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WineNews
N. 3.354 - ore 17:00 - Martedì 15 Febbraio 2022 - Tiratura: 31.116 enonauti,
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La News
Il futuro della comunicazione del vino
Bio, filiera corta, natura, ma anche tecnologia, con gli Nft (Non Fungible Token): sono i trend che caratterizzeranno la comunicazione, ma anche il consumo, del vino da qui in avanti, secondo SoWine, che li ha illustrati a Vinexpo Wine Paris, di scena fino al 16 febbraio. “I consumatori - ha detto a WineNews Marie Mascré, directrice associée di SoWine - hanno cambiato il loro rapporto con i brand, che ora oltrepassa l’individualità: si creano community intorno ai marchi, fondate sulla condivisione dei valori e degli stili di vita. Negli ultimi mesi sono nati club di consumatori, affezionati ad uno specifico brand, non solo nel settore wine & spirits”.
Approfondimento su WineNews.it
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Primo Piano
A Strasburgo in gioco il futuro del vino: ore decisive per il voto sul “Beating Cancer Plan” Ue
Sono ore cruciali per il vino italiano ed europeo: stamani si è chiusa la discussione sulla relazione della Commissione Beca sul “Beating Cancer Plan”, che condivisa nella sua missione principale, quella di sconfiggere il cancro, il male del secolo, potrebbe penalizzare fortemente il settore del vino se passasse così com’è, ovvero senza la distinzione tra uso e abuso di alcol, e con la raccomandazioni di inserire avvisi sui rischi per la salute come sulle sigarette, di aumentare la fiscalità e di limitare fortemente i fondi per la promozione di un prodotto come il vino, che pure è tanto importante da un punto di vista economico, culturale, paesaggistico ed identitario, per tanti grandi Paesi Ue. E, in particolare, per quelli affacciati sul Mediterraneo, come Italia, Spagna, Francia, ma non solo. I cui parlamentari, non per caso sono quelli che, in grande maggioranza, appoggiano gli emendamenti presentati dagli italiani Paolo de Castro ed Herbert Dorfmann, che hanno come obiettivi principali proprio quelli di ristabilire la differenza tra consumo e abuso, ed evitare il “warning in etichetta”. “Sono abbastanza fiducioso, c’è un largo consenso, dobbiamo arrivare a 355 “sì” perchè passino, ma dovremmo farcela”, spiega, a WineNews, dalla plenaria di Strasburgo lo stesso Paolo De Castro. “Stasera dalle ore 20 ci sarà il voto sugli emendamenti, e i risultati su questi li conosceremo domattina alle ore 9. Nella giornata di domani, poi, ci sarà il voto definitivo sul lavoro della Commissione Beca. Che, va detto, nel complesso è buono e mira ad un obiettivo importantissimo come la sconfitta del cancro, ed è frutto del grande lavoro di tanti colleghi eurodeputati in questi due anni. Ma, al suo interno, c’è questa questa posizione sul vino e gli alcolici che va cambiata, e gli emendamenti De Castro-Dorfmann, che sono “chirurgici” e sostenuti da tanti parlamentati, 155, soprattutto dei Paesi mediterranei, dove c’è la cultura del consumo moderato di vino, mirano proprio a migliorare questo testo”. Che, va ricordato, metterà nero su bianco delle raccomandazioni a cui poi dovranno seguire gli atti legislativi, e quindi niente, in ogni caso, sarà automatico. Ma certo è che se il testo passasse così come è, senza emendamenti, si aprirebbe una prospettiva davvero oscura e difficile per il mondo del vino.
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“Nessun attacco a cultura gastronomica”
Se gli emendamenti De Castro-Dorfmann al Cancer Plane sono trasversale ai partiti italiani ed europei (ed il Ministro dell’Agricoltura francese ha detto che la posizione nazionale è che non servono “menzioni addizionali, sulle etichette di vino, tipo le raccomandazioni sanitarie come quelle di cui parla l’Oms”, anche se poi ogni deputato francese farà la sua scelta), sono tutte da interpretare, invece, le parole della Commissaria Ue alla Salute, Stella Kyriakides: “non c’è alcuna intenzione di prendere di mira una cultura gastronomica, il nostro lavoro sarà basato su dati scientifici. L’Europa - ha spiegato - ha il livello più elevato di consumo di alcol al mondo e può causare diversi tipi di cancro, ecco perchè abbiamo incluso un chiaro obiettivo nel nostro piano per raggiungere una riduzione di almeno il 10% nel consumo di alcol, come sostenuto dall’Oms”.
