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WineNews
N. 2.950 - ore 17:00 - Venerdì 24 Luglio 2020 - Tiratura: 31.087 enonauti,
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La News
José Andrés, Basque Culinary World Prize
Una risposta gastronomica tempestiva, globale e collaborativa, quella dello chef José Andrés e del suo progetto World Central Kitchen (WCK), fondato 10 anni fa, alla pandemia di Coronavirus. Risposta che gli è valsa il Basque Culinary World Prize 2020, uno dei più ambiti premi dell’alta cucina. Chef Andrés, infatti, è stato scelto dalla prestigiosa giuria del Premio perché impersona lo spirito collaborativo indispensabile in tempi così critici. Inoltre, la determinazione ed efficienza dimostrate nella crisi hanno stimolato anche altri professionisti a lanciare programmi per risollevare il settore della ristorazione, facilitare l’accesso al cibo e gestire mense di solidarietà.
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Primo Piano
Usa, nei primi cinque mesi 2020, il vino italiano regge e cresce (+10%), ma ora arriva il difficile
Manca poco alla pubblicazione della nuova black list Usa, che colpirà i prodotti europei per 3,1 miliardi di dollari, e, nella speranza di passare indenni anche questa volta le forche caudine del Dipartimento del Commercio Usa, a rincuorare l’Italia enoica ci sono i dati delle esportazioni Oltreoceano, nei primi cinque mesi 2020, che WineNews ha analizzato e commentato con Denis Pantini, direttore Area Agroalimentare Nomisma e responsabile Wine Monitor. Partendo dal dato generale, in questi primi cinque mesi del 2020, le importazioni di vino Usa, secondo i dati doganali, a valore hanno perso il 4%: se si considerano i primi effetti del lockdown, applicato dai Governatori, e quindi a macchia di leopardo, tutto sommato si può parlare di un dato positivo. Sono, però, dati, ricorda Pantini, “influenzati dalla corsa agli approvvigionamenti del primo bimestre 2020, dopo l’introduzione dei dazi sul vino francese, che ha portato ad un boom dello Champagne (+158% sullo stesso bimestre del 2019) e a piccoli benefici anche per i nostri vini di alta gamma”. Nel complesso, i francesi perdono il 18% e gli australiani il 12%, mentre l’Italia cresce del 10%. I dati mensili, relativi al totale vino, ci dicono che in maggio 2020, su aprile, l’Italia cresce a livello congiunturale del 19%, “e se andiamo a vedere il trend tendenziale, quindi maggio 2020 su maggio 2019, l’Italia fa il +7%, inaspettatamente, a differenza dei francesi, che fanno il -59%. L’Italia, dopo la corsa alle scorte, ha seguito ad aprile e maggio 2020 una rotta tutta sua”, spiega Denis Pantini. Andando a guardare i numeri dei vini fermi imbottigliati, la tendenza non cambia: a maggio 2020 +22% su aprile, e +1% su maggio 2019. Le dolenti note, ma non troppo, arrivano dall’analisi dei prezzi medi: restando sui vini fermi, a maggio su aprile, il prezzo medio ha perso il 7%, e su maggio 2019 il 15%. Crescono, quindi, i volumi: del +32% a maggio su aprile, stando sull’imbottigliato fermo, e del +18% a maggio 2020 su maggio 2019, per un prezzo medio di 4,9 euro al litro, contro i 5,7 euro del 2019. Reggono, in termini di prezzo medio, le Dop della Toscana, passate ad aprile 2020 su aprile 2019 da 8,5 a 8,3 euro al litro (-3%), mentre le Dop del Piemonte sono addirittura cresciute: dai 9,7 agli 11,2 euro al litro (+15%).
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Sardegna, allarme Cannonau
Il nuovo DM con l’elenco delle varietà di vite, o sinonimi distintivi, costituenti una Dop, eliminerà un passaggio fondamentale: “la protezione si applica al nome intero, compresi i suoi elementi costitutivi, purché siano di per se distintivi. Non sono protetti gli elementi non distintivi o generici di una Dop o di una Igp”. Venendo meno questo principio, il Ministero delle Politiche Agricole eliminerebbe così dall’elenco 11 Dop, compresa il Cannonau di Sardegna. Ipotesi che porterebbe conseguenze drammatiche, perché se le nuove regole venissero applicate, senza tenere conto della specificità del patrimonio viticolo, della storia e delle tradizioni, il Cannonau di Sardegna potrà essere utilizzato in altri territori e comparire anche nelle indicazioni in etichetta dei vini prodotti al di fuori della Sardegna, come spiega Assoenologi Sardegna.
