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WineNews
N. 3.378 - ore 17:00 - Lunedì 21 Marzo 2022 - Tiratura: 31.183 enonauti,
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La News
Le Uga, nuovo capitolo del Chianti Classico
Per tutti, sono un nuovo punto di partenza, per alcuni serviranno a soddisfare ancora di più quella voglia dei consumatori evoluti di conoscere più a fondo il legame tra vino e territorio in cui nasce, per altri sono un “inizio di zonazione”, e avranno un impatto importante anche in termini di turismo ed enoturismo: l’attesa è tanta, in Chianti Classico, per il debutto ufficiale delle Uga, le 11 Unità Geografiche Aggiuntive (San Casciano, Montefioralle, Panzano, San Donato in Poggio, Castellina, Vagliagli, Greve, Lamole, Radda, Gaiole, Castelnuovo Berardenga) che saranno inizialmente solo sulla Gran Selezione, vertice qualitativo del Chianti Classico.
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Primo Piano
Ai vertici per qualità, export, denominazioni e “bio”: ecco la Toscana del vino
Regione, tra le “big”, che è cresciuta di più all’export nel 2021 (+16,1%, a 1,1 miliardi di euro), tra le leader assolute per qualità, con 56 denominazioni (52 Dop e 6 Igt), una produzione che, da sola, nel 2020, è stata pari all’8% di tutto il vino italiano Dop in volume e l’11% in valore, e ai vertici anche nel biologico, con un terzo del vigneto regionale certificato (il 17% del totale Italia) ed una produzione di 350.000 ettolitri (il 15% di tutto il vino bio made in Italy). Sono solo alcuni dei numeri del vino della Toscana, illustrati a “PrimAnteprima”, che nei giorni scorsi ha dato il La alla “Settimana delle Anteprime” di Toscana, con gli eventi dei (e nei) territori. Racconto di una Regione del vino che si conferma terra ad assoluta prevalenza rossista (87%) e di vini a denominazione di origine protetta, che nel 2021 hanno raggiunto il 70% della produzione totale, contro una media nazionale pari al 45%. Le superfici vitate si fermano sotto la soglia dei 60.000 ettari, di cui 20.000 in provincia di Siena e 16.000 in provincia di Firenze. Con le grandi Docg del Chianti e del Chianti Classico che rivendicano rispettivamente il 31 e il 21% della superficie, ed il Sangiovese che domina il 60% dei vigneti (36.000 ettari). Numeri che esprimono solo in parte il valore del vino made in Tuscany, amatissimo nel mondo, espressione di quello che è un “linguaggio universale, come è la musica”, ha raccontato sul palco Gianna Nannini, regina del rock italiano e produttrice di vino con la Certosa di Belriguardo, a Siena, scelta come testimonial d’eccezione della produzione enoica della Regione. “La mia passione per il vino - ha detto - nasce da bambina, perché da 9 a 18 anni sono cresciuta in campagna, a Certosa di Belriguardo, a Siena, che era dei miei genitori, tra i contadini ed i mezzadri, e partecipavo al rituale della vendemmia. Quando vivi così vieni rapita dal profumo del vino che nasce della terra, e io le prime canzoni le scrivevo scappando con il motorino tra le zolle e i vigneti. Nel 2006, quando ho potuto, ho rilevato l’azienda. Oggi produco cinque rossi, “nel nome del Sangiovese”. Il sesto, prossimo al debutto, si chiama “La Rossa”: un nome che trae ispirazione dal personaggio magico di un’anziana e dai ricordi dell’infanzia nella tenuta senese”, già evocati nella canzone “La lupa e le stelle”.
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La Ue “sveglia” i terreni a riposo
Tra gli effetti della guerra in Ucraina, c’è l’allarme che suona da giorni sul fronte della catena produttiva alimentare. Con il granaio d’Europa a ferro e fuoco (ma comunque, come annunciato da Rostyslav Shurma, vice capo dell’ufficio presidenziale, con l’obiettivo di arrivare al 70% della produzione del 2021), gli approvvigionamenti di grano duro, grano tenero, mais e olio di semi sono diventati un’emergenza per tutta Europa, tanto che il Commissario Europeo all’Agricoltura Janusz Wojciechowski ha deciso di derogare agli obblighi Pac sui terreni “a riposo”. Restituendo alla produzione agricola, di fatto, ben 200.000 ettari solo in Italia, “per una produzione aggiuntiva di 15 milioni di quintali di mais per gli allevamenti, di grano duro per la pasta e tenero per la panificazione necessari per ridurre la dipendenza dall’estero”, come sottolinea la Coldiretti.
