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WineNews
N. 2.654 - ore 17:00 - Venerdì 10 Maggio 2019 - Tiratura: 31.087 enonauti,
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La News
Fine wine, i big d’Italia i più ricercati
In un 2019 non brillantissimo per i fine wine, almeno stando agli indici del Liv-Ex, l’Italia vive una piccola “golden age”. A testimoniarlo anche la “Top 100 Most Searched-For Wines” di Wine-Searcher che, attualmente, vede ben 5 etichette-mito del Belpaese tra i 15 vini più ricercati al mondo, e ben 3 tra le prime 5. Dal Sassicaia della Tenuta San Guido, n. 1 assoluto, davanti a Chateau Mouton Rothschild, e ancora Ornellaia (n. 3), Solaia (Antinori, n. 5), Masseto (n. 7) ed il Montiano di Falesco (Famiglia Cotarella, n. 11). In “Top 100” anche il Tignanello, ancora di Antinori (n. 33), e il Barolo Monfortino Riserva di Giacomo Conterno, al n. 73.
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Primo Piano
Business, clima, tendenze e mercati: il mondo del vino a Bordeaux, per Vinexpo
Il business al centro, ma non solo: dal 13 al 16 maggio il mondo del vino fa rotta su Vinexpo, la storica fiera enoica di Bordeaux, pronta ad accogliere 1.600 espositori (con il 20% di novità), da tutto il mondo, dalla Francia, ovviamente, all’Italia, dalla Germania al Regno Unito, dal Portogallo alla Georgia, dagli Stati Uniti al Libano, dal Sudafrica all’Austria, senza dimenticare la Cina, e new entry come Turchia e Vietnam. Dove l’evento più atteso sarà di scena il 14 maggio, ovvero “Act for change”, il primo Symposium Vinexpo, sull’impatto dei cambiamenti climatici sul settore enoico, con l’intervento di ricercatori, economisti e produttori, di primissimo piano. Ma tanti sono gli eventi da segnalare, che vedono protagonista, tra gli altri, anche il grande vino italiano. A partire da lunedì 13 maggio, con la degustazione dedicata ai “premi speciali” della guida Vini d’Italia 2019 del Gambero Rosso, e la consegna del “Lifetime Achievement Award” del “The Institute of Masters of Wine” e dal magazine Uk “The Drinks Business” (già andato a nomi come Robert Mondavi, Piero Antinori, Jean-Michel Cazes, la baronessa Philippine de Rothschild, Hugh Johnson e Miguel A. Torres). E sotto i riflettori ci sarà anche il tema dell’e-commerce, con il colosso cinese Alibaba, Carrefour, Vivino, Tannico, Iwsr e Le Petit Ballon. Martedì 14 maggio, invece, come detto, il grande protagonista sarà il simposio sul clima, ma non solo. La degustazione più prestigiosa in calendario è quella dedicata alla vendemmia 2016 di Bordeaux, firmata dall’Union des Grands Crus, mentre, per il Belpaese, sarà ancora il Gambero Rosso a raccontare la varietà e la qualità dei Rosati d’Italia. Mercoledì 15 maggio, ancora, l’International Wine & Spirits Research presenterà i trend del consumo del vino che muoveranno il mercato nei prossimi anni, fino al 2023, ma sarà di scena anche la curiosa degustazione “Tre Bicchieri 2019 versus 2020”, con l’assaggio in anteprima delle nuove annate di alcuni dei vini premiati con i “Tre Bicchieri” nella guida 2019, possibili riconferme anche nell’edizione 2020. Giovedì 16 maggio, invece, la curiosità è per la “Vinexpo Challenge”, con la sfida di degustazione a Marc Almert, il Best Sommelier of the World 2019 di Asi.
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Sicilia, l’unione delle diversità
Se la Sicilia del vino oggi è una delle Regioni più in vista del Belpaese, con una crescita che ha portato la produzione dell’Isola ad essere esportata nel mondo per oltre la metà, e a sviluppare un giro d’affari superiore al mezzo miliardo di euro, è anche grazie alla capacità di essere “unita nella diversità”. Un continente enoico con tante anime, che ha saputo unirsi sotto l’ombrello della Doc Sicilia, capace di valorizzare anche le altre piccole e grandi denominazioni siciliane. Che grazie al lavoro delle aziende sono state capace di raccontare i territori sia con i tanti vitigni antichi ed autoctoni della Sicilia, che con le varietà internazionali. Un caleidoscopio enologico che affascina, e che è stato protagonista a “Sicilia en Primeur” by Assovini, a Siracusa, con le declinazioni della vendemmia 2018 che vi racconteremo nei nostri migliori assaggi, lunedì.
