Se questo messaggio non è visualizzato correttamente clicca qui
|
N. 3.691 - ore 17:00 - Venerdì 21 Aprile 2022 - Tiratura: 31.146 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
|
|
|
|
|
|
Per il Chianti Classico, territorio icona della Toscana, in cui nasce uno dei vini italiani più famosi nel mondo, è più vicino il riconoscimento Unesco. Grazie alla bellezza di un unicum che racconta secoli di storia e “antropizzazione illuminata” di quel paesaggio ancora intatto, e, al tempo stesso, produttivo ed operoso, che si dispiega tra la Firenze del Rinascimento e la Siena del Medioevo: il “sistema delle ville-fattoria del Chianti Classico” (in foto Villa Le Corti di Principe Corsini) è stato, ufficialmente, inserito nell’elenco della “lista propositiva” italiana dei siti candidati a Patrimonio dell’Umanità (in approfondimento). |
|
|
|
|
Il combinato disposto di inflazione e bassa crescita economica preoccupa anche il mondo del vino, che, dopo un 2022 a dir poco sfidante, guarda con una certa apprensione al 2023, entrato ormai nel vivo. Come ha raccontato il direttore generale Oiv - Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino, Pau Roca, dalla presentazione dello “State of the World Vine & Wine Sector”, riepilogo statistico sul 2022 del vino a livello globale, “il conflitto in Ucraina e l’incertezza sull’andamento economico portano con sé una certa vulnerabilità sui mercati, e ad oggi è difficile immaginare che le cose possano andare meglio del 2022. L’unica incognita è la Cina, la cui ripresa potrebbe aiutare anche il mondo del vino. L’inflazione, che nel 2022 ha toccato il +8,8%, rallenterà di due punti l’anno nel 2023 e nel 2024, ma ogni incremento si somma a quello precedente, e questo vuol dire che l’aumento dei costi, per l’industria del vino, potrebbe non essere ancora finito. Inoltre, la frenata della crescita economica si traduce in un calo del potere d’acquisto dei consumatori. Il vino, però, ha tutte le carte in regola per reagire e adattarsi alle sfide future, nella consapevolezza che non si può tornare indietro”, ha aggiunto Pau Roca. “Il mercato è grande e segmentato, e dai cambiamenti nascono sempre nuove opportunità, basta guardare a come evolvono i consumi. Ci sono problemi di sovrapproduzione in aree importanti del mondo, da Bordeaux alla Spagna all’Italia, specie perché il vino rosso, a livello globale, ha visto la propria quota di mercato scendere al 48%, con i bianchi e le bollicine al 43% ed i rosati all’11%. Si aprono, quindi, delle opportunità su fronti nuovi, come quello dei vini dealcolati: non sappiamo in che misura, ma è fondamentale, per l’Oiv, che si parli di vino da uva fermentata. Infine, bisogna porre una particolare attenzione - conclude Pau Roca - al ruolo che il vino ha nella società, perché le autorità sanitarie internazionali hanno espresso, in più occasioni, una certa preoccupazione rispetto all’uso di alcol, specie tra i giovani. L’Oiv crede molto, e lo dimostra impegnandosi, nella battaglia contro gli abusi, ma il vino è anche un settore che gioca un ruolo importante, economico e culturale, per le comunità rurali di molti Paesi” (in approfondimento tutti i numeri del 2022 del vino by Oiv). |
|
|
|
|
In una Francia che fa i conti con la crisi di Bordeaux, e che corre verso la distillazione di emergenza di 3 milioni di ettolitri di vino che non trovano mercato, la Borgogna (come lo Champagne), corre per la sua strada. A spiegarlo il Bureau Interprofessionnel des Vins de Bourgogne (Bivb). In Francia si è assistito ad un calo della vendita al dettaglio dei vini di Borgogna (-22% in volume e -12,5% in valore) ma, soprattutto, per la mancanza di disponibilità di prodotto, mentre canali più tradizionali come alberghi, ristoranti ed enoteche, hanno ripreso a fare buoni affari con i vini della Borgogna. Ma all’export è a segnare un nuovo record, superando 1,5 miliardi di euro in valore (+12,9% sul 2021), per 92 milioni di bottiglie. In termini di volumi, spiega il Bivb, “un’attenta gestione delle scorte a partire dall’aprile 2021 ha limitato il calo, e le esportazioni sono diminuite “solo” del 12%”. |