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Focus
Gallo Nero, tutti i numeri di un territorio di successo
La fiducia in un mercato cresciuto nel 2021, e che ha iniziato in positivo anche i 2022, almeno prima dello scoppio del conflitto, ma anche sulla qualità dei vini che nascono da un territorio di una bellezza unica e con una grande storia, quasi una “cerniera culturale che lega la bellezza della Siena del Medioevo alla pomposità di Firenze, culla del Rinascimento”, per dirla con le parole del presidente del Consorzio del Chianti Classico, Giovanni Manetti. Riparte da qui il Gallo Nero, nella Chianti Classico Collection 2022, alla Stazione Leopolda di Firenze, con il debutto delle nuove annata e lo stato dell’arte di una denominazione tra le più importanti e storiche del Belpaese (dove il vino, si stima, muove un giro d’affari di 800 milioni di euro, ndr), che guarda ad un futuro di crescita partendo da basi solide, in vigna (con il 52% dei 7.000 ettari certificato bio), in cantina e nei bilanci. Il 2021, infatti, ha visto un +21% nelle vendite sul 2020, e +11% sul 2019. Trend continuato anche nel 2022, con un +7% fino a febbraio. “Un quadro confortante, al netto dell’incognita della guerra tra Russia e Ucraina e delle sue conseguenze economiche, che ovviamente speriamo finisca il prima possibile pensando soprattutto alle sofferenze e alla tragedia umana per il popolo ucraino”, ha sottolineato, a WineNews, Giovanni Manetti.
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Cronaca
Il “Premio Gavi - La Buona Italia 2022”
Il concetto n. 1 è: puoi essere il miglior produttore al mondo, ed è già una bella soddisfazione, ma se non ti fai conoscere, il tuo vino non lo vendi. Per farlo, non basta essere “Consorzi promoter”, “funzionali” o “valorizzatori” decantando le virtù tecniche o naturali del vino. Occorre diventare “Consorzi sistemici”, in cui vino e territorio collaborano e operano a sostegno dell’altro. Così dal “Premio Gavi 2022”, assegnato oggi a Milano al Consorzio del Brunello di Montalcino per la miglior comunicazione territoriale, con “Menzioni Speciali” a Bolgheri, Soave e Garda.
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Wine & Food
Chianti e Morellino, tra i mercati e la bellezza (da scoprire) del territorio
Due territori non così diversi, e nemmeno troppo distanti, con in comune il vitigno principe della viticoltura di Toscana, il Sangiovese, e la voglia di uscire, percorrendo strade diverse, dalla propria comfort zone, continuando a crescere, esplorare e lasciarsi scoprire. Il Chianti ed il Morellino di Scansano escono di slancio da due anni di pandemia che non ne hanno frenato le ambizioni, al contrario: prezzi medi in crescita e boom delle esportazioni diventano il viatico per guardare con ottimismo anche al mercato interno, dove la più grande denominazione rossista d’Italia e lo storico vino della Maremma fanno entrare nel vivo la “Settimana delle Anteprime di Toscana”, con “Chianti Lovers & Rosso Morellino” (ieri a Firenze). Nei calici ci sono le ultime vendemmie, ma l’attenzione corre ai mercati e all’atteso ritorno del turismo internazionale (in approfondimento).
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Masottina
Consorzio Vini di Romagna
Monte Zovo
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WineNews.tv
Il vino, la terra, le radici, la musica: a WineNews la regina del rock e produttrice Gianna Nannini
Testo: “La mia passione per il vino nasce da bambina. Il ritorno alla terra è importantissimo. Nel nostro lavoro alla Certosa di Belriguardo c’è il massimo rispetto per ambiente e biodiversità. Il vino, e per me soprattutto il Sangiovese, e la musica, devono parlare il linguaggio delle emozioni”. Parole di un simbolo internazionale della musica italiana - così come lo è il vino per l’Italia tutta - testimonial d’eccezione del vino di Toscana, nella “Settimana delle Anteprime”.
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