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N. 3.565 - ore 17:00 - Venerdì 9 Dicembre 2022 - Tiratura: 31.127 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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La crisi di Bordeaux, partita con il crollo del mercato cinese che, un decennio fa, ha trascinato in basso le quotazioni delle grandi griffe sul mercato secondario dei vini pregiati e il loro prestigio, è ormai diventata una vera e propria crisi di sistema, capace di trascinare giù un intero territorio. A Bordeaux, oggi, si produce troppo vino, e con il calo costante dei consumi l’unica soluzione è diventata quella di un coraggioso piano di espianto, che dovrebbe coinvolgere 15.000 ettari vitati. È la richiesta principale fatta al Ministro dell’Agricoltura dai 1.500 vignaioli che, pochi giorni fa, hanno deciso di manifestare invadendo le strade di Bordeaux con i loro trattori. |
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“Grande risultato in Europa: la Commissione ha eliminato carne e vino dalla lista degli alimenti ritenuti dannosi per la salute. È una notizia importantissima per tutta la Nazione, una vittoria che abbiamo ottenuto lottando con determinazione a difesa delle eccellenze italiane”. Ad annunciarlo, ieri, sul suo profilo Facebook, il Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida. Una battaglia in cui tutto l’agroalimentare made in in Italy (e non solo) si batte da tempo, ma che Lollobrigida rivendica, aggiungendo: “non solo, adesso ci sono anche più risorse economiche per le Indicazioni Geografiche, con altri 2 milioni di euro (con la dotazione per la promozione nel mercato interno che passa da 7 a 9 milioni di euro, ndr), proprio come avevamo chiesto noi. Tutto questo dimostra che il nostro nuovo approccio paga. Avanti così”. Tutto, ancora, è in via ufficiosa, e maggiori dettagli si avranno quando la Commissione Agricoltura pubblicherà il suo “Programma di lavoro 2023”, atteso a giorni. Ma in ogni caso, conferma a WineNews, da Bruxelles, Paolo De Castro, eurodeputato e relatore della riforma di regolamento sulle Indicazioni Geografiche, manca solo un passaggio, che di fatto è soltanto formale, per quella che comunque “è una buona notizia. Ma teniamo alta la guardia per il prossimo regolamento”, sottolinea De Castro. Tra i primi commenti, sul fronte vino, è arrivato quello del presidente Assoenologi, Riccardo Cotarella: “esprimo grande soddisfazione per la decisione assunta dalla Commissione europea di rimuovere il vino, i salumi e le carni rosse dalla lista degli alimenti dannosi per la salute dell’uomo. Grazie al Ministro e al Governo. Assoenologi, da anni, si è battuta per ottenere questo risultato. La decisione della Commissione europea di eliminare vino, salumi e carni rosse dalla lista dei cibi dannosi è un evidente cambio di rotta che ci fa ben sperare per il futuro, ma senza abbassare la guardia. Ricordiamo che c’è sempre un documento licenziato dall’Organizzazione mondiale della sanità che indica nel vino un possibile prodotto pericoloso. Assoenologi continuerà a monitorare con grande attenzione il tema e lo farà anche a metà gennaio nel corso del simposio organizzato proprio per parlare del tema vino e salute”. |
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La sostenibilità è un mantra, un dovere ed una opportunità, per le imprese. Ma richiede risorse e competenze, che non sempre è semplice reperire, soprattutto in fasi di profonda incertezza economica. Assunto che si conferma nei risultati dell’indagine Format Research per Agronetwork, l’associazione di promozione dell’agroindustria costituita da Confagricoltura, Nomisma e Luiss, su un campione di 1.600 tra imprese agricole e piccole e medie aziende dell’industria alimentare. Ebbene, il 45,2% delle imprese intervistate ha dichiarato di non aver effettuato negli ultimi 5 anni alcun investimento per favorire la propria sostenibilità ambientale, il 54,8%, invece, lo ha fatto ma ha incontrato molte difficoltà. I costi rilevanti (45,8%), un quadro normativo troppo complesso (24,5%) sono le principali ragioni per cui molte imprese hanno rinunciato ad investire. |
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Dopo l’exploit del 2021, l’anno che ha riscritto ogni record, il 2022 ha messo a dura prova il mercato dei fine wines. La fine della pandemia ha fatto ripartire l’economia, ma non la catena di approvvigionamento, frenata principalmente dalla politica cinese, che mira all’azzeramento dei contagi Covid, e dalla guerra russa in Ucraina. Il risultato è che il mondo guarda al 2023 con la paura, fondata, di una recessione economica che pare inevitabile. A prima vista, l’impatto sul mercato secondario dei fine wines appare minimo, tuttavia, sono evidenti i segni della tempesta economica. C’è una crescente sensazione che lo slancio si sia esaurito: il Liv-ex 100 è sceso, per la prima volta in 18 mesi, a luglio e, di nuovo, ad ottobre e novembre 2022. Anche il Burgundy 150 ha registrato guadagni minori, rimanendo piatto in ottobre e calando a novembre 2022. Le prospettive per il 2023 si fanno un po’ più grige, tanto che, tra i membri del Liv-ex, prevale un leggero pessimismo. E se il futuro è tanto incerto è anche a causa dei segnali contrastanti che arrivano dal presente: alcune etichette hanno raggiunto prezzi mai visti, ma questo fa diminuire il numero degli investitori. La buona notizia, come si legge sul report firmato dal Liv-ex, arriva dalla stabilità dei fine wines (continua in approfondimento). |
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Esce anche quest’anno il cinepanettone di Natale, ma con tanto di polemica “enoica”. A scatenarla il trailer del nuovo film di Christian De Sica, “Natale a tutti i costi”, su Netflix a partire dal 19 dicembre. In una scena, l’attore, dopo aver bevuto un vino abruzzese, lo definisce “una m …”. Un messaggio decisamente poco rispettoso nei confronti di quella che la rivista Usa “Wine Enthusiast” ha definito “Regione vinicola dell’anno”. Che ha stimolato la protesta del Consorzio Vini d’Abruzzo, guidato da Alessandro Nicodemi (in approfondimento). |
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Con 13 minuti di applausi al “Boris Godunov” di Modest Musorgskij, la Prima della Scala a Milano, con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sul palco reale, tra la Presidente della Commissione Ue Ursula Von Der Leyen e il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, è stata un trionfo. Ad applaudire non poteva mancare il vino italiano, sempre più sostenitore della cultura italiana. Come Bellavista, che ha rinnovato la consolidata partnership con il Teatro alla Scala con il Franciacorta Brut Teatro alla Scala 2017, vino ufficiale del più importante teatro italiano, nella Prima del 7 dicembre, giorno del Patrono di Milano, Sant’Ambrogio, e della nuova stagione teatrale, la diciottesima insieme. Brindando con l’alta cucina, con un “terzetto” di chef tre Stelle Michelin d’eccezione come Massimo Bottura, Enrico Bartolini e Mauro Colagreco, e tanti vip. |
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A WineNews lo scrittore e comunicatore premiato con l’“Oscar del Vino” 2022 dalla Fondazione Italiana Sommelier e Bibenda di Franco Ricci. “La comunicazione del vino è migliorata e peggiorata al tempo stesso, all’inizio si parlava molto di tecnica, oggi troppo di degustazione, e si dimentica il resto, ma è aumentata la platea. Ci sono troppi che si parlano addosso. Raccontare il territorio, quello che è intorno al vino, è fondamentale”.
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