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WineNews
N. 2.958 - ore 17:00 - Mercoledì 5 Agosto 2020 - Tiratura: 31.087 enonauti,
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La News
In Giappone il vino del “vigneto ferroviario”
Il vino, tutt’altro che una cosa da aperta campagna: nessuna “eresia”, ma vista l’urbanizzazione, e la necessità di rendere le città più verdi, sono sempre più diffusi i vigneti urbani. Il Giappone ne ha addirittura uno “ferroviario”, da cui, per la prima volta, nascerà un vino. Piantato nel 1988 alla stazione dei treni di Shiojiri per fare pubblicità al carattere enoico della regione, la sua uva non era mai stata trasformata. Nel 2019, poi, la svolta: per celebrare l’anniversario n. 60 della nascita della città, la prima vendemmia. Il risultato sono 100 bottiglie esclusive, prodotte in una cantina locale, che verranno rilasciate sul mercato questo mese.
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Primo Piano
Verso la vendemmia: il vigneto è in salute, il mercato dei consumi meno
La situazione è difficile, ma non tragica, nelle cantine del Belpaese. Attenzione, non si tratta di sottostimare la congiuntura internazionale ed il crollo dei consumi che, inevitabilmente, deve ancora mostrare tutto il suo peso, ma di offrire un quadro il più cauto e preciso possibile. Partendo dai numeri, quelli di Cantina Italia, la rilevazione dell’Icqrf che al 29 luglio stimava in 42 milioni di ettolitri le giacenze di vino nelle aziende italiane: l’1,8% in più del luglio 2019. Un andamento tutto sommato migliore del previsto, come sottolineano le Cooperative del vino, che rappresentano il 58% della produzione enoica nazionale, in attesa di una vendemmia ancora tutta da decifrare, su cui, secondo Luca Rigotti, coordinatore Vino di Alleanza Cooperative Agroalimentari, è “assolutamente prematuro avanzare previsioni”. Di avviso diverso Assoenologi, Ismea e Unione Italiana Vini (Uiv), che non hanno alcun timore invece nel parlare, sul piano climatico e vegetativo, di una vendemmia che si preannuncia interessante, con uve sane e un ciclo vegetativo che prospetta una raccolta leggermente anticipata, con il dubbio maggiore che riguarda la manodopera: come ricorda la Coldiretti, con gli stagionali bloccati nei paesi d’origine dalle misure anti Covid, le aziende si trovano a corto di personale, a meno di non semplificare l’uso dei voucher, che garantirebbero un lavoro, almeno per qualche settimana, a 25.000 persone. Tornando tra i filari, sul fronte dell’andamento climatico, aprile e maggio hanno riportato temperature miti e piovosità scarsa, diversamente da giugno e in buona parte luglio in cui le condizioni termiche rilevate sono state lievemente inferiori alla norma, con piovosità abbondante e ondate di calore limitate agli ultimi giorni del mese. Sul piano fitosanitario, i vigneti si presentano sani, con pochi focolai di infezioni a macchia di leopardo lungo la Penisola. Preoccupa, invece, la risposta del Governo alla crisi: serve un nuovo confronto tra Ministero e filiera, per definire strumenti in grado di rilanciare la domanda, con nuove strategie di promozione del vino italiano nel mondo. Così come servono azioni di rilancio che vadano oltre la distillazione, il cui impatto sul calo delle giacenze sarà molto limitato, e la riduzione delle rese, i cui effetti si vedranno solo alla conclusione della raccolta.
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Gli italiani ancora lontani da bar e ristoranti
Sono ancora troppo pochi gli italiani che sono tornati a fare colazione al bar e a mangiare al ristorante: è il risultato dell’indagine del Centro Studi di Fipe - Federazione Italiana Pubblici Esercizi/Confcommercio, secondo cui il 72% del campione analizzato non ha ancora mai fatto colazione al bar, il 67,9% un pranzo e il 69,4% una cena fuori. Il lockdown è finito, ma il Coronavirus fa ancora paura per ben il 66,5% degli intervistati. Chi, invece, sceglie di andare nei locali pubblici, comunque lo fa con un occhio di riguardo verso certe accortezze, come la sicurezza sanitaria (47,4%) e il distanziamento tra i tavoli (35,2%). In ogni caso, il 92,2% degli intervistati ritiene che l’osservanza delle disposizioni di sicurezza da parte degli esercenti sia molto o abbastanza soddisfacente.
