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WineNews
N. 3.061 - ore 17:00 - Lunedì 28 Dicembre 2020 - Tiratura: 31.087 enonauti,
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La News
Pompei e la convivialità nell’antichità
La scoperta risale agli ultimi anni di scavi, ma la scelta di raccontarla nel lockdown delle festività non è casuale, o almeno così ci piace immaginare. Perché il riemergere del termopolio della Regio V di Pompei, sommersa dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., svela tutta l’antichità e la bellezza di quella convivialità di cui facciamo a meno. Un locale al centro della vita del quartiere, dove gli affreschi del bancone con insegna e pietanze servite, anfore che contenevano vino locale e resti di cibo nelle giare e pentole di coccio, testimoniano l’abitudine dei nostri antenati di consumare “fuoricasa”, come in questa bottega di street food ante litteram.
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Primo Piano
I primati del vino, tra serio e faceto, secondo il “Guinness World Records”
Il vino più antico risale ad ottomila anni fa: in pieno Neolitico, come dimostrano le analisi chimiche sui reperti trovati dagli archeologi nei siti di Gadachrili Gora e Shulaveris Gora, 50 chilometri a sud di Tbilisi, in Georgia, che hanno rivelato tracce di acido tartarico. Che si trova in grandi quantità, in Medio Oriente, solo nelle uve di Vitis Vinifera, e nel vino che se ne produce, e la conferma arriva dalla presenza di altri acidi organici presenti nell’uva eurasiatica. Un record certificato dal “Guinness World Records” che, da decenni, registra ogni genere di primato, con centinaia di curiosità che riguardano anche il mondo del vino. E che WineNews vi fa scoprire, in un viaggio intorno al mondo tra il serio e il faceto. Si parte da Londra, sede della “The Antique Wine Company”, che il 18 gennaio 2011 ha venduto la bottiglia di vino bianco più cara di sempre: uno Chateau d’Yquem 1811, a 75.000 sterline. Decisamente meno epica, ma non meno curiosa, la fila più lunga di bottiglie di vino, un serpentone di 1.725 bottiglie lungo 132,28 metri. Il Chiggeri, ristorante di Lussemburgo, nel 2008 aveva in lista ben 1.746 etichette di vino diverse, tutte disponibili in cantina per più di sei mesi consecutivi. Altro record storico, quello della più grande degustazione di vino mai andata in scena: 5.095 persone raccolte nella Plaza de Toros di Aranda de Duero. Impressionante, a Città del Capo, in Sudafrica, la cantina della cooperativa Wijnbouwers Vereniging, la più grande al mondo, che si estende per 22 ettari, con una capacità di 121 milioni di litri. Appartiene all’Italia il record della botte più grande del mondo, l’ha firmata Garbellotto e può contenere 42.909 litri di vino. La cantina con il maggior numero di bottiglie stoccate è quella di Milestii Mici, in Moldova: un dedalo di gallerie scavate dai minatori lungo 55 chilometri, con 1,5 milioni di bottiglie. Il vino più costoso battuto ad un’asta è il mitico Romanée Conti 1945 Domaine de la Romanée-Conti, aggiudicato a 481.976 euro nella vendita all’incanto di Sotheby’s, a New York, il 13 ottobre 2018. Qualche altra curiosità? Tale Alain Dorotte, a Parigi, ha aperto 13 bottiglie di vino in un minuto con un cavatappi a T, e a Mendrisio, in Svizzera, è andata in scena la più grande “sciabolata” contemporanea di sempre, con 487 wine lover partecipanti.
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Brexit soft, il made in Italy sorride
Dopo un lungo braccio di ferro tra Londra e Bruxelles, l’accordo raggiunto tra Ursula Von der Leyen e Boris Johnson non prevede dazi o quote: la Brexit non sarà hard, e il mercato comune è salvo. Per la Ue non è il risultato politico sperato, ma le imprese del Vecchio Continente possono tirare un bel sospiro di sollievo. A partire da quelle dell’agroalimentare made in Italy, che potranno così continuare a esportare senza dazi o quote nel loro quarto mercato di sbocco, per un valore complessivo di 3,4 miliardi di euro. Una grande notizia, anche se la burocrazia sarà un ostacolo non da poco, a cui le imprese italiane, solitamente di piccole dimensioni, dovranno sforzarsi di adeguarsi in fretta. Restano sul tavolo comunque problematiche non da poco da affrontare e risolvere, come le certificazioni e gli standard sanitari e di sicurezza.