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Focus
Polonia, istruzioni per l’uso tra cultura e mercato
Lontani i tempi della Guerra Fredda, la Polonia di oggi è un mercato dal potenziale gigantesco, in cui la cultura del vino sta ancora muovendo i primi passi. Ci sono da scardinare abitudini assai radicate, che nel bicchiere si traducono in consumi ancorati a birra e Vodka, con il vino che negli ultimi 30 anni è stato prima uno status symbol per pochi, poi un’alternativa sempre più popolare, ma in declinazioni ben precise, all’insegna, come negli Stati Uniti di qualche decennio fa, della piacevolezza. E allora, come racconta a WineNews chi la Polonia la conosce bene, come Tessa Capponi Borawska, che nel 1983 ha lasciato il Chianti, dove la famiglia è proprietaria della storica griffe del Chianti Classico Villa Calcinaia, per stabilirsi a Varsavia, a guidare i vini italiani (nel 2017 a 52,9 milioni di euro di esportazioni in Polonia) sono “le produzioni del Meridione, su tutte il Primitivo di Manduria, ma i giovani stanno imparando a conoscere il vino come prodotto culturale, ed è esattamente la direzione in cui dobbiamo lavorare”. Strada da fare ce n’è: per questo, come spiega Marina Nedic, alla guida di Iem, a Varsavia per la seconda tappa del “Simply Italian Great Wines” Eastern Europe, “la Polonia va presidiata: c’è interesse per il vino italiano, è un mercato grande e vicino”.
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Cronaca
“L’Asta del Barolo” n. 17
Bottiglie introvabili come il Barolo Monfortino Riserva 1961 di Giacomo Conterno, Bartolo Mascarello 1964 e 1967, Giacomo Borgogno Riserva 1947 e Fontanafredda 1959 e poi, tra grandi formati e non solo, un bel gruppo di ventenni, con i Barolo 1999 di cantine come Cordero di Montezemolo, Chiarlo, Franco Martinetti, Gianni Gagliardo, Einaudi, Prunotto e Vietti: sono solo alcuni dei protagonisti dei 60 lotti che il 12 maggio andranno sotto il martelletto al Castello di Barolo, nell’edizione n. 17 de “L’Asta del Barolo”, ideata da Gianni Gagliardo.
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Wine & Food
Da Bologna a Verona, ecco il Giro d’Italia. Con la “Sangiovese Wine Stage”, e non solo
Il via domani da Bologna, l’arrivo il 2 giugno a Verona: scatta domani il Giro d’Italia n. 102, e come accade da anni, la corsa “rosa” si intreccia a doppio filo al vino. L’“enotappa” 2019 (dopo aver celebrato, nelle passate edizioni, Franciacorta, Sagrantino di Montefalco e Chianti Classico), la n. 9 sarà di scena domenica 19 maggio, e sarà la  “Sangiovese Wine Stage”, con la carovana che si sposterà da Riccione a San Marino. Carovana di cui, per la prima volta, farà parte anche l’Oltrepò Pavese, grazie alla partnership tra Consorzio dell’Oltrepò Pavese, Gazzetta dello Sport, Rcs Sport. E sul podio di tappa, come accade da anni, si brinda con Astoria, vino ufficiale del Giro.
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WineNews.tv
Quando all’eccellenza del vino, si aggiunge il valore delle generazioni: Primum Familiae Vini
Il legame tra 12 dei nomi più importanti del vino mondiale (Antinori e Tenuta San Guido dall’Italia, Baron de Rothschild, Maison Joseph Drouhin, Famille Hugel, Pol Roger, Famille Perrin, Egon Müller Scharzhof, Bodegas Torres, Vega Sicilia, Symington Family e Domaine Clarance Dillon, e la forza della condivisione e della sinergia, anche nelle grandi fiere, come Vinexpo. Le parole di Priscilla Incisa della Rocchetta, Dominic M. Symington, Joseph Drouhin e Jean Frédéric Hugel.
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