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WineNews
N. 3.590 - ore 17:00 - Martedì 17 Gennaio 2023 - Tiratura: 31.127 enonauti,
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La News
Antinori sul podio della “Top 10 Values” WS
L’Italia del vino ancora una volta sul podio di “Wine Spectator”. Che ha inserito il Villa Antinori Igt Toscana 2019, etichetta storica della Marchesi Antinori, al terzo posto della sua “Top 10 Values 2022”, i migliori vini per qualità/prezzo. Dietro ai due Napa Valley di Beaulieu Vineyard e Decoy. Un altro podio per il Belpaese, dunque (dopo il n. 2, nella “Top 100 2022”, del  Brunello di Montalcino Riserva 2016 di Fattoria dei Barbi), con Antinori già al n. 5 della “Top 100”, con il Tignanello 2019. Riconfermandosi ancora una volta capace di esprimere grande e riconosciuta qualità tanto nel ristretto segmento dei fine wine, quanto in quello più “pop” del vino. 
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Primo Piano
Il 2022 del vino italiano nel mondo secondo i numeri di Nomisma Wine Monitor
Il mercato mondiale del vino, nel 2022, ha registrato un calo generalizzato delle importazioni, in termini di volumi, cui ha fatto da contraltare una crescita dei valori, pur con qualche eccezione. Come raccontano i numeri (presentati, oggi, a Bologna, da Denis Pantini, responsabile Nomisma Wine Monitor, dal “Forum Wine Monitor” n. 9), gli Usa, tra gennaio e novembre 2022, segnano una crescita delle importazioni enoiche, a valore, del 18,1%, la Gran Bretagna del +28,4%, il Canada del +16,2%, il Giappone del +22,5%, la Corea del Sud del 19,2%, mentre la Germania, un po’ a sorpresa, segna un calo del 4,4%, e la Cina, che continua nel suo trend negativo iniziato ormai nel 2018, ben prima che la pandemia di Covid investisse il mondo e che l’invasione russa dell’Ucraina ne sconvolgesse gli equilibri politici ed economici, con una spirale inflattiva che si sta già facendo sentire sul settore. L’Italia, intanto, ha chiuso il 2022 con un nuovo record dell’export, a 8 miliardi di euro, e sui mercati principali conferma performance in linea con il dato generale, se non meglio. In termini di crescita, i “magnifici sette” mercati del vino mondiale, nel 2022, sono stati, invece, il Qatar (+209%), la Thailandia (+146%), il Vietnam (+120%), l’India (+113%), l’Angola (+112%), la Malesia (+99%) e le Filippine (+92%). Si fanno ovviamente sentire gli effetti del conflitto sulle importazioni di vino in Russia e Ucraina, così come la gestione del Covid in Cina, mercato che già dal 2018 mostrava un declino delle importazioni, passate globalmente dai 2,2 miliardi di euro del 2017 a 1,24 miliardi di euro del 2022 (-2,4% sul 2021). A livello globale, sono Usa e Cile a segnare le performance, in termini di crescita percentuale, migliori, con le spedizioni cresciute, rispettivamente, del +14,2% e del +12,8%.  Sul podio anche la Francia (+12,5%), seguita dall’Italia (+12%).  L’Italia, come detto, ha raggiunto così gli 8 miliardi di euro di vino esportato, ma la forbice con la Francia, a quota 12,5 miliardi di euro, si amplia, mentre la distanza con la Spagna, a miliardi di euro, è sempre più grande. Cala la Gdo, ed è ripartito definitivamente il canale Horeca, che in Italia ha visto una crescita dei fatturati del 46,6% tra gennaio e settembre 2022 (continua in approfondimento).
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Pesticidi, cooperative del vino vs Ue
La Commissione Ue, a fine giugno 2022, ha posto agli agricoltori europei un obiettivo a dir poco ambizioso: dimezzare l’utilizzo dei pesticidi in agricoltura entro il 2030. Il fine è senza dubbio nobile, e del resto il taglio e poi l’eliminazione dell’uso dei pesticidi nei campi è uno dei punti salienti del Green Deal Ue, in linea la strategia Farm to Fork e Biodiversity Strategy. Ma  le Cooperative del vino di Italia (con Alleanza delle Cooperative), Francia e Spagna lo ritengono irrealistico e pericoloso per la sicurezza alimentare europea. E con una lettera alla Commissione, ne hanno chiesto una revisione, forti anche di un piccolo, quanto importante, risultato: la decisione del Consiglio Ue di chiedere alla Commissione un’ulteriore valutazione d’impatto sul Sustainable Use of pesticides Regulation, che tenga conto dell’impatto della proposta sulla sicurezza alimentare.