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Focus
Valpolicella, nel 2021 vendite a più 16% in valore sul 2020
Sono numeri ottimi, quelli che raccontano lo stato di salute dei vini della Valpolicella, icone di uno dei territori più importanti del vino italiano, e che segnano una crescita a doppia cifra sotto tutti gli aspetti, rispetto ad un 2020 che già non aveva accusato flessioni sul 2019, nonostante l’emergenza Covid-19. Come emerso dalla ricerca, voluta dal Consorzio dei Vini della Valpolicella, realizzata da Wine Monitor di Nomisma, presentata oggi a Verona. Il 2021 ha segnato una crescita, in doppia cifra, in tutti i suoi numeri chiave. Cresce di poco il vigneto, ora a 8.573 ettari (+2%), aumenta significativamente la produzione (+8,6% sul 2020), ma arriva soprattutto dal mercato il dato più eclatante, con vendite a +16% in valore sul 2020 (con il +24% dell’Amarone ed il +15% del Ripasso), in linea con la crescita complessiva dell’imbottigliato (+15,3%). “I risultati ottenuti - ha detto il presidente del Consorzio, Christian Marchesini - confermano l’ottimo stato di salute della denominazione che ha saputo reagire nel migliore dei modi all’emergenza. Continueremo a consolidare la qualità, e puntiamo a valorizzare il Valpolicella. L’aggravio dei costi di produzione pesa poco sui nostri vini premium, per i quali ci preoccupa maggiormente la reperibilità dei materiali come ad esempio bottiglie e cartoni”.
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Cronaca
Trimani tra le enoteche storiche
C’è anche Trimani, il più antico negozio di vini di Roma, aperto nel 1876 dalla famiglia Trimani, che commerciava vino nel cuore della Capitale già dal 1821, tra le 10 enoteche iconiche del mondo secondo “Wine Enthusiast”, che ha messo in fila gli indirizzi storici dei quei wine shop (come Acker Wines, a New York, in una foto dei primi del Novecento) capaci di influenzare la cultura enoica, tappa obbligata per ogni appassionato, dove trovare il meglio delle produzioni nazionali e le nicchie pronte a diventare la moda di domani.
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Wine & Food
La Champagne apre ai vitigni resistenti in disciplinare: via libera ai primi impianti di Voltis
Mentre in Italia siamo appena agli inizi del dibattito sui vitigni resistenti nei disciplinari di produzione dei vini a denominazione, per i quali l’Unione Europea ha dato il via libera, in Francia, nel nome della sostenibilità, ma non solo, si procede spediti, e in denominazioni di primo piano. Come nella Aoc Champagne dove, riporta il magazine francese “Vitisphere”, sarà testato in campo un vitigno resistente alla peronospora e all’oidio, il Voltis, che così sarà il primo resistente in assoluto ad essere inserito in un disciplinare francese, e di una delle denominazioni più importanti. L’Institut National de l’Origine et de la Qualité (Inao), infatti, il 10 febbraio, ha convalidato la richiesta arrivata dall’interprofessione della Champagne. Una strada che, presto, potrebbe essere percorsa da un altro territorio di primo piano, come Bordeaux.
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Consorzio Vini di Romagna
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WineNews.tv
La Francia ha un nuovo amore: il Prosecco, protagonista a Wine Paris & Vinexpo Paris
Da anni raccontiamo della crescita del sistema Prosecco in Francia, terra di Champagne, che ormai è diventata il 4° mercato dietro a Usa, Regno Unito e Germania, con 586.260 bottiglie spedite nel 2020, più del doppio dell’anno precedente, per un valore che supera i tre milioni di euro ed un prezzo medio decisamente rilevante: 5,31 euro a bottiglia. Il punto sul Prosecco Superiore di Conegliano e Valdobbiadene, protagonista in questi giorni a Wine Paris & Vinexpo Paris, con Elvira Bortolomiol, presidente del Consorzio.
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