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N. 4.116 - ore 17:00 - Venerdì 20 Dicembre 2024 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Il Franciacorta della maison Berlucchi, dove le celebri bollicine lombarde sono nate, guidata dalla famiglia Ziliani, “illuminano” Times Square, a New York. Nei giorni scorsi, una volta ogni ora, in una delle piazze più famose del mondo, è andato in onda il filmato che ruota intorno al tema dell’idea e della “lampadina”, dedicato alla limited edition del Franciacorta Berlucchi ‘61 Extra Brut, per raccontare la creatività e l’intuito che hanno segnato la svolta di un intero territorio. “La campagna di Times Square è una celebrazione della reputazione in ascesa del Franciacorta”, spiega Cristina Ziliani, vice presidente & corporate relations della cantina. | |
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| | Nonostante non sia un momento storico dei migliori per quanto riguarda i consumi di vino in Italia, la bevanda più identitaria del Belpaese, espressione di secoli di storia, di mille territori, ma anche di innovazione e modernità, continua ad accompagnare la quotidianità delle persone, pur in misura diversa e soggettiva, e quindi con un’incidenza che varia in base a frequenza, fascia geografica, sesso ed età. A vincere, però, è un consumo molto più saltuario rispetto al passato. Secondo i dati Istat, analizzati da WineNews, nel 2023 sono 29,4 milioni i consumatori di vino in Italia, un numero che resta stabile sul 2022 (29,3 milioni) e che indica come un italiano su due (50%), con i suoi ritmi, consuma vino, considerando una popolazione di 58,9 milioni di persone presente in Italia al 31 dicembre 2023. Sul totale di consumatori, il 3,6% beve più di mezzo litro di vino al giorno, il 25,3% si concede uno-due bicchieri quotidiani, con il 57,8% che consuma vino più raramente, la fascia predominante. Quindi circa 8,5 milioni di persone (29%), in Italia, bevono vino ogni giorno, che sia mezzo litro o semplicemente uno-due bicchieri. Dati che mostrano come il vino sia più “radicato” nella vita delle persone di una bevanda popolare come la birra che conta su una “platea” di 27,2 milioni di consumatori, di cui 2,6 milioni (9,5%) sceglie almeno una “bionda” ogni giorno. Tornando al vino, i consumatori sono di più al Nord, in particolare al Nord-Ovest, tanto che con 14,4 milioni arrivano ad un passo (48,9%) dalla metà del totale nazionale. Il Mezzogiorno arriva a 8,9 milioni (30,3%), superando di poco il Centro Italia a 6,1 milioni di consumatori. La Lombardia ha il più alto numero di consumatori di vino, oltre 5 milioni (17% del totale), davanti a Lazio (2,8 milioni pari al 9,7%), Veneto (2,6 milioni, 8,9%), Campania (2,5 milioni, 8,75%) ed Emilia-Romagna (2,4 milioni, 8,39%). Piemonte e Toscana, due delle più prestigiose regioni del vino italiano, si fermano rispettivamente a 2,2 milioni e 2 milioni di consumatori. Da considerare, comunque, come fa notare il Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) nel suo “Annuario dell’Agricoltura italiana” 2023, che il livello di penetrazione differisce molto in funzione del genere, essendo in media pari al 65% per gli uomini e al 45% per le donne. | |
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| | Il mercato del vino non è florido, i consumi sono in calo. Ma lavorando in maniera lungimirante, e diversificando il business, si può veder crescere la redditività, anche con un fatturato in calo. Come ha fatto il Gruppo Caviro, una delle realtà cooperative più grandi dell’Italia del vino (11.000 viticoltori in 7 regioni d’Italia, per 37.500 ettari di vigneti), con il cuore in Romagna, e firma di uno dei brand più celebri e diffusi come Tavernello, tra gli altri, che a fronte in un fatturato consolidato 2023-2024 di 385 milioni di euro, in calo sul 2022-2023 (a 423 milioni di euro, ndr) ha visto una crescita del 3,4% dell’Ebitda, a 34,3 milioni di euro, e della posizione finanziaria netta, a 80,3 milioni di euro (sui 74,3 dello scorso anno). Così ha deliberato l’Assemblea dei soci, che, oggi a Faenza, ha approvato il bilancio d’esercizio chiuso al 31 agosto 2024. | |