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Focus
Inghilterra, con la riapertura dei locali respira anche il vino
Nei primi giorni di riapertura di pub e ristoranti (che hanno ripreso a lavorare dal 4 luglio, ndr), in Inghilterra solo un terzo dei clienti vi aveva fatto ritorno, ma, come raccontano i numeri dell’istituto di analisi Mibd, solo il 12% dei ristoranti aveva ripreso a lavorare, contro il 42% di pub e gastropub. Sono i primi passi di un ritorno alla normalità, atteso da tutti, dai ristoratori ai produttori di vino del Belpaese, che in Inghilterra hanno un mercato fondamentale, e nella ristorazione un canale formidabile, specie per le griffe più importanti. A dimostrarlo, le carte dei vini dei ristoranti di Londra, dove le etichette di Tenuta San Guido, casa del Sassicaia, sono le più presenti, addirittura nel 22% delle wine list, davanti ad un’altra griffe simbolo dell’Italia enoica, Gaja (16%), in una top 15 in cui trovano spazio anche Ornellaia e Antinori (nel 13% delle wine list). Diverso il peso specifico dei diversi territori del vino, con la Rioja padrona assoluta delle carte dei vini, presente nel 64% dei ristoranti inglesi, con la prima denominazione del Belpaese, Barolo, nel 43% delle wine list. Quindi il Brunello di Montalcino (36%) il Chianti Classico (35%) e il Montepulciano d’Abruzzo (32%).
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Cronaca
“Wine Passport” su Amazon
Da YouTube ad Amazon, il passo è tutt’altro che breve. A farlo è “Wine Passport TV Series”, la serie prodotta in Italia, prodotta e condotta dalla giornalista Francesca Negri, che racconta il mondo del vino italiano al mercato internazionale. Girata totalmente in lingua inglese, è sbarcata da qualche giorno sulla piattaforma Amazon Prime Video Usa e Uk, il canale on demand del gigante dell’e-commerce di Jeff Bezos, che, nei due Paesi, conta più di 100 milioni di abbonati e potenziali consumatori.
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Wine & Food
La vendemmia ai tempi del Covid-19: le linee guida dei produttori di Borgogna
I raccoglitori dovranno vendemmiare un filare sì ed un filare no, per garantire il distanziamento; le coppie, possibilmente, non devono cambiare, in vigna come negli spostamenti, negli alloggi e nelle pause pranzo, così da ridurre al minimo il numero di contatti; per chi porterà le cassette, sarà obbligatorio portare la mascherina o la visiera quando non sarà possibile rispettare le distanze di sicurezza; i caposquadra avranno il compito di spiegare e vigilare sul rispetto delle regole da parte dei lavoratori; ai banchi di cernita non si lavorerà faccia a faccia; chi lavora in cantina sarà fornito di materiali che solo lui potrà usare. In vista della vendemmia, che non è poi così lontana, dalla Francia la Confédération des Appellations et des Vignerons de Bourgogne (Cavb) ha stilato le linee guida da seguire nel rispetto delle norme anti Covi-19.
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WineNews.tv
Nicoletto: dalla crisi le griffe del vino hanno imparato a lavorare su ogni fronte
“Questa situazione ci ha insegnato che anche un brand del vino dell’alta gamma non può esimersi dal guardare con attenzione a tutti i canali, dall’Horeca al retail dove, lavorando bene, si può raggiungere un posizionamento importante. Le misure di sostegno messe in campo sin qui dal Governo non sono sufficienti, ed aver usato i fondi Ocm non è una buona notizia. Occorrono risorse e spenderle meglio, è questa la sfida. Bertani interessata a Barolo e Bolgheri? Sono territori che mi piacciono molto ...”.
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