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N. 3.951 - ore 17:00 - Martedì 30 Aprile 2024 - Tiratura: 31.211 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Treasury Wine Estates, che possiede marchi come Penfolds, Wolf Bass, Beringer, 19 Crimes e, tra gli altri, anche Castello di Gabbiano, nel Chianti Classico, ha speso 1 milione di dollari per coprire con una vastissima rete di nylon i 14 ettari del vigneto di Koonunga Hill, nella Barossa Valley, da cui nascono alcuni dei vini più importanti di Penfolds, come il Grange, il Bin 707 e non solo. Le reti, spiega un comunicato di Treasury Wine Estates, hanno una doppia funzione: proteggere le piante ed i grappoli dalla grandine e da altri eventi estremi, e dagli attacchi degli uccelli, e trattenere l’umidità mitigando lo stress idrico. | |
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| | Nonostante inflazione, tensioni e guerre, nel 2023 le esportazioni dell’agroalimentare italiano hanno toccato un nuovo record, superando i 64 miliardi di euro, con una crescita del 5,7% sul 2022. Risultato importante, e che fa crescere l’ambizione di arrivare a 100 miliardi di euro nel medio termine, come ricordato dal presidente Confagricoltura, Massimiliano Giansanti. Nel frattempo, però, l’Italia resta un importatore netto, visto che l’import di prodotti agroalimentari ha superato di poco i 65 miliardi di euro, con una crescita del 5,4% sul 2022, con il saldo della bilancia commerciale, dunque, leggermente peggiorato, dato che il disavanzo nel 2023 si è attestato a 889 milioni di euro, riducendosi di 126 milioni di euro sull’anno precedente. Le esportazioni italiane sono aumentate per tutti i principali prodotti, con l’unica eccezione dei vini in bottiglia che, dopo il buon risultato del 2022, hanno visto ridurre il valore delle spedizioni a 5,1 miliardi di euro (-2,7%,), su un totale enoico di 7,7 miliardi di euro, sebbene i vini spumanti si siano distinti per la crescita (+3,3% in valore), sottolinea Ismea. Il vino rimane comunque saldamente al primo posto tra i prodotti esportati con un peso sul totale del 7,9%, e anche quello con il miglior saldo commerciale positivo, a 7,19 miliardi di euro, a fronte di appena 574 milioni di importazioni. Tra gli altri comparti di peso rilevante, le esportazioni dei derivati di cereali (a 9,2 miliardi di euro) aumentano dell’8%, trainate soprattutto dai prodotti della panetteria e della pasticceria (+12%) più che dalle paste alimentari (+1,3%), e con un saldo attivo di 7 miliardi di euro. Meglio ancora, in termini di crescita delle esportazioni, fanno l’ortofrutta fresca (+9,1%) e trasformata (+10,9%), i formaggi e latticini (+11,6%) e l’olio d’oliva (+14%). Le importazioni, in coerenza con il ruolo dell’Italia di paese trasformatore in campo agroalimentare, riguardano in larga parte materie prime non trasformate e prodotti semilavorati. Guardando ai saldi negativi peggiori, il settore in cui l’Italia importa molto più di quello che esporta è quello ittico (-6,4 miliardi di euro), poi quello dei cereali (-4,8 miliardi di euro), seguito da quello delle carni fresche (-4,5 miliardi di euro). | |
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| | “Il distretto agro-alimentare del Cosentino, cui contribuite con il vostro lavoro quotidiano, oltre a essere un fondamentale generatore di risorse per il territorio e per l’economia calabrese, è un timone che può orientare lo sviluppo. Il comparto agroalimentare ha ruolo e peso cruciale nella nostra economia. Per la quantità di ricchezza che produce e che redistribuisce attraverso il lavoro. Per la sua qualità - che è parte di rilievo della qualità e del gusto italiani - e che concorre all’identità e alla cultura stessa del nostro Paese”. Parola del Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, che ha scelto il Distretto Agroalimentare del Cosentino, in Calabria, per la celebrazione della Festa del Lavoro, domani 1° Maggio. Il Capo dello Stato ha incontrato gli imprenditori e i lavoratori degli stabilimenti Gias di Mongrassano Scalo e Granarolo di Castrovillari. | |
