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  N. 4.339 - ore 17:00 - Lunedì 3 Novembre 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti,  opinion leader e professionisti del vino  |   |  
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  |   |   |  A vendemmia ormai finita è tempo di ulteriori stime per un raccolto atteso che arriva in un anno difficile per il vino. Secondo Copa Cogeca, la “voce” degli agricoltori e delle cooperative agricole dell’Ue, il settore vitivinicolo europeo stima una produzione di vino di 145,5 milioni di ettolitri per il 2025, a +1% sul 2024. Ma, sebbene i volumi siano in ripresa, rimangono comunque inferiori del 7,5% sulla media quinquennale. L’Italia resta leader dell’Ue con una produzione stimata di 47 milioni di ettolitri, davanti alla Francia con circa 37 milioni di ettolitri e alla Spagna che scende al terzo posto con circa 31,5 milioni di ettolitri (in approfondimento).  |   |  
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  |   |  Il mercato dei vini sfusi, nonostante i problemi, tiene, come già raccontato da WineNews, ma le scorte in cantina, inutile negarlo, sono una preoccupazione evidente. Ma, come spesso accade, dalle difficoltà possono nascere delle opportunità, che, in questo caso, sono rappresentate da nuove strategie con innovazioni ed idee, piuttosto che sulla tradizionale spinta a prezzi super competitivi per alleggerire le rimanenze. Intanto, il mondo degli sfusi si prepara a due giorni da protagonista grazie alla vetrina della World Bulk Wine Exhibition (Wbwe) n. 17, il principale appuntamento mondiale per il comparto dei vini e distillati sfusi, in programma il 24 e il 25 novembre al Rai Amsterdam, che vede in prima linea nell’organizzazione Vinexposium (che firma anche la fiera internazionale “Wine Paris”). Un appuntamento che arriva in un momento in cui le esportazioni globali di vino sfuso hanno totalizzato 16,5 milioni di ettolitri nella prima metà 2025, con un modesto calo del -2,3% sullo stesso periodo 2024. Nonostante la riduzione dei volumi, però, i valori sono rimasti stabili, a 1,2 miliardi di euro (-0,3%). Una delle sfide, e dei problemi, più rilevanti per il mondo del vino è la gestione delle rimanenze in cantina. E quindi le strategie da intraprendere per attuare un modello economico sostenibile. Ma come fare? Guardando a nuove strategie. Una nota della World Bulk Wine Exhibition sottolinea che “si è tentati di considerare l’attuale eccesso di offerta globale come una scorciatoia per riconquistare i consumatori attraverso prezzi più bassi. In realtà, il quadro è molto più complesso. Ciò che questo momento offre davvero è l’opportunità di ripensare il modo in cui il vino viene prodotto, confezionato e posizionato. Dalla creazione di marchi e private label ai vini analcolici e a bassa gradazione alcolica, dai Rtd (ready-to-drink, ndr) ai nuovi formati, la sfida non è semplicemente vendere le eccedenze, ma trasformare la necessità in innovazione e reinvenzione”. Alla fine quello che può fare la differenza è la capacità di rimanere dinamici, creativi e commercialmente resistenti di fronte al surplus. I prezzi scontati possono eliminare le scorte ma coloro che avranno successo saranno quelli che vedranno l’eccesso di offerta non come un peso, ma come un catalizzatore per riconnettersi con i consumatori e ripristinare l’equilibrio.  |   |  
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  |   |  All’inizio si è certi di cosa stiamo bevendo, che sia Cabernet o Pinot Nero, ma con il passare del tempo questa certezza diminuisce e ci si rende conto che in realtà non si è poi così esperti di vino. Poi con l’esperienza la fiducia risale, si colmano le lacune e si diventa competenti. Con il risultato che la conoscenza del vino segue una forma a U: all’inizio sale, poi scende, poi torna in alto. Ma la curva può influenzare anche e soprattutto il comportamento del consumatore perché quando la sicurezza cala, questi la volta successiva sceglie un vino diverso, oppure fa passare del tempo prima di riacquistarlo e c’è anche un 50% che cambia tipologia (che sia vitigno, denominazione o produttore) senza mai più tornarci. Sono le conclusioni di uno studio realizzato dalla Northeastern University di Boston, su 30.000 consumatori di vino.  |   |  
