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WineNews
N. 3.703 - ore 17:00 - Giovedì 11 Maggio 2023 - Tiratura: 31.127 enonauti,
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La News
Ristorazione, torna l’ottimismo con il turismo
Il largo consumo arranca, la produzione alimentare perde il -4,5%, nei primi tre mesi 2023 (sul 2022), con gli italiani sotto la scure dell’inflazione che tagliano i consumi, e l’export che, dopo i record in valore del 2022, non è decollato, in questo 2023. Ma il wine & food può sperare nella ripresa piena della ristorazione che, anche grazie al flusso turistico record atteso per il 2023, ha il morale decisamente alto. Ed è un settore in cui si è tornati ad investire, visto che è anche quello che registra il maggior tasso di crescita di nuove aperture. Lettura che emerge dai dati Istat e Fipe/Confcommercio, letti da WineNews (in approfondimento).
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Primo Piano
Un “gioiello” che vale 179 miliardi: l’industria alimentare nel Rapporto Federalimentare-Censis 
Non rappresenta solo una delle componenti più importanti dell’economia nazionale, con un valore di 179 miliardi di euro di fatturato annuo, 60.000 imprese, 464.000 addetti e oltre 50 miliardi di export in valore, ma è anche un asset primario dal punto di vista sociale, per il suo contributo al benessere psicofisico e alla qualità della vita degli italiani: è il ritratto dell’industria alimentare del nostro Paese secondo il primo Rapporto Federalimentare-Censis, presentato oggi a Roma alla Camera dei Deputati. Dall’indagine emerge come il settore ricopra un ruolo da protagonista nella filiera del food italiano, che registra un fatturato totale di 607 miliardi di euro - in valore pari al 31,8% se rapportato al Prodotto Interno Lordo (Pil) - con 1,3 milioni di imprese e 3,6 milioni di addetti, costituendo quindi un patrimonio di interesse nazionale. Nelle graduatorie dei settori manifatturieri italiani l’industria alimentare è, al primo posto, per fatturato, al secondo posto per numero di imprese, per addetti e per l’export in valore. In dieci anni il fatturato ha registrato in termini reali un incremento del 24,7%, il numero di addetti del 12,2% e il valore delle esportazioni del 60,3%. L’industria alimentare risponde ad una spesa interna che, come quota del totale della spesa, è in Italia pari al 16,6%, come la Spagna, superiore a Francia (15,7%), Paesi Bassi (13,9%), Germania (13,4%) e media della Ue a 27 Paesi (16,1%). Dal Rapporto si evince che l’86,4% degli italiani dichiara di avere fiducia nell’industria alimentare italiana ed è una fiducia trasversale, che coinvolge il 93,8% degli anziani, l’84,2% degli adulti e l’81,6% dei più giovani. La ricerca evidenzia la riconoscibilità dell’origine localistica e territoriale di marchi e prodotti, che va di pari passo con la vocazione a conquistare i mercati con il made in Italy. Il 78,3% degli italiani valuta molto positivamente che gli stabilimenti dell’industria alimentare siano localizzati in Italia. Inoltre, pur in situazioni di crisi e nell’attuale inflazione, l’industria alimentare ha sempre garantito un’articolazione interna di prezzi che rende possibile l’inclusività nei consumi alimentari. Il 90,7% degli italiani dice che mangiare il cibo che preferisce è importante per il proprio benessere psicofisico. 
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SMS
Distillazione di crisi, parlano le Cooperative
In Italia, soprattutto in alcuni territori, c’è troppo vino . E si inizia a parlare di distillazione di crisi per fare spazio in cantina. E se ieri sul tema si era espressa Unione Italiana Vini (Uiv), sottolineando come la misura, non risolutiva a livello strutturale, debba essere, in caso, finanziata con fondi regionali ad hoc dove serve, e non sottraendo fondi a promozione o investimenti, oggi le Cooperative sottolineano la necessità di riequilibrare domanda ed offerta nel medio periodo, ma senza escludere la distillazione di crisi in emergenza. “Le giacenze di vino in cantina e le difficoltà di mercato confermano il perdurare di una crisi in alcuni territori viticoli, in particolare per i vini rossi. Questo, a due mesi dalla vendemmia, genera preoccupazione e richiede una riflessione condivisa”, ha dichiarato Luca Rigotti, coordinatore Settore Vitivinicolo Alleanza Cooperative.