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| | | I grandi rossi delle Langhe, dal Barolo al Barbaresco, alle altre espressioni del Nebbiolo, ma anche del Monferrato, regno della Barbera, e del Roero, Patrimonio Unesco, così come lo sono le “Cattedrali Sotterranee” di Canelli, nel cui cuore nasce l’Asti, senza dimenticare la crescita tumultuosa delle bollicine di Alta Langa, o i grandi bianchi del territorio del Gavi, l’Arneis, i Colli Tortonesi e non solo. Il Piemonte, con una qualità altissima riconosciuta nel mondo, ed una grande varietà di produzioni, è una delle regioni del vino più importanti d’Italia e del mondo. Una diversità che si racconterà a “Grandi Langhe”, organizzato dal Consorzio del Barolo Barbaresco Alba Langhe Dogliani, e dal Consorzio del Roero, e con Piemonte Land of Wine, il 27 e il 28 gennaio, alle Officine Grandi Riparazioni (Ogr), a Torino, con oltre 500 cantine da tutta la regione. Che saluta una vendemmia 2024 positiva ed in lieve crescita sulla 2023 (+5%, per oltre 2,25 milioni di ettolitri, di cui 2,1 di vino Dop) ed un export che tiene (-0,4% nei primi 9 mesi 2024 sul 2023, a 847,9 milioni di euro), con i grandi rossi che, in controtendenza, crescono. Ad evidenziarlo “L’Annata Vitivinicola in Piemonte” 2024, l’annuale pubblicazione curata da Vignaioli Piemontesi e da Regione Piemonte, presentata nei giorni scorsi, a Grinzane Cavour. | |
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| | | Il vino italiano ai tempi del cambiamento climatico: un tema importante al centro di “Gradi”, il nuovo documentario nato dalla collaborazione tra Fivi - Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (che raggruppa più di 1.700 produttori) e Will Media. Il progetto, che sarà online a partire dal 16 gennaio sul canale You Tube di Will Media, racconta come i produttori italiani affrontano le sfide del “climate change”, tra adattamento e mitigazione. Il 13 gennaio, a Milano, è prevista un’anteprima esclusiva del documentario riservata alla stampa. | |
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| | In questi tempi in cui tutto cambia più velocemente che mai, quello che valeva un anno fa potrebbe essere completamente diverso oggi. Ma di certo c’è che l’agricoltura italiana, alla base del sistema agroalimentare italiano, è un pilastro culturale, sociale, economico e ambientale dell’Italia. E lo confermano i dati dell’“Annuario dell’Agricoltura italiana” 2023 presentato, in questi giorni, dal Crea. Secondo il quale il sistema agroalimentare nel suo complesso - agricoltura, industria alimentare e delle bevande, intermediazione, distribuzione all’ingrosso e al dettaglio e ristorazione - si conferma un settore cardine della nostra economia, con un fatturato di attorno ai 676 miliardi di euro nel 2023, il 15% dell’economia nazionale. Il valore aggiunto agricolo si è collocato vicino ai 37,5 miliardi di euro (di cui un terzo grazie ad una spesa pubblica di sui 13 miliardi di euro). | |
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| | | A WineNews, Mario Tozzi, geologo, divulgatore scientifico e saggista, parla del cambiamento climatico sottolineando che “impatta pesantemente sul vino: chi dice che lo spumante, come l’Asti, per esempio, continuerà ad essere prodotto in Italia? Potrebbe spostarsi in Dalarna, in Svezia, con il movimento delle fasce climatiche verso Nord: un problema per i produttori italiani che favorirà regioni più settentrionali, come l’Inghilterra. Il cambiamento climatico è anomalo, veloce, di scala mondiale e dipende da noi. La maggioranza degli scienziati è d’accordo, quindi, il dibattito è chiuso”. | |
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