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Focus
La cultura del vino si fa sempre più globale
Il vino, inteso come prodotto della terra e della cultura, ha origini e radici ben salde. Che affondano, per come lo conosciamo oggi, nel bacino del Mediterraneo: non esageriamo nel dire che sia uno dei capisaldi della civiltà europea, dalla Francia alla Grecia, dalla Spagna all’Italia. Un fatto culturale e sociale, che oggi è arrivato in ogni angolo del mondo, sulle rotte delle migrazioni e sulla spinta della globalizzazione delle produzioni e dei consumi. In una evoluzione a volte sorprendente. Negli ultimi decenni, ad esempio, il centro nevralgico dell’educazione al vino è diventata l’Inghilterra, patria dei Masters of Wine e del Wset, mentre in epoca relativamente più recente è dagli Usa che sono arrivate innovazioni come l’enoturismo (nato nelle cantine della California) ed i punteggi, che hanno fatto la fortuna della critica del vino a livello internazionale. Ed oggi? Come racconta, in ultima analisi, lo studio “Wine Knowledge And Culture: Are They Related?” di Wine Intelligence, il vino è per tutti e di tutti, slegato dalle proprie radici, tanto che in Canada e Brasile, ad esempio, consumi e conoscenza non sono legati alle forti comunità francesi ed italiane, ma alla multiculturalità ed alla vivacità delle metropoli, come Toronto e San Paolo.
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Cronaca
Se l’Horeca investe sui social
Gli investimenti in social marketing del settore Horeca, in Italia, sono in deciso aumento: secondo l’osservatorio AddLance, dopo un biennio in cui si è speso essenzialmente in siti web, nel 2019 e nella prima parte del 2020, il trend è cambiato. L’obiettivo non è solo rinnovare il sito, ma soprattutto investire in presenza, comunicazione e non solo su Facebook ed Instagram. Tanto che la richiesta di servizi per il web ha avuto, tra febbraio e maggio 2020, un’impennata del +600%.
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Wine & Food
Catering ed eventi, a giugno fatturati giù del 90%. E il settore chiede contromisure
Se il settore della ristorazione, anche per il ruolo di primo piano che ricopre nell’economia del Belpaese, è quello che sta pagando il conto più salato, a passarsela persino peggio c’è il mondo del catering e degli eventi, il più colpito dall’emergenza Covid: banchetti, congressi e convention aziendali non hanno mercato da mesi, e questo ha generato un crollo dei fatturati del -90% a giugno. Qualche risposta, secondo l’Anbc, Associazione Nazionale Banqueting e Catering federata a Fipe/Confcommercio, potrebbe arrivare dall’ampliamento della misura del bonus rimborsi del 20% prevista per bar e ristoranti. Ma in discussione ci sono anche altre misure: proroga del Fondo di Integrazione Salariale fino al 31 dicembre 2020 per il sostegno al reddito dei lavoratori e interventi economici e fiscali, compresi interventi sul cuneo fiscale.
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WineNews.tv
Scurati: “in società il discorso su vino e cibo ha sostituito quello su cinema, poesia e cultura”
“Quando ero ragazzo, in un bacaro a Venezia con gli amici, un signore ci disse: “Fioli, il vin, se beve”. Ecco, non credo ci sia nulla da aggiungere, ma io apprezzo ed amo comunque moltissimo il vino ed il buon cibo. Che riescono a volte ad essere il frutto del matrimonio tra cultura alta e cultura contadina: questo siamo al nostro meglio. E questo è per chiunque abbia occhi per vedere e palato per gustare”.
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