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WineNews
N. 4.284 - ore 17:00 - Lunedì 18 Agosto 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti,
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La News
Vino ed export, l’Italia resiste
I dati Istat delle esportazioni di vino italiano, aggiornate a maggio 2025, confermano il trend del primo quadrimestre: leggerissimo calo in valore, nell’ordine del -0,82%, a 3,2 miliardi di euro, ed una flessione del -3,8% in volume, a 852,3 milioni di litri. Ma arriva anche un’altra conferma: al netto dei dazi di Trump, gli Stati Uniti, insieme al Canada, continuano a rimanere in territorio nettamente positivo, mentre il calo, soprattutto in valore, è da attribuire soprattutto al crollo della Russia, e a qualche flessione in Germania e Uk, Cina, Giappone e non solo, secondo i dati Istat analizzati da WineNews.
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Primo Piano
Tra i “big”, Usa e Canada continuano a crescere. Giù Uk, Germania, Russia, Cina, Giappone …
Guardando ai singoli mercati del vino italiano, secondo i dati Istat sui primi 5 mesi del 2025, gli Usa continuano ad essere nettamente leader. E se i volumi sono più o meno stabili, sui 150 milioni di litri, i valori fanno segnare ancora un +5,7%, a 838,7 milioni di euro, segnalando comunque ancora una leggera frenata rispetto al +6,5% dei primi 4 mesi. Dietro agli Usa, si conferma la Germania, nonostante un -1,2% in valore, a 478,8 milioni di euro, ma con un notevole -5,8% in volume, a 198,5 milioni di litri, in quello che è il primo mercato straniero per quantità del vino tricolore. Fortemente negativo in valore, invece, il calo del Regno Unito, a -5,9%, per 298,1 milioni di euro, “accompagnato” da un -4,3% in volume, a 94,7 milioni di litri. Si conferma invece un porto stabile e sicuro la Svizzera, con 164,7 milioni di euro (+0,2%), mentre cresce in maniera importante il Canada (che, da mesi, nella disputa dei dazi, ha chiuso i suoi scaffali ai vini americani, ndr), con una crescita in valore del +9,8% nelle importazioni di vino italiano, a 159,3 milioni di euro, ed un +3,5% in volume, a 28,1 milioni di litri. Tra i mercati sopra i 100 milioni di euro in valore, cresce ancora la Francia, del +2,1%, a 130,9 milioni di euro, così come fanno i Paesi Bassi, a +1,8% per 104,8 milioni di euro. Lieve crescita (+2,3%) anche per il Belgio, a 90,6 milioni di euro di vino italiano importato nei primi 5 mesi del 2025, mentre cedono qualcosa, rimanendo in Europa, la Svezia, a 80,4 milioni di euro (-1,5%) e l’Austria (-2,5%) a 62,7 milioni di euro. Iniziando a spostarci verso Est, invece, ecco il crollo della Russia, a 61,2 milioni di euro (-45,3%), ma fanno male anche il Giappone, a 70,1 milioni di euro (-10,9%) e la Cina (-21,1%) a 28,9 milioni di euro, tallonata ormai dall’Australia che, invece, cresce fino a 28,2 milioni di euro (+7%), staccando anche la Corea del Sud, a 22 milioni di euro (-1,8%). Infine, guardando al Brasile, mercato più importante di quel Mercosur nel quale molti ripongono speranze di crescita, i dati parlano di una crescita del +8,7%, che in valore si traduce in 14,6 milioni di euro. Tra i dati, emerge anche la leggera flessione degli spumanti, dopo anni e anni di crescita, con un -1% in valore, a 875,8 milioni di euro, ed un -0,9% in volume, a 206 milioni di litri.
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L’Italia torna su “Wine Spectator”
Importante parlare dei dazi, ma senza dimenticare l’intramontabile passione che gli americani hanno per il vino italiano. Una nuova conferma arriva dalla copertina di “Wine Spectator”, il prestigioso magazine Usa, dedicata all’Italia, questa volta simboleggiata dall’Umbria, il “cuore verde” del Belpaese, ricco di natura e terra di santi, come San Francesco di Assisi, buon cibo e ottimi vini, come il Sagrantino di Montefalco, l’antico vino da messa al tempo del Patrono d’Italia, riscoperto e rilanciato alla ribalta internazionale, insieme al suo territorio, dal produttore Marco Caprai, alla guida della Caprai (ed oggi apprezzato nel mondo grazie alle tante cantine storiche, da Scacciadiavoli ad Antonelli). “Savoring Italy, Praising California Pinot” è il titolo dell’editoriale firmato dall’editore di “Wine Spectator” Marvin R. Shanken.