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| | | Per far ripartire il mercato “En Primeur” di Bordeaux in una fase poco brillante, négociant e operatori si aspettavano un ribasso importante dei prezzi, sul 2022, anche del -30%, come abbiamo raccontato su WineNews. Ed i primissimi rilasci “ex chateau”, arrivati a strettissimo giro dopo la chiusura della “Semaine des Primeurs”, sembrano dire che il messaggio è stato recepito. Certo, si tratta solo di un paio di quotazioni, ad ora, ma il segnale sembra forte e chiaro. Ad aprire le danze è stato Chateau Batailley, che ha fissato il prezzo della sua annata 2023 a 26 euro a bottiglia “ex négociant”, a -11,9% sul 2022, ed a 324 sterline per una cassa da 12 bottiglie per il commercio internazionale (-12,9%). Ancora più marcata e significativa, per il valore e per il prestigio, la quotazione di Chateau Léoville-Las-Cases, uno dei marchi più in vista di Bordeaux, uscito in queste ore con il prezzo di 138 euro a bottiglia “ex négociant” e di 1.662 sterline per una cassa da 12 bottiglie per il trade internazionale, in entrambi i casi con un ribasso del 40%. Stesso trend per Chateau Clos du Marquis, con prezzi in calo del -36%, a 60 euro a bottiglia “ex négociant” ed a 462 sterline a cassa per il trade internazionale. Mentre escono le prime recensioni delleacritica, da “The Wine Advocate” a James Suckling (in approfondimento). | |
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| | | Si svolgerà in Armenia (dove è stata scoperta la più antica cantina del mondo, risalente a 6.100 anni fa) la “Global Conference on Wine Tourism”, edizione n. 8, dall’11 al 13 settembre 2024, by Un Tourism (l’organizzazione del turismo delle Nazioni Unite) La conferenza rappresenta l’opportunità per gli esperti dell’enoturismo mondiale - che in Italia è in costante crescita e coinvolge oltre 13 milioni di persone - di individuare tendenze emergenti e opportunità di sviluppo, e riunirà una variegata gamma di partecipanti internazionali. | |
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| | Il Trentodoc, le bollicine italiane amate nel mondo (e dalla critica) e denominazione che riunisce 67 case spumantistiche, ha resistito ad un anno particolare per il vino italiano, il 2023, arrivato dopo quelli di crescita in notorietà. L’Osservatorio dell’Istituto ha evidenziato, per il 2023, la tenuta del comparto con una crescita a valore del 3%, pari ad un fatturato complessivo di 185 milioni di euro. Il mercato di riferimento per il Trentodoc rimane l’Italia, che rappresenta l’85%, mentre il restante 15% riguarda l’estero. Tra le tipologie più apprezzate, i millesimati e le riserve. “Possiamo ritenerci soddisfatti - ha sottolineato il presidente dell’Istituto Trento Doc, Stefano Fambri - rispetto ai dati dell’anno precedente, il 2023 mostra una crescita a valore generale con una lieve flessione a volume del 2%, imputabile ad un calo in grande distribuzione”. | |
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| | | Le voci degli appassionati di vino raccolte da WineNews nei giorni di Vinitaly. Che confermano i trend del momento del mercato enoico. Dalla maggiore preferenza per i vini bianchi più freschi e leggeri e per gli spumanti rispetto ai rossi (che comunque resistono), al valore del territorio e del marchio, più importanti nello scegliere che vino comprare rispetto al prezzo. Poco entusiasmo, invece, per i vini dealcolati, considerati diversi, e non alternativi, rispetto al vino “vero”.
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