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  |   |   |  Da “Merano WineFestival”, “un palcoscenico dedicato ai creatori del mondo enogastronomico”, citando il patron Helmuth Köcher (7-11 novembre, con il direttore WineNews Alessandro Regoli premiato tra le “WineHunter Stars”), al film “Il vino in Alto Adige: la storia di una rinascita” del Consorzio Vini Alto Adige, proiettato a Bolzano (6 novembre); dalla Simonit & Sirch Academy all’Accademia Vine Lodge a Capriva del Friuli che ospita il patron di Eataly Oscar Farinetti (6 novembre), al “Barbera d’Asti Wine Festival” ad Asti con la regia del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato (7-10 novembre); dall’Asti che brinda a Jannik Sinner come Official Sparkling Wine e Silver Partner delle Nitto Atp Finals a Torino (9-16 novembre), a “Gensy” a Palermo, il Congresso biennale de “La Sicilia di Ulisse” sul significato contemporaneo del “ben-essere” partendo dalla tavola (con l’intervento anche di WineNews, 7-9 novembre); da Italesse che svela “Trilogy, the concept glass for bubbles”, calici pensati per le bollicine di una stessa Maison alla Cantina storica del Gruppo Meregalli a Monza (e della Monaca di Monza, ndr; 5 novembre), a “Wine Club - A New Exclusive Experience” al Convento dei Neveri a Bariano con i vini distribuiti da Partesa (4 novembre; per addetti ai lavori, entrambi): sono tanti gli eventi in agenda.  |   |  
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  |   |   |  Il mercato chiama, il Garda Doc risponde: con la modifica al disciplinare in Gazzetta Ufficiale, arriva il via libera, dalla vendemmia 2025 alla versione low alcol (9 gradi) per i bianchi a base Garganega (prima denominazione a farlo), la menzione “Cremant” per gli spumanti, e non solo (i dettagli in approfondimento). “Questa revisione del disciplinare rappresenta un passaggio strategico per la nostra denominazione. Diamo voce a un territorio unico, che unisce tradizione viticola e visione moderna e internazionale”, commenta il presidente del Consorzio Paolo Fiorini.  |   |  
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  |   |  In un anno segnato da rincari internazionali e frodi milionarie, come ricordano Coldiretti e Unaprol, l’olivicoltura italiana rialza la testa: secondo le stime di Confagricoltura e Unapol su dati Ismea, per l’Uliveto Italia, nel suo complesso, si prevede una buona annata, anche se in forma disomogenea, con una raccolta delle olive in forte crescita al Sud, in drastico calo al Centro-Nord, per una produzione di olio made in Italy stimata a 300.000 tonnellate, in crescita del +21% sul 2024. Un risultato che riporta il Belpaese al secondo posto mondiale sia per produzione che consumi (rispettivamente dietro alla Spagna e alla Grecia, ndr), ma dietro i numeri si nascondono sfide cruciali: squilibri territoriali, età media degli olivicoltori oltre i 53 anni e la necessità di regole più severe per difendere qualità e trasparenza.  |   |  
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  |   |   |  A WineNews, Riccardo Cotarella, tra i più importanti enologi d’Italia e del mondo, si racconta. Dal suo passato, con la spinta ricevuta dal padre verso gli studi enologici, l’incontro con la famiglia Vaselli, poi quello con Robert Parker, il recente passaggio della sua azienda ai figli e i suoi successi nel settore, al presente della crisi (passeggera, per Cotarella) del vino e del tema dell’“enologia leggera”, ma guardando al futuro, con i suoi consigli a chi volesse, come lui, fare l’enologo: “un mestiere stupendo”.  |   |  
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