paesi sulla base di sei indicatori di performance: il potenziale produttivo, i fattori climatici ed energetici, la capacità di posizionamento dei produttori, l’attrattività del portafoglio, i flussi commerciali, gli investimenti e il contesto macroeconomico. Transalpini premiati per il buon valore dei prodotti, la notorietà e la visibilità dei brand. Lo Stivale ha saputo rinnovarsi in fascia media e alto di gamma, con il nostro Paese che viene definito “in salute”, ma c’è il tema della disponibilità dell’acqua: “solo il 30% dei vigneti dispone di un sistema di irrigazione”. Gli iberici “possono fare di più”. | |
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| | | Accendere i riflettori sulla necessità di una nuova relazione con la natura, attraverso il cibo, l’elemento più potente che ci riconduce alla terra, scegliendo come claim “We Are Nature”, per individuare una nuova prospettiva che metta gli esseri umani dentro la natura, come parte del tutto: ecco il tema di Terra Madre Salone del Gusto 2024, evento principe di Slow Food, e il più importante a livello internazionale dedicato al cibo buono, pulito e giusto per tutti, e alle politiche alimentari, che all’edizione n. 15 torna al Parco Dora a Torino (26-30 settembre, programma e personalità in approfondimento), organizzato dalla Chiocciola, Città di Torino e Regione Piemonte, con il patrocinio dei Ministeri di Agricoltura, Turismo, Ambiente e Sicurezza Energetica, Affari Esteri e Cooperazione Internazionale e Italian Trade Agency (Ice). E che per la prima volta, il 26 settembre, aprirà in maniera esclusiva per buyer e operatori che potranno incontrare i 600 produttori protagonisti del mercato italiano ed internazionale. “Con una classe dirigente sorda e sempre più in balia degli interessi economici delle multinazionali, o dei grandi fondi di investimento, noi crediamo che il cambiamento possa ancora avvenire dal basso, ma dobbiamo unire le forze”, sottolinea Carlo Petrini, fondatore Slow Food. | |
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| | | L’Ue ha accolto le misure per contrastare le false recensioni online e si schiera a fianco delle attività. Il Commissario Ue alla Giustizia Didier Reynders ha dichiarato che le piattaforme dovranno adottare le misure necessarie per contrastare la pubblicazione di commenti falsi e che, in caso di segnalazione di recensione sospetta, sono tenute a comunicare all’impresa le misure che intendono adottare. “È fondamentale che le recensioni provengano da consumatori reali”, ha detto il dg Fipe-Confcommercio Roberto Calugi. | |
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| | “La scelta della Commissione Europea di dimezzare i fondi per la promozione dei prodotti agricoli minaccia la crescita dell’export del made in Italy a tavola, salito nel 2023 alla cifra record di oltre 64 miliardi di euro. E rischia di vanificare il lavoro portato avanti in questi anni dalla filiera in termini di internazionalizzazione”. A lanciare l’allarme sono Coldiretti, Filiera Italia, Legacoop Agroalimentare e Cia-Agricoltori Italiani, in una lettera aperta al Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, dopo la presentazione della proposta dell’esecutivo Ue di ridurre del 51% il budget rispetto al 2024, passando da 185,9 milioni di euro a 92 milioni e l’assegnazione di risorse solo per i programmi semplici, con l’azzeramento per i programmi multipli e per le iniziative proprie della Commissione. | |
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| | | “Chi studia da chef oggi non vuole solo cucinare, ma saper usare i social, saper far quadrare i conti, avere un approccio più poliedrico. Le difficoltà sul mercato del lavoro sono tante: si trovano molto bene figure “entry level” e quelle di livello più alto. Il problema è nella fascia media ed i fattori sono tanti: condizioni di lavoro e stipendi non adeguati, ma non solo”. La candidatura della Cucina Italiana a Patrimonio Unesco? “Chi dice che la “cucina italiana non esiste” è un ignorante”, perché è una cucina di diversità unificata da un elemento importante, che è la cultura italiana”. | |
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