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WineNews
N. 3.420 - ore 17:00 - Lunedì 16 Maggio 2022 - Tiratura: 31.116 enonauti,
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La News
Prowein 2022: gli “altri” competitor del vino
Il problema contingente è quello dei costi di energia, materie prime e trasporti che, come testimoniato da produttori come Marilisa Allegrini e manager come Beniamo Garofalo (Santa Margherita), complicano il mercato nonostante una domanda di vino in crescita. La grande sfida strutturale, invece, è il “climate change”. Ma il vino d’Italia e del mondo guarda alla concorrenza di altre bevande alcoliche, dei mix nel segno della “co-fermentazione”, magari unendo anche vino e birra, degli hard seltzer, e di prodotti a basso tenore alcolico o alcol free (birra su tutti). Trend (raccontato in approfondimento) che trova conferma al Prowein 2022, a Dusseldorf.
Approfondimento su WineNews.it
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Primo Piano
Château Margaux al top e prezzi in calo: le impressioni del trade sulla 2021 di Bordeaux
Château Margaux è la migliore declinazione dell’annata, Château Langoa Barton è destinato a rivelarsi il migliore investimento, ma i prezzi della vendemmia 2021 - ex négociant - sono attesi in calo di un 2,7% sulla 2020, ma in crescita del 20,7% sulla 2019. Ecco gli aspetti salienti che emergono dalla degustazione en primeur dell’annata 2021 di Bordeaux, nei pareri dei wine merchant di tutto il mondo raccolti dal Liv-ex. Secondo più della metà di buyer, importatori e distributori membri del Liv-ex, inoltre, la domanda della 2021 di Bordeaux en primeur sarà del 20% inferiore rispetto ad un anno fa, tra i critici il più ascoltato ed influente resta Neal Martin, firma di punta di Vinous, la testata fondata da Antonio Galloni, e caratteristiche chiave capaci di descrivere al meglio l’annata sono: eterogeneità, freschezza e bassa gradazione alcolica. Dietro a Château Margaux, nella top five dei Bordeaux 2021 più convincenti, troviamo Château Lafite Rothschild, quindi Château Figeac, Cheval Blanc e Ausone. In termini di prezzo, tra i vini che verranno rilasciati (si presume) ad un prezzo inferiore alle 600 sterline per cassa (50 sterline a bottiglia), Château Langoa Barton stacca tutti, davanti a Brane Cantenac, Grand Puy Lacoste, Domaine de Chevalier, Batailley, Beychevelle, D’Issan, Haut Bailly, Talbot, Branaire Ducru, nella top ten dei 125 vini citati.  In termini di punteggi, la media dei membri del Liv-ex all’annata 2021 è di 92,5 punti su 100, poco meno della 2014 (92 punti) e praticamente al livello della 2017 (92,6 punti). Per il 25% del trade, la 2021 di Bordeaux non assomiglia a nessun’altra annata assaggiata in precedenza, e in una classifica delle ultime cinque annate, la 2021 si piazza al quarto posto, dietro alla 2019, alla 2018 e alla 2020, e davanti alla 2017. Il risultato di tutte queste considerazioni è che la domanda, a volume, della 2021 di Bordeaux en primeur, sarà in calo per il 71% dei wine merchant. Sul fronte prezzi, le aspettative su alcuni degli Château più rappresentativi di Bordeaux (Cos d’Estournel, Pontet Canet, Montrose, Mouton Rothschild, Pichon Lalande, Leoville Les Cases, Talbot, Cheval Blanc, Pavie e Mission Haut Brion), parlano di un prezzo mediamente inferiore del 2,7% sull’annata 2020, e superiore del 20,7% sull’annata 2019. 
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Al cibo non si rinuncia. Al ristorante sì
Di mangiare non si può fare a meno, neanche in tempi di crisi. Di concedersi qualche piccolo lusso come il ristorante, invece, sì, se necessario. Ovvietà, che si traducono in scenari, perchè di fronte alla perdita del potere di acquisto determinata dall’inflazione quasi un italiano su quattro (23%) si dice pronto a sacrificare i viaggi, il 16% a ridurre le spese di vestiario e il 12% ai consumi fuori casa e all’intrattenimento. Emerge da una analisi Coldiretti sulla base dei dati Ismea - Nielsen sui comportamenti delle famiglie per difendere i bilanci dai rincari. E la spesa a casa si fa più razionale: 7 famiglie su 10 (68%), eviteranno gli sprechi di cibo, quasi la metà ridurrà gli acquisti superflui (48%) e presterà maggiore attenzione al rapporto qualità prezzo e al rapporto prezzo/peso negli acquisti (47%) e il 38% programmerà con la lista per evitare acquisti inutili.