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Focus
M&A, il 16% delle transazioni tra i filari del Brunello di Montalcino 
Il settore vino, e più in generale in quello dell’agroalimentare, si scopre sempre più attrattivo, tanto che in 15 anni (2005-2020) il numero di fondi che hanno effettuato investimenti in ambito agroalimentare sono cresciuti di 15 volte. Nel settore vitivinicolo, nel 2021, siamo arrivati a 8 miliardi di dollari di operazioni, dall’Oregon all’Australia, dalla Francia all’Italia: un vero e proprio boom, se si considerano gli 1,8 miliardi di dollari del 2021, secondo le stime di Cbre, leader mondiale nella consulenza e negli investimenti in commercial real estate. Tra il 2016 e il 2022 si registrano 147 transazioni superiori al milione di euro, per 2,1 miliardi di euro transati e una superficie interessata di 12.700 ettari vitati, e il valore delle transazioni tra i filari italiani è passato dai 226 milioni di euro del 2019 ai 496 milioni di euro del 2021 (+119%). La Regione capace di attirare il numero maggiore di investimenti è stata la Toscana, con il 38% delle transazioni, seguita da Piemonte (19%), Veneto (11%), Sicilia (8%), essenzialmente Etna, Lombardia (7%) e Friuli Venezia Giulia (5%). In termini di denominazioni, al primo posto spicca il Brunello di Montalcino, per cui è passato il 16,1% di tutte le transazioni, quindi Barolo (8,4%), Prosecco (7,7%), Etna (7,1%), Chianti Classico (6,5%), Bolgheri (5,8%), Amarone della Valpolicella (5,2%) e Barbera d’Asti (4,5%).
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Cronaca
Diventare chef stellato, ma con un videogioco
Per chi vuole provare a misurarsi, anche se solo virtualmente, con la sfida più stimolante per ogni chef - guadagnare l’ambitissima stella - il 23 febbraio arriva “Chef Life: a Restaurant Simulator”, videogioco by Nacon, in collaborazione con la guida Michelin. L’obiettivo del giocatore è aprire un locale da zero e farlo crescere, mettendo in campo un mix di competenze. Nulla può essere lasciato al caso: le ricette, il menù, l’impiattamento, la scelta della brigata, l’allestimento della cucina, l’arredamento e, ovviamente, le migliori materie prime. 
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Wine & Food
Oggi si festeggia in tutto il mondo il “Pizza Day”, simbolo della cucina made in Italy  
È il simbolo planetario dell’Italia nel mondo: oggi, 17 gennaio, si celebra il “Pizza Day”, la giornata internazionale della pizza, un business che vale oltre 15 miliardi di euro all’anno, ma le cui materie prime - farina, olio extravergine e passata di pomodoro - potrebbero essere a rischio per via dei cambiamenti climatici, per Coldiretti. Rotonda, quadrata, con o senza “cornicione”, croccante o soffice, la pizza si conferma uno dei piatti più versatili della nostra cucina, emblema della Dieta mediterranea nel mondo, tanto che l’Unesco ha proclamato nel 2017 l’Arte dei pizzaioli napoletani Patrimonio Immateriale dell’Umanità. Più di 4 italiani su 10 (44%) la preparano in casa, spinti dalla passione per il fai da te in cucina, ma anche per poter scegliere personalmente gli ingredienti e garantirsi così un prodotto gourmet 100% made in Italy, secondo una ricerca Coldiretti/Ixé.
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Vino, alcol e salute: le ricerche che mostrano che il consumo moderato è la strada migliore
“Una persone su cinque, nel mondo, soffre di insufficienza cardiaca, e tra i fattori di rischio principali ci sono il genere maschile, tabagismo, la poca attività sportiva, il sovrappeso. Tanti studi portano a concludere che con un consumo di 2-3 bicchieri di vino al giorno per gli uomini, e qualcosa meno per le donne, ci sono riduzioni di rischio tra il 20% ed il 60% per patologie come infarto, ipertensione e così via, mentre il rischio ovviamente aumenta con un consumo eccessivo” .
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