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WineNews
N. 2.454 - ore 17:00 - Lunedì 30 Luglio 2018 - Tiratura: 31.087 enonauti,
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La News
Una emoji per il vino bianco
Nel linguaggio dei social e delle chat scompaiono le parole, sostituite dalle emoji: ce n’è una per ogni cosa, persino per il vino, ma solo rosso. Almeno per ora. La mancanza dell’emoji del vino bianco, infatti, non è passata inosservata agli occhi del pioniere dello Chardonnay della Sonoma County, Kendall-Jackson, che ha inviato un dossier di 15 pagine alla Unicode, il sistema di codifica internazionale dei caratteri, per perorare la causa dell’emoji del vino bianco. Una questione linguistica e storica, perché “il vino bianco è una bevanda dalle origini antiche, e dovrebbe essere adeguatamente illustrata nella moderna lingua internazionale delle emoji”.
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Primo Piano
Verso la vendemmia, le quotazioni dei vini italiani secondo Ismea
Tra i vigneti d’Italia si inizia a guardare concretamente alla prossima vendemmia, ma intanto il mercato corre e, a giugno 2018, rispetto al 2017, i prezzi dei vini del Belpaese sono in netto rialzo. A dirlo le quotazioni di Ismea (prezzi medi iva esclusa per l’ultima annata in commercio, e franco cantina), analizzate da WineNews, che, come sempre, possono differire poi dai prezzi reali delle contrattazioni, ma che danno un’idea dello stato dell’arte generale, in un quadro in cui, nelle cantine del Belpaese, al 15 luglio, secondo i dati del registro telematico dimoravano poco più di 39 milioni di ettolitri. Tra i rossi, a guidare “il listino” c’è come sempre il Brunello di Montalcino, a 1.075 euro ad ettolitro, in crescita del 6,4% sullo stesso periodo 2017, seguito dal Barolo, a 765 euro, ma in calo del 6,7%. Sul podio Ismea l’altro grande rosso delle Langhe, il Barbaresco, sui 550 euro ad ettolitro, a +6,8%. Ma prima dei due grandi rossi piemontesi, in realtà, c’è l’Amarone della Valpolicella, che dai dati della camera di Commercio di Verona, viaggia tra gli 800 ed i 900 euro ad ettolitro. Nel listino Ismea, segue il Nebbiolo d’Alba a 290 euro ad ettolitro (+1,8%), e poi il Chianti Classico, con il vino del Gallo Nero che è quotato sui 282,5 euro ad ettolitro (+22,8%). In lieve calo sul 2017 il Valpolicella, sui 245 euro ad ettolitro (-2%), seguito dal rosso dell’Alto Adige Lago di Caldaro Classico, sui 220 euro ad ettolitro (+20,5%), dalla Barbera d’Alba a 210 euro ad ettolitro (+10,5%), dal Teroldego Rotaliano a 195 euro ad ettolitro (+5,4%) e, a chiudere la “top 10”, il Dolcetto d’Alba e di Diano d’Alba, a 170 euro ad ettolitro (+13,3%). Sul fronte dei bianchi, al vertice c’è un terzetto con una quotazione di 290 euro ad ettolitro, formato dal Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene Docg (+7,4%), e dal Gavi e dal Cortese di Gavi (+5,5%). A seguire, con quotazioni di 265 euro ad ettolitro, in rialzo del 12,8% sul 2017, c’è il Trento Pinot Nero per base spumante, e poi il Roero Arneis a quota 230 euro ad ettolitro, in crescita del 35,3%, con la stessa quotazione dello Chardonnay dell’Oltrepò Pavese, che fa segnare un balzo del 76,9%. Il Prosecco Doc, invece, viaggia sui 210 euro ad ettolitro (+12%).
