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N. 2.759 - ore 17:00 - Lunedì 21 Ottobre 2019 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Torino ha la sua Vigna della Regina, Siena la Senarum Vinea, Venezia i Vigneti della Laguna, e Parigi la Clos Montmatre: la cultura delle vigne urbane è stata una vera riscoperta del ventunesimo secolo, con sempre più città italiane (e di tutto il mondo) che dedicano alla viticoltura spazi incastonati nell’architettura della città, tra storia e cultura. E il “trend” è tangibile, tanto che alle quattro originarie della Urban Vineyards Association, si aggiungono tre nuovi vigneti urbani ad alto valore storico e culturale: la Vigna di Leonardo a Milano, la Vigna del Gallo a Palermo, ed i filari di San Francesco della Vigna sulla laguna veneta.
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Nessun allarmismo, nessuna crisi, almeno non palpabile, ma per il vino italiano sul mercato Usa, il più importante in termini economici, le cose si fanno ogni giorno un po’ più difficili. I numeri sono ancora soddisfacenti, perché come ricorda l’Osservatorio Nomisma, nei primi 8 mesi 2019 si è registrata un’ulteriore crescita delle spedizioni, del 3% in valore, decisamente inferiore però ad una media import del +8% e, soprattutto, al +14% della Francia: segnali importanti di un Paese economicamente in salute e che spende sempre di più in vino. D’altro canto, da qualche giorno, i nostri cugini d’Oltralpe devono fare i conti con i dazi voluti dall’Amministrazione Trump (che ha, comunque, “salvato” dal balzello del 25% lo Champagne ed i vini superiori ai 14 gradi alcol, ossia una buona fetta della produzione bordolese, ndr) mentre l’intero comparto enoico del Belpaese è stato escluso dalla black list, almeno per ora. Questo, però, non vuol dire abbassare la guardia, al contrario: è il momento di riguadagnare quote e tornare a crescere, perlomeno a ritmi in linea con la media delle importazioni Usa, tenendo sempre conto che il prezzo medio spuntato dalle produzioni italiane è inferiore non solo a quello francese, ma anche a quello della Nuova Zelanda. Diventa ancora più importante del solito, così, presidiare il mercato. Non limitando la propria presenza a New York, comunque fondamentale, e dove peraltro si è appena chiusa la New York Wine Experience di “Wine Spectator”, tra i più importanti eventi americani dedicati al vino, con tanta Italia protagonista (57 le cantine del Belpaese selezionate per l’evento, con focus su Sassicaia, Castello di Volpaia, Terre Nere, Farinetti, con la Giacomo Borgogno & Figli, e sulla Doc Bolgheri). Ma anche, o soprattutto, ampliando lo sguardo e gli orizzonti a mete emergenti e piazze in crescita. A partire da Chicago, gioiello architettonico del neogotico americano, culla di alcuni dei musei più belli del Paese e soprattutto la terza città più popolosa degli States, e prima tappa dello “U.S. Tour” del Simply Italian Great Wines firmato Iem - International Exhibition Management che, nei prossimi giorni, toccherà anche Los Angeles (23 ottobre) e Seattle (24 ottobre).
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Purtroppo anche il settore vitivinicolo è, spesso, protagonista della cronaca, e non in senso positivo: l’ultima arriva dal Foggiano, dove la Cantina Sociale Cooperativa San Severo, che, attraverso i suoi 300 soci, gestisce oltre 1.000 ettari di vigna, è stata vittima di un grave atto vandalico. La scorsa notte degli ignoti hanno aperto dei silos della cantina foggiana, facendo fuoriuscire migliaia di litri di vino. Subito, sono arrivati moltissimi messaggi di solidarietà, tra cui quello del presidente Confcooperative Foggia Giorgio Mercuri e del presidente Confcooperative Maurizio Gardini, che ha sottolineato come “siamo di fronte ad un’azione irresponsabile che avrà ripercussioni negative sui soci produttori e sui dipendenti della cooperativa. Le indagini in corso speriamo possano al più presto assicurare i responsabili di un atto così inqualificabile alla giustizia”.
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Se le esportazioni di vino italiano, nel 2019, non crescono in maniera brillante come in passato, frenate soprattutto dalle tensioni commerciali in Usa e Regno Unito, e da un’economia meno forte che nel recente passato in Germania, ovvero i primi tre mercati stranieri del vino italiano, è proprio dall’Italia che arriva qualche segnale di conforto. Secondo i dati Ismea, sui primi 6 mesi 2019, i consumi dei vini a denominazione e degli spumanti nella grande distribuzione, sono cresciuti, in valore, del 5,6% sullo stesso periodo del 2018, dopo il +4,8% dell’anno passato sul 2017. Un segnale importante da un mercato, quello domestico, troppo spesso fuori dai riflettori, ma che vale ancora la metà del fatturato del vino italiano. Con il vino che, peraltro, secondo i dati raccolti ed analizzati da Ismea, è il segmento più performante nel comparto delle bevande, che cresce nel complesso del 2%, ma che vede la spesa per l’acqua sostanzialmente stabile, così come quella per le bevande analcoliche (+0,1%), mentre oltre al vino crescono le altre bevande alcoliche (+3,9%), ma diminuisce la spesa per la birra (-0,8%). Bevande che, peraltro, spiega Ismea su dati Nielsen, trainano a loro volta la crescita della spesa nel carrello degli italiani, a +1,1% nei primi sei mesi del 2019 sullo stesso periodo 2018. |
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110 medaglie, di cui 4 “supergold”, l’argento assoluto, ed il 60% dei caseifici in gara premiati dalla giuria internazionale: sono i numeri della Nazionale del Parmigiano Reggiano ai World Cheese Awards 2019, prestigiosa manifestazione a cui partecipa il gotha mondiale dei formaggi, che ha confermato la posizione di leadership mondiale della Dop italiana, che è stata la più premiata in assoluto. Anche se il miglior formaggio del mondo è il Blue Cheese Rogue River Blue prodotti in Oregon. |
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Quello legato a tecnologie ed attrezzature per prodotti alimentari è un settore che, per l’Italia, secondo i dati Anima-Assofoodtec, vale 5,4 miliardi di euro (di cui 3,6 miliardi di euro nell’export), con il made in Italy leader nei comparti dei forni e delle attrezzature per gelateria e pasticceria, e terzo esportatore mondiale nella ristorazione professionale e nell’arredo. Dati che arrivano da “HostMilano”, uno dei più importanti saloni del settore a livello internazionale, a Fiera Milano, fino al 22 ottobre, con al centro tutte le novità e le tendenze del settore, dalla pasticceria all’arte del caffè. Altro settore importante che, per il Belpaese, vale 4 miliardi di euro, con l’espresso che ne è prodotto simbolo, e che ha il suo campione del mondo, non a caso l’italiano Stefano Cervini, vincitore dell’Espresso Italiano Champion 2019, firmato dall’Istituto Nazionale Espresso Italiano. |
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A raccontarlo a WineNews il celebre wine writer e tra i massimi divulgatori della conoscenza dei vini italiano nel mondo: “è uno spazio pensato per le piccolissime aziende che producono altissima qualità, e vini meno conosciuti, da vitigni autoctoni e non solo, o da varietà piantate su pochi ettari, quasi estinte”. Ovvero, tanti di quei vini e di quelle storie che impreziosiscono il vino italiano, “scritte” da piccoli produttori “che altrimenti non riuscirebbero partecipare ad una fiera importante come Vinitaly”.
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