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WineNews
N. 3.975 - ore 17:00 - Martedì 4 Giugno 2024 - Tiratura: 31.211 enonauti,
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La News
La Borgogna fa affari in California
Continuano gli investimenti dei produttori di vino europei in California. E se un anno fa Antinori acquisiva la maggioranza di Stag’s Leap Wine Cellars, ora è Domaine Faiveley, prestigiosa griffe di Borgogna, ad aver acquistato - quattro anni dopo aver acquisito una quota di minoranza - la maggioranza di Williams Selyem, l’azienda vinicola “cult” per il Pinot Nero nella terra del Merlot e del Cabernet, fondata da Burt Williams e Ed Selyem nel 1979. La vendita, riporta “Wine Specator”, include il marchio, l’inventario, la cantina e più di 135 acri (poco più di 54 ettari) di vigneti nella Russian River Valley di Sonoma.
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Primo Piano
Appaltare a servizi esterni la “semplice” vendemmia manuale è illecito. Il caso in Francia
Trovare manodopera in vigna è sempre più difficile, in tutto il mondo. E per molte operazioni, dalla potatura alla vendemmia, sempre più aziende, gioco forza, devono ricorrere al contoterzismo o comunque ad appaltatori di servizi esterni. In ogni caso, in Francia, ed in particolare nel dipartimento di Vaucluse, nell’area della Provenza, ora si stringe la vite sul fatto che sia “illecito” affidarsi a fornitori di servizi esterni per la “semplice” vendemmia manuale. Così ha stabilito la Direzione dipartimentale dell’Occupazione, del Lavoro e della Solidarietà (Ddets), riporta il magazine francese “Vitisphere”, secondo cui per giustificare l’affidamento del lavoro ad un prestatore di servizi è necessario che questo fornisca un know how tecnico, mentre per tagliare un grappolo e raccogliere l’uva manualmente, secondo le autorità di Vaucluse, non è richiesta nessuna competenza particolare, a differenza, per esempio, della potatura. Un’interpretazione che fa discutere, e che peraltro si è concretizzata con dei controlli in vigna, e una multa ad un produttore che si era affidato a servizi esterni per la vendemmia, nello scorso settembre, a cui è stato contestato di aver utilizzato illecitamente manodopera esterna, cosa punibile con una multa fino a 30.000 euro e due anni di carcere, mentre fino ad oggi ci si era limitati ad un richiamo al rispetto della norma da parte delle autorità. E in Italia, dove, come in Francia, è sempre più problematico trovare manodopera, soprattutto in un periodo intenso come quello della vendemmia, come stanno, le cose?  WineNews lo ha chiesto a Roberto Caponi, direttore Area Politiche del Lavoro Confagricoltura, la più grande organizzazione datoriale dell’agricoltura italiana. “L’appalto di servizi esterni è possibile in agricoltura, ovviamente. Ma se si limita al semplice reperimento di manodopera poco professionalizzata, se per esempio si tratta solo di raccolta delle uve a mano, se non ci sono mezzi meccanici coinvolti, si rischia che un eventuale contratto di appalto non sia considerato “genuino”. Diciamo che la legge italiana non vieta la cosa espressamente, ma si deve essere attenti e rigorosi quando si appaltano servizi all’esterno, che non possono essere il semplice reperimento di manodopera scarsamente professionalizzata”.
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SMS
Lusso, servono 60.000 persone
Sono oltre 60.000 i nuovi addetti di cui, nei prossimi 5 anni, necessiterà il comparto del luxury food & wine, per una stima di occupati, nel 2028, pari a 495.000 unità. Le figure più richieste saranno i tecnici specializzati nelle lavorazioni alimentari, i tecnici del marketing, delle vendite e della distribuzione, gli addetti all’accoglienza e le guide eno-turistiche. È quanto emerge dai dati elaborati dalla Fondazione Altagamma (che riunisce dal 1992 le imprese dell’eccellenza made in Italy, con 119 brand) insieme a Unioncamere, sulla previsione dei fabbisogni occupazionali a medio termine nel nostro Paese. Secondo la ricerca, nel 39% dei casi le imprese dell’alimentare di alta gamma avranno difficoltà a reperire le figure professionali di cui hanno bisogno, pur in un contesto di disoccupazione giovanile che si attesta intorno al 20%.