|
|
|
|
|
Degustare l’Amarone, tra cui, eccezionalmente, la Riserva Mezzadro alla Fontana 2011, e ammirare le opere di artisti contemporanei di rilievo internazionale esposte in una cantina che con il suo design minimalista si lega perfettamente all’installazione video “The Wall of Gazes” del pluripremiato artista argentino Mariano Sardón, che mescola arte ed intelligenza artificiale, o alla scultura “Für Paul Celan” di Anselm Kiefer, artista tedesco tra i più quotati al mondo, dedicata al poeta ebreo Paul Celan, guidati da esperti di vino e arte. Nell’eterno connubio tra questi due mondi, è Farina Wines a “scolpire” l’ultimo progetto in Valpolicella, con “Art Ferment”, rassegna voluta dalla famiglia Farina, con Artericambi Gallery di Verona. Una serie di appuntamenti, da oggi al 15 dicembre, e, soprattutto, per “ArtVerona” (Veronafiere, 13-15 ottobre), e che diventa anche una wine experience di enoturismo, in un trend sempre più diffuso tra vigneti e cantine di tutta Italia, che nel segno di un vero e proprio mecenatismo contemporaneo diffondono cultura attraverso il vino, sostengono gli artisti e contribuiscono a custodire l’immenso patrimonio italiano. Un connubio che vanta ormai una “collezione” di progetti ricchissima, ripercorsa da WineNews nell’approfondimento, e che da sempre raccontiamo puntualmente. |
|
|
|
|
|
Dal Rinascimento ad oggi, è una “Venere” di Botticelli, dea dell’amore e della bellezza perfetta, capolavoro dell’arte italiana, di cui è simbolo, degli Uffizi di Firenze, nei panni di una virtual influencer ad accompagnare i turisti alla scoperta del Belpaese: fa parlare di sé la nuova immagine dell’Italia nella campagna lanciata da Ministero del Turismo ed Enit, e ideata da Armando Testa, per raccontare le nostre bellezze, dalle grandi città agli angoli più nascosti, ma anche l’enogastronomia, con il claim “Open to meraviglia”. |
|
|
|
|
Una cantina vinicola romana è spuntata dalle rovine di Villa dei Quintili, il più grande complesso residenziale del suburbio di Roma, 24 ettari sull’Appia Antica, con una zona di pigiatura dell’uva, presse, un tino per far decantare il mosto ed un sistema di canali per convogliare il vino nella cella dove erano custodite le giare, che fanno pensare alla possibilità di degustarlo. La struttura finiva col creare un teatrale effetto fontana, da cui sgorgava il mosto appena spremuto assecondando le tendenze bacchiche dell’Imperatore. La scoperta dell’“enoteca” ante litteram è avvenuta negli scavi condotti tra 2017 e 2018 nel Parco dell’Appia Antica, i cui risultati sono stati ora pubblicati sulla rivista “Antiquity”. La Villa dei Consoli Quintili, dopo il loro omicidio per aver ordito una congiura, passò all’Imperatore Commodo e ai suoi successori. |
|
|
|
|
|
La grande Italia del vino non è fatta solo di grandi rossi da invecchiamento o da bottiglie da investimento. Ci sono infatti territori e produttori capaci - abbinando qualità ed accessibilità - di raggiungere un palcoscenico esclusivo come quello di OperaWine, “l’american dream” del vino italiano, la tradizionale degustazione, firmata da “Wine Spectator”, prologo di Vinitaly. A WineNews, Federico Dal Bianco (Masottina), Diego Cusumano (Cusumano), Francesco Gibellini (Tenuta Pederzana) e Piernicola Leone De Castris (Leone De Castris). |
|
|
|
|