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Focus
Lavoro e controlli, più di metà delle aziende agricole fuori regola
Oltre la metà delle aziende agricole presentano qualche irregolarità, soprattutto legate alle posizioni lavorative ed al lavoro nero. È il bilancio, poco lusinghiero, che emerge dai controlli effettuati dai Carabinieri, dal 31 luglio all’11 agosto 2025, su tutto il territorio nazionale, “precedute da una meticolosa consultazione ed attenta analisi dei dati presenti nelle banche dati a disposizione dei Carabinieri, al fine di individuare le aziende potenzialmente a rischio”. Nel dettaglio, spiega l’Arma dei Carabinieri, “sono state controllate 888 aziende, di cui 468 sono risultate irregolari (52,70%). Nel corso delle ispezioni si è provveduto a verificare 3.601 posizioni lavorative, di cui 729 sono risultate irregolari (20,24%); di queste, 196 sono riconducibili all’impiego di manodopera “in nero” (il 26,88% delle 729 posizioni lavorative irregolari); tra le posizioni lavorative verificate, 1.557 riguardano lavoratori extracomunitari, di cui 79 impiegati “in nero”, mentre 30 sono risultati clandestini; 19 sono stati i minori trovati sui luoghi di lavoro, di cui 9 impiegati “in nero”. 113 i provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale (il 12,72% delle 888 aziende ispezionate), di cui 51 per “lavoro nero”, 50 per gravi violazioni in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro e, in 12 casi, per entrambe le ipotesi”.
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Cronaca
Van Gogh con il Prosecco Doc
Una via che il vino italiano deve percorrere più spesso guardando al futuro è quella che lo vede camminare insieme agli altri simboli del made in Italy nel mondo, dallo sport alla moda, dalla musica al cinema, dall’automotive alla cultura: il Consorzio del Prosecco Doc è Main Partner e Official Sparkling Wine di “Da Picasso a Van Gogh. Storie di pittura dall’astrazione all’impressionismo”, tra le mostre 2025 da non perdere in Italia, al Museo di Santa Caterina a Treviso, con la curatela di Marco Goldin (15 novembre 2025-10 maggio 2026).
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Wine & Food
La tecnologia che rimuove l’alcol piace a Francia e Usa, che la finanziano con 5 milioni
Il mondo dei “no-low” cresce, e in tanti ci investono, anche in ricerca.  Come dimostra il caso di Altr, realtà americana di base a Phoenix, che ha recentemente annunciato la chiusura con successo del round di finanziamento iniziale da 5 milioni di euro per la sua tecnologia di rimozione dell’alcol, “Flavor First”. Un progetto supportato da investitori importanti nei settori delle bevande e della tecnologia, spiega una nota, come VitiRev Innovation, fondo francese gestito da Demeter, che guida questo round, insieme a Suntory Global Spirits, Jeriko (gestito da Techmind), Az Venture Capital Inc., Solvable, Ftw, Bluestein Ventures e Xinomavro. “Altr utilizza una tecnologia che rimuove l’alcol a livello molecolare, preservando il gusto e garantendo un basso impatto ambientale”, spiega ancora una nota, e sono già nate collaborazioni con alcune realtà vitivinicole importanti ...
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WineNews.tv
“La cultura agricola è sempre stata cultura del territorio, ma oggi si è perso di vista il terreno”
''La cultura agricola è sempre stata cultura e conservazione del territorio, oggi si pensa solo a massimizzare i profitti, perdendo di vista il terreno e cosa gli è necessario. Si è persa la capacità di camminare nella propria terra. Gli alberi, l’ombra e l’acqua sono validi alleati nel vigneto perché creano un microclima che mitiga gli effetti del riscaldamento globale ed aumenta la biodiversità''. Lo dice, a WineNews, Stefano Lorenzi, tree climber ed esperto in agroforestazione, che oggi affianca le sue competenze a quelle di Lorenzo Costa, esperto di regimazione delle acque piovane.
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