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N. 2.858 - ore 17:00 - Venerdì 13 Marzo 2020 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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“Non ci sono le condizioni per assicurare ad espositori e ai partecipanti un evento di livello internazionale nel solco della storia di Vinitaly. La professionalità e l’autorevolezza di Veronafiere vanno convogliate verso iniziative di rilancio del settore”. Parole di Piero Mastroberardino, presidente del Gruppo Vini di Federvini e dell’Istituto Grandi Marchi, che, come anticipato ieri da WineNews, rompe gli indugi e “al termine di un’ampia consultazione, tenendo conto della rilevanza che l’appuntamento di Vinitaly 2020 rappresenta per il settore, invita Veronafiere a ripensare l’evento in una modalità diversa, compatibile con lo scenario globale”. |
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Se ristoranti e bar sono tra le categorie più colpite dalla crisi Coronavirus, tra il grande calo dei consumi prima e la chiusura per decreto poi, anche le enoteche, presidio economico e culturale del vino nelle città e nei borghi d’Italia, come tutti, vivono una fase di grandi difficoltà. Luoghi che possono stare aperti, come previsto dall’ultimo Decreto del Governo dell’11 marzo 2020, poiché rientrano nei negozi di generi alimentari, rispondono in maniera diversa alla crisi. Fermate ovviamente, per legge, le attività di mescita e consumo nei locali, c’è chi ha deciso di chiudere del tutto, anche prima del decreto, e chi cerca di resistere grazie alle vendite on line e alle consegne a domicilio, in molti casi senza limiti di quantità e con spedizione gratuita. Ma se per le realtà specializzate nelle diverse forme di e-commerce si registrano crescita importanti (a livello generale da più parti si segnala un boom della spesa on line, con casi del 400% come raccontato da Coop Italia e da altri grandi catene, o addirittura del +3.000% per realtà come Eataly, come raccontato da Oscar Farinetti a WineNews, segno che c’è chi non rinuncia, anche in questi giorni critici, al cibo e al vino di qualità), per le enoteche tradizionali, il canale on line è più uno strumento per resistere, e sebbene qualche aumento lo registrino in tanti, non riesce a compensare la scomparsa temporanea dei clienti in negozio, delle degustazioni nei locali e così via. Con molti che tengono aperto più per dare un segnale ed un servizio, che per fare business, in questi giorni. È il quadro che emerge dalla ricognizioni di WineNews tra enoteche di tutta Italia, da Milano a Napoli, e operatori specializzati nell’on-line. Nomi come, nell’ultimo caso, Enosocial o WineLivery, catene come Signorvino, enoteche ed enogastronomie di grandi città ed aree urbane, come Trimani a Roma, Peck a Milano o l’Enoteca Longo a Legnano, e ancora realtà diverse come l’Enoteca Cianciullo a Ottaviano (Napoli), l’Enoteca La Fortezza a Montalcino, o Bruno Dalmazio a Siena, oltre che alle rappresentanze di categoria, come Vinarius (che riunisce oltre 100 enoteche di tutta Italia) e l’Aepi - Associazione Enotecari Professionisti Italiani (tutte le testimonianze nell’approfondimento). |
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Fondazione Symbola per le Qualità e le Eccellenze Italiane e Consorzio del Prosecco Superiore Docg uniscono le forze, per un futuro sempre più sostenibile e “chemical free” tra le colline patrimonio Unesco, con uno studio “finalizzato a mappare le principali soluzioni tecnologiche disponibili sul mercato, per migliorare prodotti e processi produttivi della filiera vitivinicola in sostenibilità e qualità”. Lo studio indaga cinque dimensioni della sostenibilità: la riduzione dell’uso dei prodotti fitosanitari, l’uso razionale delle risorse idriche nel processo vitivinicolo, la protezione delle caratteristiche chimico-fisiche del terreno, la riduzione di emissioni gas climalteranti e promozione di misure di efficienza energetica e di produzione di energia da fonti rinnovabili, fino al recupero e riciclo dei materiali/scarti di produzione e promozione di packaging eco-compatibili. |
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Sono tante le incertezze di questi giorni di forzato rallentamento della routine e tanti i sacrifici che milioni di italiani stanno facendo per superare l’emergenza Coronavirus. Ciò che è certo è che si tratta di una situazione mai vista. E allora WineNews, nel suo piccolo, invita a trasformare questo periodo storico difficile in un momento di convivialità, nel limite del possibile, riportando al centro delle famiglie la buona tavola e il buon vino, con tutta la storia e la cultura (che è anche esperienza vissuta) che c’è dietro ad un etichetta di vino, di un prodotto agricolo e dei rispettivi territori. Questo può essere il momento in cui raccontare, educare, la famiglia, anche quella lontana, con telefonate e videochiamate: un buon atto di convivialità, per passare il tempo con la famiglia riscoprendo del prezioso tempo insieme, ma anche un atto a sostegno del vino italiano. Dunque, oltre a cucinare, ad educare al buon bere e alla buona tavola, al racconto, oltre a scendere in cantina (o comunque a deliziarsi con un buon vino che si usa conservare gelosamente per le occasioni speciali in qualsiasi dimora), WineNews vuole cercare di unire il reale al digitale: su Instagram e Facebook, taggateci in foto, video e storie in cui raccontate il vostro modo di riscoprire il tesoro della tradizione del vino e del cibo italiano, che verranno ricondivisi. |
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L’Union des Grands Crus fa un passo indietro, sospesa la Semaine des Primeurs de Bordeaux 2020. Previsto dal 30 marzo al 2 aprile, l’evento avrebbe messo in vetrina il millesimo 2019, ma, nonostante la conferma avvenuta a più riprese nei giorni scorsi, anche uno dei territori del vino più importanti del mondo, ha deciso di “piegarsi” all’emergenza Coronavirus. “Stiamo lavorando a soluzioni che ci consentiranno di assaggiare la vendemmia 2019 in un secondo momento” ha dichiarato Ronan Laborde, presidente dell’Union des Grands Crus.
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Se tutto, di qui in avanti, andrà per il meglio (ed è tutt’altro che semplice), la ristorazione, per l’emergenza Coronavirus, perderà 8 miliardi di euro. Un buco enorme, decisamente difficile da assorbire per un settore mosso da 300.000 imprese, con oltre 1 milione di posti di lavoro. A dirlo il centro studi della Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi). Nel primo trimestre del 2020, il settore, spiega la Fipe - perderà oltre 10 miliardi di euro, a cui si aggiungerà un’ulteriore perdita nel secondo trimestre per avere poi un recupero - non affatto scontato - nel secondo semestre dell’anno che, tuttavia, chiuderà con un bilancio pesantemente negativo, con una perdita di 8 miliardi di euro, rispetto ad un giro d'affari, nel 2019, stimato in 86 miliardi di euro. |
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Giuseppe Liberatore (Valoritalia): “oggi, di concerto con il Ministero delle Politiche Agricole e con l'Icqrf, semplifichiamo con le autocertificazioni, poi torneremo ai normali controlli, aspetto su cui l’Italia è modello. Continuano senza problemi, con le precauzioni di legge, le consegne di fascette per Docg e Doc. Il vino non diffonde il Coronavirus, lo hanno ribadito anche gli enologi. Chi chiede certificati di salubrità specula, e va segnalato. Deve difenderci lo Stato”.
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