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WineNews
N. 3.105 - ore 17:00 - Martedì 2 Marzo 2021 - Tiratura: 31.087 enonauti,
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La News
La Murat dovrà risarcire “Bordeaux”
Dalla Francia arriva una notizia che fa discutere: il tribunale di Libourne, nella Gironda, ha condannato Valérie Murat, portavoce dell’associazione “Alerte aux toxiques”, a risarcire con 125.000 euro il Conseil Interprofessionnel du Vin de Bordeaux e gli altri attori della filiera. Che, secondo la sentenza, La Murat avrebbe denigrato in un report in cui sottolineava la presenza di residui chimici in vini certificati Hve (High Environmental Value), sebbene il laboratorio che aveva effettuato le analisi - riporta il quotidiano francese “Le Parisien” - avesse sottolineato che la presenza di tali residui fosse bassa e comunque nei limiti legali.
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Primo Piano
Il vino da investimento nel 2020 ha tenuto, e ha fatto meglio di auto d’epoca, arte e gioielli
Nonostante gli sconquassi della pandemia, il numero di super ricchi (coloro che guadagnano all’anno oltre 30 milioni di dollari), è cresciuto del 2,4%. Si parla di 520.000 persone nel mondo, con la crescita concentrata in Nord America, Europa e Asia, soprattutto (l’area del mondo che crescerà di più da qui al 2025), mentre sono in calo America Latina, Russia e Est Europa. Ebbene, per questo ristrettissimo target, il grande vino di lusso (microcosmo fatto da pochissime etichette di una élite di cantine d’Italia e del mondo) si è confermato uno degli investimenti più redditizi in assoluto, ed uno dei più desiderabili anche nel 2021. Emerge dal “The Wealth Report” 2021, appena pubblicato dall’agenzia Knight Frank, uno dei colossi del real estate di alta gamma nel mondo, che monitora l’andamento degli investimenti in diversi settori del lusso, sintetizzati nello Knight Frank Luxury Investiment Index. Indice che, nel complesso, è cresciuto del 3%, con il vino secondo top performer in assoluto, con una crescita del +13% nel 2020 sul 2019 (e del +129% negli ultimi 10 anni), che si è visto superare soltanto dalla categoria delle borse di lusso (+13%) ma ha fatto meglio di asset di investimento come auto d’epoca (+6%), orologi (+5%) e arredamento (+4%). Ed ancora meglio di monete, diamanti e gioielli (tutti giù del -1%), dei whisky (la categoria migliore nel 2019, che nel 2020 ha perso il 4%, ma, nei 10 anni, ha visto un incremento monstre del 478%) e, soprattutto, dell’arte, che ha perso il -11%. “Il mercato del vino di lusso ha tenuto i nervi saldi, i wine merchant non hanno abbassato i prezzi, e gli investitori non si sono tirati indietro”, commenta Miles Davis di Wine Owners, che realizza il Knight Frank Fine Wine Icons Index. Indice che ha sovraperformato rispetto alla media, con le vecchie annate dei grandi Supertuscan (come Sassicaia, Solaia e Tignanello di Antinori o Masseto e Ornellaia di Frescobaldi, per esempio) che sono cresciute addirittura del 18%, meglio di Borgogna (+11,5%), Champagne (+14) e dei premier Cru di Bordeaux (+5,8%). Dati che confermano il boom dei vini italiani da collezioni registrato lungo tutto l’anno dal Liv-Ex, come raccontato più volte da WineNews.
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Tra ristoranti e fiere, l’impasse ristori
Nella gestione della pandemia, che ha colpito duro tanti settori e tanti Paesi, a fare la differenza è la gestione dei ristori. Ed oggi l’Italia, rispetto ad altri Paesi, arranca. Lo dice la ristorazione italiana che, fatte le dovute proporzioni, impallidisce davanti ai 25 miliardi di dollari per la piccola e media ristorazione stanziati dagli Usa guidati da Joe Biden. Lo dicono, ancora una volta, le fiere italiane, piattaforme strategiche per il made in Italy nel mondo, wine & food inclusi, che, ancora senza ristori per il mancato superamento del “de minimis” europeo, superato invece dalla Germania, ora temono l’assalto delle fiere tedesche (che riceveranno 642 milioni di euro entro giugno). A ribadirlo è l’Aefi, l’Associazione delle Fiere Italiane guidata da Maurizio Danese, che è anche presidente di Veronafiere.