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Focus
La Sicilia del vino punta sull’enoturismo di alta gamma
La Sicilia è una “terra forte, una terra di contrasti, una terra vera”, dove il vino, una delle sue risorse più preziose, è “solo” un filo rosso che lega millenni di storia, di cultura, di bellezza. Perchè “chi viene in Sicilia viene a fare delle scoperte: il vino è sempre stato un biglietto da visita per la Sicilia, ma poi c’è un mondo dietro. Il vino è un fil rouge ti fa scoprire storie vere, storie di impresa, di architettura, di cultura enogastronomica. Quindi noi produttori siamo veramente custodi del territorio e ambasciatori di una Sicilia meravigliosa”. Parole di Laurent Bernard de la Gatinais, alla guida di Assovini Sicilia, intuizione geniale di tre grandi padri nobili del vino di Sicilia come Diego Planeta, Antonio Rallo e Lucio Tasca, oggi rete che riunisce le imprese virtuose del vino della Regione, 100 cantine, per un giro d’affari di oltre 300 milioni di euro. E che, praticamente nella loro totalità, stanno investendo su un enoturismo, e quindi su un turismo che, in Sicilia, non può e non vuole essere “di massa”, ma di alto livello, sostenibile, capace di valorizzare la grande bellezza e l’autenticità di quella terra che oggi è uno dei diamanti del vino italiano, con le sue mille sfaccettature. Riflessioni (in approfondimento) che arrivano da “Sicilia en Primeur 2023”, (anteprima dei vini che culminerà a Taormina il 13 maggio). 
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Cronaca
L’Alta Langa aumenta ettari e produzione
È un crescendo di qualità, numeri e passione a raccontare il successo dell’Alta Langa Docg, da “La Prima dell’Alta Langa” 2023 firmata dal Consorzio alla Reggia di Venaria nei giorni scorsi (i migliori assaggi di WineNews in approfondimento). A partire dagli ettari vitati, oggi 378 tra Asti, Alessandria e Cuneo, ai quali nei prossimi anni se ne aggiungeranno 220, con la produzione di 3 milioni di bottiglie nel 2022 che aumenterà in proporzione, trainata dal +67% di vendite con una quota export del 10%, grazie all’amore per le bollicine.
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Wine & Food
In Asia le importazioni di vino vivono di alti e bassi. Ma la promozione non si ferma
La Cina, in particolare, e tutta l’Asia, più in generale, restano grandi obiettivi per il vino mondiale, ed italiano. Merato dove si vive di fiammate improvvise, alternate a brusche frenate. E così, per esempio, se il 2022 delle esportazioni di vino italiano si è chiuso con il segno negativo in Cina, e con una crescita robusta in Giappone, per esempio, secondo i dati Istat (Gennaio 2023) analizzati da WineNews, sullo stesso mese 2022, si è con un calo delle esportazioni, in tutti i mercati, tra il -20% ed il -45%. Ma il futuro è tutto da scrivere, e si rafforzano le attività di promozione nel Continente. Dall’11 al 13 maggio, per esempio, sarà di scena “Wine to Asia”, a Shenzhen, organizzata da Veronafiere (Vinitaly) e Shenzhen. Mentre Vinexposium trasforma Vinexpo Asia in evento annuale, tra Singapore ed Hong Kong, e Prowein, a Singapore, Shanghai, Hong Kong e Mumbai, aggiungerà Tokyo, dal 2024.
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WineNews.tv
Il futuro del vino di Sicilia, tra vigna e mercato secondo gli “eredi” dei suoi “padri nobili”
In vista di “Sicilia En Primeur 2023”, parlano Antonio Rallo, Alessio Planeta e Alberto Tasca, nel solco di Giacomo Rallo, Diego Planeta e Lucio Tasca, con lo sguardo al futuro di tre famiglie che hanno segnato il rinascimento del vino siciliano, dalla fondazione di Assovini Sicilia, alla Doc Sicilia, alla Fondazione SoStain. Guardando ad un domani che è fatto di ricerca in vigna, valorizzazione sul mercato, e lavoro di squadra.
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