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Focus
Vietti, i cru di Barolo e la mezzadria come leva finanziaria
Tra i tanti passaggi di mano ed investimenti vissuti dalle Langhe negli ultimi anni, ce n’è uno che, a raccontarlo, ha dell’incredibile. Bisogna tornare indietro al 2018, quando si presenta un’occasione più unica che rara: mettere le mani su ottomila metri quadrati di uno dei cru più prestigiosi di Barolo, il Monvigliero. Protagonista della storia, Vietti, storica griffe di Castiglione Falletto, che, come ha raccontato Luca Currado Vietti, alla guida dell’azienda (rilevata nel 2016 dalla famiglia Krause), in quel periodo si era appena imbarcato in altri importanti investimenti, sempre relativi all’acquisto di nuovi vigneti. Non avendo i capitali per finanziare l’acquisto, e non potendo bussare nuovamente alla porta delle banche, ha trovato una soluzione originale: ripetere l’operazione avvenuta pochi anni prima in Borgogna, nei Domaine Georges Roumier, e stipulare un accordo di “métayage” (una forma di mezzadria) con un gruppo di dieci investitori americani (tra cui, stando ai rumors, anche il rapper Jay-Z). È la soluzione giusta, e dopo il primo appezzamento arriva il secondo, nel 2019, che oggi formano un cru da 1,6 ettari totali. Nei termini dell’accordo il gruppo di investitori trattiene ogni anno il 45% della produzione, che esce con etichetta Vietti, mentre a Luca Currado Vietti rimane il restante 55%.
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Cronaca
Nasce il Premio Internazionale Nittardi
Quando si parla di “etichette di artista”, uno dei progetti più longevi ed importanti, nato nel 1981, è quello di Casanuova di Nittardi, tenuta che fu di Michelangelo Buonarroti, e oggi della famiglia Canali-Femfert. Che, dopo aver coinvolto artisti tra i più importanti della scena internazionale, con nomi, tra gli altri, come Pierre Alechinsky, Corneille, Dario Fo, Günter Grass, Yoko Ono e Mimmo Paladino, per celebrare l’edizione n. 40 del progetto, ha deciso di sceglierne ben sei, per “vestire” il Chianti Classico Vigna Doghessa, lanciando il Premio Nittardi.
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Wine & Food
Slow Food: una “food policy” delle città per un cibo sempre più buono, pulito e giusto
Oltre il 50% della popolazione mondiale vive in città ed entro il 2050 sarà il 70%. Sono quindi i cittadini a consumare la maggior parte di cibo, con tutto quello che comporta in termini di uso del suolo, utilizzo di acqua dolce ed emissioni di Co2. Compito di chi governa è mettere in campo, oggi, “food policy” per affrontare gli scenari futuri, affinché il cibo buono, pulito, giusto e sano sia disponibile per tutti. Perché senza una profonda trasformazione del sistema alimentare urbano non potrà esserci sicurezza alimentare e non potrà verificarsi alcuna transizione ecologica. È emerso da “Il cibo al centro della rigenerazione urbana”, incontro di Slow Food nell’“Anteprima di Terra Madre” a Roma, che, nei giorni scorsi, ha dato il via agli eventi “The Road to Terra Madre” verso “Terra Madre Salone del Gusto 2022” a Torino (22-26 settembre).
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WineNews.tv
Tra un passato glorioso ed un futuro da costruire, Montepulciano e il suo Nobile
Mentre la denominazione va verso la certificazione con lo standard Equalitas (il 24 maggio, a Roma), i fasti del Rinascimento riecheggiano nelle cantine storiche, raccontate a  WineNews da Alamanno Contucci, Enrico Trabalzini (De’ Ricci) e Cristian Pepi (Talosa). Con un occhio al futuro, nelle parole di Caterina Dei, Antonio Michael Zaccheo, patron di Carpineto, Maria Stella Carletti, ultima generazione della storica griffe Poliziano, e Andrea Rossi, presidente del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano e della Vecchia Cantina di Montepulciano.
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