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Focus
Ferrari Trento è il brindisi ufficiale della Formula 1
Passione, eccellenza, ricerca maniacale del dettaglio: nasce dalla condivisione di questi valori una delle più importanti partnership tra il grande sport internazionale ed il vino italiano, ovvero quella che porterà Ferrari, cantina leader del Trentodoc e simbolo dello stile italiano nel mondo, ad essere il brindisi ufficiale della Formula 1, con le bollicine tricolore che, “scalzando” lo Champagne, bagneranno tutti i podi del più importante campionato motoristico internazionale (e dell’hospitality ufficiale del “paddok Club”), che conta 500 milioni di appassionati nel mondo, per le prossime tre stagioni. “È motivo di grande orgoglio per tutte le persone che collaborano con noi, è una pietra miliare per la crescita all’estero del nostro marchio. Porteremo un tocco di “luxury italian style” nel circus della Formula 1” ha detto Matteo Lunelli, alla guida delle cantine Ferrari, nell’annuncio della partnership insieme al dg dell’azienda, Simone Masè, e al Ceo della Formula 1, Stefano Domenicali. “La storia di Ferrari è legata da sempre ai grandi momenti dello sport, ma questa partnership è una cosa speciale - ha detto Matteo Lunelli - saremo i brindisi di tutti i Gran Premi di F1, e siamo sicuri che sarà un passo fondamentale, una pietra miliare per il racconto del nostro marchio nel mondo”.
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Cronaca
Al via Sanremo, tra musica e vino
Diverso, senza pubblico, ma il Festival della Canzone Italiana n. 71 è pronto a partire, anche in tempo di Covid, “perché Sanremo è Sanremo”. Certo, mancherà tutto quel contorno fatto anche di enogastronomia - che WineNews vi ha mostrato nel 2020 - in un vivace dietro le quinte tra piatti, vini e personaggi della musica, ma non mancherà il vino, ben presente in tante canzoni italiane e straniere, come vi abbiamo raccontato, ma anche nei calici di “Casa Sanremo”. Dove il brindisi ufficiale sarà quello firmato dal Prosecco Doc, lo spumante italiano più famoso nel mondo.
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Wine & Food
Nel 2020 -13.060 tra ristoranti e bar in Italia: analisi Fipe/Confcommercio (dati Infocamere)
Nel 2020 della pandemia, il saldo tra aperture e chiusure delle imprese della ristorazione dice -13.060. Differenza tra le nuove iscrizioni ai registri delle Camere di Commercio, 9.190, e le cessazioni, 22.250. A dirlo la Fipe/Confcommercio (su dati di Infocamere). Numeri negativi che si aggiungono a quelli già noti dell’impatto enorme del Covid-19 e delle misure per contenerlo patito dalla ristorazione italiana, che, a fine anno, ha lasciato sul terreno 34,6 miliardi di euro, il -36,2% rispetto al giro d’affari pre-covid, come dichiarato dalla stessa Fipe. Che sottolinea come per “per capire la vera entità del danno della pandemia occorrerà attendere almeno il secondo o il terzo trimestre dell’anno”. Detto in altre parole, per la ristorazione c’è da aspettarsi un danno reale, che si dispiegherà nei prossimi mesi, ben più grande di quanto non raccontino i numeri di oggi.
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WineNews.tv
50 anni da mito assoluto: il Sassicaia, storia del primo “vino del futuro”, che ha creato Bolgheri
Le parole di Nicolò e Priscilla Incisa della Rocchetta e Carlo Paoli, guide di Tenuta San Guido, i pensieri del direttore WineNews Alessandro Regoli. La storia di un vino fuoriclasse, definito il primo grande vino italiano in grado di competere con gli Châteaux francesi, e che ha cambiato le sorti dell’enologia italiana. Vino che in mezzo secolo di storia ufficiale non è mai cambiato ed è sempre rimasto coerente con se stesso, regalando al mondo annate indimenticabili.
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