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N. 4.191 - ore 17:00 - Venerdì 4 Aprile 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Il “terremoto” scatenato dall’annuncio di Donald Trump sui dazi preoccupa anche la Francia del vino. Il mercato negli Stati Uniti, che è il suo primo partner commerciale, vale infatti per la Francia il 24,5% delle esportazioni in valore pari, nel 2024, a 3,8 miliardi di euro per quanto riguarda vini e spirits. La Fédération des exportateurs de vins & spiritueux de France (Fevs) prevede una diminuzione delle esportazioni di circa 800 milioni di euro in Francia a causa dei dazi per vini e liquori. Ma a lanciare l’allarme sono anche altre realtà del settore come la Cnaoc, l’Ugvc ed i Vignerons Indépendants con il presidente Jean-Marie Fabre (in approfondimento). | |
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| | Un brindisi in onore del grande vino italiano, con un pensiero rivolto ai Giochi Olimpici Invernali 2026: sarà la campionessa olimpionica di sci alpino Deborah Compagnoni a tagliare il nastro di “Vinitaly and the City” 2025, al via oggi a Verona (4-6 aprile). La Compagnoni - ambassador delle Olimpiadi e Paralimpiadi Milano Cortina 2026, che vedranno proprio l’Arena di Verona ospitare le cerimonie di apertura e chiusura - darà il via ufficiale al ricchissimo programma, con oltre 70 eventi tra degustazioni, masterclass, conferenze, incontri, wine talk e visite guidate, che ogni anno per Vinitaly, il salone del vino più importante del Belpaese, chiama a raccolta a Verona wine lover e appassionati. Molte le celebrities e i volti noti, dalla showgirl Simona Ventura al campione Alberto Tomba, dal produttore e conduttore Joe Bastianich alla dj Ema Stokholma. Tra Piazza dei Signori, Cortile del Mercato Vecchio e Cortile del Tribunale, si snoderà un itinerario che collega simbolicamente la capitale del vino veronese alla punta dello Stivale. “Vinitaly and the City rappresenta da sempre il risultato di un gioco di squadra vincente, che pone al centro la collaborazione con le varie istituzioni locali, dal Comune alla Provincia di Verona, dalla Fondazione Cariverona al patrocinio della Regione Veneto - ha dichiarato il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo - si tratta di un evento di pubblico complementare all’anima business di Vinitaly, che coinvolge tanto i cittadini veronesi quanto i turisti con una proposta ricca di arte, cultura, musica, gastronomia e, naturalmente, degustazioni di vino. “Quest’anno Vinitaly and the City coinvolge 515 cantine presenti con le proprie etichette in degustazione - afferma Adolfo Rebughini, direttore generale di Veronafiere. Tra gli appuntamenti serali più attesi, gli spettacoli della Regione Sicilia e il party “Valpolicella Vibes: la freschezza da scoprire”, organizzato dal gruppo giovani del Consorzio di tutela Vini Valpolicella per i 100 anni del Consorzio. Momento cult da non perdere la degustazione cibo-vino con l’Associazione Verace Pizza Napoletana e i sette Consorzi dei vini della Campania. Per la prima volta anche Esselunga, tra le più importanti realtà della grande distribuzione italiana, sarà presente con un truck e la mescita di 6 etichette esclusive. | |
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| | Finchè un topo è in grado di cucinare e soddisfare le esigenze del critico gastronomico più temuto di Parigi si può al massimo vincere il Premio Oscar come miglior film d’animazione - ed è il caso del simpatico topolino chef Remy in Ratatouille - ma cosa succede quando 9 ratti, veri e non disegnati dalla Pixar, sono in grado di distinguere tra un Sauvignon Blanc e un Riesling? Banalmente si può affermare che i roditori sono buoni “sommelier”. E a dirlo, con evidenze scientifiche, è uno studio realizzato dall’Università di Trento - in collaborazione con quella di Lincoln, nel Regno Unito, e quella di Vienna, in Austria - pubblicato su “Animal Cognition”, che racconta di un test passato con ottimi voti da 9 ratti che hanno dimostrato di saper distinguere tra diverse varietà di vino bianco (in approfondimento). | |