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SMS
Le “Corone” di “Vinibuoni d’Italia”
Siamo ancora a luglio, ma è già iniziata la “stagione delle guide” del vino. Ad aprire le danze, come sempre, è il Touring Club con “Vini Buoni d’Italia”, dedicata soltanto ai vini da vitigni autoctoni o di antica coltivazione del Belpaese. 440 le “Corone”, il massimo riconoscimento assegnato dalla guida, che nei giorni scorsi a Buttrio ha mandato in scena le sue finali “pubbliche”, unica pubblicazione del settore a farlo. Al vertice della qualità italiana, secondo la guida coordinata da Mario Busso e Alessandro Scorsone, c’è sempre il Piemonte, con 64 etichette premiate, seguito sul podio dal Veneto che, con 50, supera la Toscana, a 44 “Corone”. 46, invece, le etichette insignite nella categoria dedicata alla spumantistica metodo classico italiana, dove domina il Franciacorta, con 20 riconoscimenti, davanti al Trentodoc con 9.
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Focus
Wine & food da Guinness World Records
Se l’universo del vino è già di per sé un record, accanto al mondo del food ha comunque registrato da sempre un numero impressionante di primati, ufficialmente riconosciuti dal Guinness World Records. Alcuni più “seri”, come il ritrovamento delle tracce di vino più antiche del mondo, in Georgia, su ceramiche datate tra il 6000 e il 5800 a.C. Alcuni invece ben più originali: tra questi WineNews ha selezionato quelli del wine & food più stravaganti, a partire da quello tutto italiano del maggior numero di bottiglie di spumante stappate simultaneamente, aggiudicatosi da Ferrari nel 2007, con ben 2.778 bottiglie di Trentodoc. O la più grande carta dei vini in un ristorante,  del Chiggeri di Lussemburgo, e che comprendeva, nel 2008, al momento del conteggio per il Guinness World Record, ben 1.746 etichette. Tutti italiani i record del maggior numero di pizze realizzate in 12 ore, ben 10.065, con un team di oltre 56 persone, e del tiramisù più lungo del mondo, realizzato a Villesse da 30 pasticceri, lungo 266,90 metri. Per finire in bellezza, il record della cena consumata alla massima altitudine: una “normalissima” festa di compleanno tra amici, unico particolare i 6.805 metri di altezza a cui il gruppo ha mangiato, in Tibet.
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Cronaca
Impronta chimica contro l’Italian Sounding
E se la soluzione al problema dell’Italian Sounding, almeno per quanto riguarda i formaggi, fossero i rigidi disciplinari e la chimica? Uno studio sul Grana Padano effettuato da un pool di ricercatori di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell’Università Cattolica di Piacenza attraverso un’analisi metabolomica ha scoperto una sorta di “impronta” chimica che, simile all’impronta digitale, distinguerebbe l’originale dalle imitazioni. E sarebbero proprio gli inflessibili passaggi dettati dal disciplinare a creare nel prodotto delle reazioni chimiche particolari ed inimitabili.
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Wine & Food
3,3 milioni di dollari per la biblioteca del vino della Davis, la più grande al mondo
Fare della Wine Writing Library della Davis, l’Università della California, la collezione più completa al mondo di opere letterarie dedicate al vino: è l’idea che ha spinto Warren Winiarski, fondatore della griffe della Sonoma Valley Stag’s Leap Wine Cellars, a donare qualcosa come 3,3 milioni alla biblioteca del vino, che vanta già più di 30.000 libri, manoscritti, mappe e documenti risalenti addirittura al 1287. Una collezione aperta a tutti, dove accanto alle opere di grandi della letteratura enoica contemporanea, da Hugh Johnson a Jancis Robinson, troveranno spazio i lavori di altri celebri wine writers e gli scritti di autori di libri dedicati al mondo enoico, così come di giornalisti, critici e blogger, nella convinzione che tutto ciò che è stato scritto sul vino sia stato di fondamentale importanza per la crescita del settore.
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WineNews.tv
Dalla storia al futuro del vino: parla Ernesto Abbona, guida della Marchesi di Barolo e di Uiv
Il produttore piemontese e presidente di Unione Italiana Vini: “tante le anime del vino italiano, fondamentale stare insieme, con cultura e rispetto. Dobbiamo conoscere meglio i nostri territori per valorizzarli al meglio e proiettarli nel futuro. Alla Politica e al Governo chiediamo di metterci in condizioni pari a quelli dei competitor stranieri, e di essere pronti a recepire le nostre indicazioni. Sui grandi mercati internazionali meglio concentrarsi, in un primo tempo, sui marchi e denominazioni forti, capaci di essere poi locomotive per tutti”.
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