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Focus
Cassazione: alcoltest non necessario per provare l’ubriachezza
Lo stato di ebbrezza può essere verificato non solo dal test etilometrico, ma anche da “adeguati elementi obiettivi e sintomatici”. Bastano evidenti segnali rilevati dalle forze dell’ordine, anche senza alcoltest. Tema che torna di nuovo alla ribalta (con una novità significativa) a seguito di un episodio avvenuto in Italia e che ha fatto clamore. E che dimostra come, per il reato di guida in stato di ebbrezza, non serva l’alcoltest quando vi sono adeguati elementi obiettivi e sintomatici dell’alterazione. Questo, in sintesi, quanto dice appunto una sentenza della Cassazione (n. 20763/2024, in approfondimento il commento, a WineNews, dell’avvocato Marco Giuri), che ha respinto il ricorso di un automobilista. Un episodio che rappresenta, appunto, una grande novità e che, non a caso, ha fatto parlare molto anche mediaticamente, e che potrebbe mettere in “secondo piano” uno strumento come l’alcoltest, considerato, da quando è stato introdotto, l’unico “arbitro” per giudicare lo stato di ebbrezza alla guida. Inoltre la possibilità di richiedere l’alcoltest al posto di blocco, da parte dell’automobilista, per contestare eventualmente quanto sostenuto dalle forze dell’ordine senza prove strumentali, non è stabilita nero su bianco da una normativa e quindi, di fronte ad una richiesta, non è obbligatorio che venga soddisfatta. 
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Roma Doc
Cronaca
Un calice di vino aiuta il cuore
Uno studio pubblicato su “Nature Communications” e condotto dai ricercatori del Global Burden of Disease, torna ad accendere i riflettori sul legame tra consumo di vino, alimentazione e benessere cardiovascolare, ribadito anche da Attilio Giacosa, presidente Irvas, aggiungendosi alle numerose pubblicazioni internazionali sul tema del consumo di alcol e della cardiopatia ischemica (Ihd). Per gli esperti un consumo moderato di vino, insieme a regimi alimentari sani e stili di vita appropriati, può avere effetti positivi sulla salute e non solo.
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Wine & Food
Caffè, non solo una sveglia, ma un rito che unisce tutto il Paese: e se è italiano “si sente”
Il caffè è un rito che si ripete ogni giorno più volte. È la “sveglia” del Paese alla mattina, un’occasione di convivialità tra amici durante la giornata e qualche volta anche una piccola scusa per prendersi una pausa dai vari impegni. Secondo un’indagine di Astraricerche, il 98% degli intervistati dichiara di bere caffè abitualmente. Oltre a essere considerato come una “sveglia” per il Paese (91%), è anche un momento d’incontro (92%) e un gesto d’amore rivolto alle persone a cui lo offriamo (91%). Il caffè è tra i prodotti agroalimentari italiani più esportati nel 2023, con un giro d’affari di oltre 2 miliardi di euro (+6,8% sul 2022): si tratta di uno dei settori industriali storicamente più legati al nostro know how. Ne sono primi sostenitori gli italiani stessi: per l’88% il “nostro” caffè è il migliore del mondo.
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Castello del Terriccio
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Masottina
Consorzio Vini di Romagna
Tenuta Sette Ponti
Bosca
WineNews.tv
Dall’applicazione del regolamento Ue sui vini dealcolati al prezzo medio dei prodotti agricoli
A WineNews, approfondimento su due dei dossier più caldi della normativa vinicola e vitivinicola, con l’avvocato Marco Giuri (Studio Giuri di Firenze). “Il regolamento Ue è immediatamente attuativo, l'Italia per renderlo operativo deve cambiare alcune norme, ma arriveranno presto novità perchè la filiera spinge molto in questo senso. Nell'ultimo Dl Agricoltura si inserisce il tema del “prezzo medio” dei prodotti agricoli, ma è un aspetto molto difficile da definire e complesso da far convivere con le norme sulla concorrenza leale e sleale”.
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