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| | | Tra le più belle cantine d’autore c’è Petra, a Suvereto, nell’Alta Maremma sulla Costa Toscana, progettata dall’archistar Mario Botta per Vittorio Moretti (ovvero “Mister Bellavista”) nel 1997: un’“eno-meraviglia” dalla doppia valenza di centro produttivo e architettonico ispirato al modello bordolese, punta di diamante dei rossi del Gruppo Terra Moretti, oggi protagonista di una “nuova visione” per “guidare l’evoluzione dei vini di taglio bordolese verso un’identità di Costa Toscana”, l’Igt che fa parte della “famiglia” di vini del Consorzio Toscana Igt. La griffe entra, dunque, in una nuova fase come punto di riferimento di eccellenza nel panorama toscano, “con un progetto ambizioso che parte dalla valorizzazione del passato per proiettare Petra e i vigneti di Montebamboli verso il futuro della viticoltura toscana, in un territorio, la Costa Toscana, sempre più con un’identità distintiva, muovendosi su basi tecniche, agronomiche e strategiche, per dare continuità a un lavoro di lungo periodo e ridefinire la centralità del vigneto come matrice identitaria”, come hanno spiegato, nei giorni scorsi, nell’“en primeur” 2024 delle nuove annate dei vini, Vittorio Moretti e il Master of Wine Andrea Lonardi, nominato consigliere delegato e strategic advisor Petra. | |
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| | | 180 milioni di euro di giro d’affari nel 2024, in leggera flessione, quasi fisiologica (-2,7%), sul 2023, in un contesto difficile per il mercato del vino, a conferma di 10 anni di crescita, con le bottiglie messe sul mercato passate da 7 a 12,3 milioni, ed un fatturato più che raddoppiato: sono in numeri del Trentodoc, le “bollicine di montagna”, raccontate dall’Osservatorio dell’Istituto Trentodoc, guidato da Stefano Fambri, che riunisce 69 case spumantistiche del territorio. Che hanno l’85% del mercato in Italia, ma crescono anche all’export, con Usa e Svizzera in testa. | |
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| | É ancora tutto da capire, nel suo complesso, l’effetto dei dazi Usa di Trump, al 20% sui prodotti Ue, e non solo. Ma intanto c’è chi continua a sbilanciarsi in cifre. Secondo il Centro Studi Conflavoro, per esempio, se nel complesso potrebbero costare all’Italia 2 miliardi di export e la perdita di 30.000 posti di lavoro, per il made in Italy agroalimentare il conto di 5.000 unità lavorative in meno, per 700 milioni di euro, che graverebbero soprattutto su vino, formaggi e olio di oliva. Un danno per le aziende, per il Paese, e soprattutto per certi distretti e province particolarmente legate all’agroalimentare, come, secondo Cia-Agricoltori, quelle di Salerno, legata soprattutto al pomodoro, Milano, con gli spirits, Cuneo, con i vini delle Langhe e non solo, Treviso, capitale del distretto del Prosecco, e Parma, soprattutto con i prosciutti ed i formaggi. | |
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| | | “Nel 2024 il giro d’affari in enoteca è stato stabile, con un leggero aumento. Ci sono state territori d’Italia che hanno fatto meglio, altri meno, ma grazie ad un fine anno molto valido siamo stati capaci di pareggiare il 2023”. A tracciare il bilancio è Andrea Terraneo, presidente Vinarius-Associazione Enoteche Italiane, che a WineNews racconta: “continueremo a spiegare e raccontare il vino che vendiamo per avvicinare sempre più consumatori. E così lavorando anche i giovani pian piano si avvicineranno. Tendenze? Si va verso vini di più facile beva, sia come gradazione che come struttura”. | |
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