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Focus
Il Sassicaia è (ancora) il vino italiano più cercato online
Tra le classifiche più attese di fine anno, c’è la “Top 100 Most Searched-For Wines” di Wine-Searcher, che mette in fila i vini più cercati online. Nell’immaginario dei wine lovers, tantissima Francia, ma anche le etichette più iconiche del Belpaese. È qui che trovano posto i campioni super quotati delle aste e degli investimenti, con il più famoso degli Champagne, il Dom Pérignon, sul gradino più alto del podio, seguito dai Premier Cru di Bordeaux: Château Mouton Rothschild, Château Lafite Rothschild, Château Margaux, Château Petrus e Château Latour. Il primo italiano è il Sassicaia di Tenuta San Guido, alla posizione n. 8. Poco fuori dai primi dieci, troviamo il Tignanello della Marchesi Antinori, alla posizione n. 14, mentre l’Ornellaia arriva alla posizione n. 36, e il Masseto alla n. 39. Alla posizione n. 45 un’altra etichetta della Marchesi Antinori, il Solaia, seguito alla n. 62 dal Barolo Riserva Monfortino di Giacomo Conterno, il vino più scambiato sul mercato secondario dei fine wines. Alla n. 81 il Barolo di Bartolo Mascarello, seguito alla posizione n. 83 dal Flaccianello della Pieve di Fontodi, con il Brunello di Montalcino de Il Poggione, alla posizione n. 88, ultimo vino italiano in una classifica dominata dalla Francia, con ben 55 vini sui 100 più cercati su Wine-Searcher.
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Cronaca
Il primo Natale con gli sprechi azzerati
Anche questa è tradizione: quasi 8 italiani su 10 ripropongono a tavola gli avanzi di Natale, riutilizzandoli in cucina con una nuova sensibilità verso la riduzione degli sprechi spinta dalla pandemia. A dirlo è un’indagine Coldiretti/Ixe, dalla quale emerge come solo nell’11% delle famiglie non avanza niente, mentre l’1% dona in beneficenza e nessuno dichiara di buttare i resti del pranzo o del cenone nel bidone, con il Natale 2020 che si classifica come il primo con sprechi azzerati.
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Wine & Food
Il parroco, il sindaco, il pensionato e il vino per brindare in uno (stra)ordinario Natale
Don Pietro, il parroco che, nella messa di Natale della parrocchia Santi Angeli Custodi di Piacenza, ha invitato i fedeli a bere vino buono, segno della vita eterna, e perché in paradiso gli astemi non potranno venire, perché lì si beve vino; il sindaco del piccolo Comune del Veneto di Orsago, Fabio Collot, che per essere loro vicino, ha donato insieme a Bauli un panettone ai bambini, e vino ai “nonni vigile” che li accompagnano a scuola con il “piedibus”; il signor Fiorenzo, il pensionato di 94 anni di Bologna che per non brindare solo il 25 dicembre ha chiamato i Carabinieri per farlo insieme a lui. Gesti simbolici che raccontano un Natale 2020 straordinario, e che WineNews racconta perché i brindisi solidali siano un invito a fare altrettanto stappando un buon vino italiano e alzando i calici al nuovo anno. Con i nostri migliori auguri.
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WineNews.tv
La storia di Odoardo Beccari, tra i fondatori del Consorzio Chianti Classico e aiutante di Salgari
A WineNews, lo scrittore Paolo Ciampi, autore di “Le bottiglie di Odoardo - Storie di viaggi, sogni, vini”. “Il vino ha una dimensione importante nella letteratura perché richiama la convivialità, e il convivio ci spinge a raccontare. È il presupposto alla scrittura per gli altri, e quindi alla letteratura. Nessuno scrive solo per se stesso, come nessuno fa un buon vino solo per se stesso, lo fa perché vuole aprire la sua cantina e la sua tavola agli altri. E poi, la letteratura difficilmente prescinde dai luoghi, così come il vino, sapere che si trasmette dalla terra e da una generazione all’altra”.
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