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N. 3.450 - ore 17:00 - Martedì 28 Giugno 2022 - Tiratura: 31.116 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Cambiano ed evolvono, le carte dei vini nei ristoranti del mondo. Eppure, al pari della qualità dei piatti e dell’eccellenza del servizio, possono fare la differenza. E come accade dal 1981, a giudicare le migiori del mondo, la rivista Usa “Wine Spectator”, che ogni anno premia le migliori wine list della ristorazione mondiale. 97, nel mondo, i “Grand Awards”, il massimo riconoscimento, nell’edizione 2022, compresi i sei italiani, tutti confermati. Ovvero Enoteca Pinchiorri, La Pergola del Rome Cavalieri, La Ciau del Tornavento (foto), Ristorante Cracco, Antica Bottega del Vino di Verona e Il Poeta Contadino di Alberobello. |
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Un viaggio nel tempo alla scoperta dell’amore di Leonardo da Vinci per la botanica e l’enologia, del suo profondo legame con la terra, dagli studi agronomici alle più sofisticate intuizioni scientifiche e ingegneristiche: ecco la mostra interattiva “Leonardo: Il dono della vigna”, nello spazio espositivo “Leonardo Wine Genius”, inaugurata oggi da Cantine Leonardo da Vinci e Caviro, con il patrocinio del Comune di Vinci, che ospiterà anche un’area di degustazione. Nei secoli, la figura di Leonardo da Vinci non ha mai smesso di affascinare e stupire in ogni sua sfaccettatura e interpretazione: oltre ad essere inventore, scienziato e artista brillante, fu anche amante del buon bere, antesignano agronomo, enologo e degustatore tanto da definire il vino “divino licore dell’uva”. La mostra “Leonardo: Il dono della vigna”, in collaborazione con Giunti Editore, la casa editrice fiorentina che da oltre mezzo secolo è impegnata in un progetto di divulgazione e di riproduzione dei codici leonardiani, racconta la passione e l’amore di Leonardo per la viticoltura e il vino. Il percorso, con la consulenza scientifica del professore Attilio Scienza, si snoda raccontando innanzitutto il territorio di Vinci, per poi narrare il rapporto del Genio con il nettare degli dei. Dall’esperienza toscana degli anni giovanili al suo viaggio in Romagna nel 1502, dove poté assaggiare i vini locali e comprendere tecniche di vinificazione altamente sviluppate. In Romagna disegnerà in un taccuino due grappoli di uva con la nota “Uve Portate a Cesena”: l’unico schizzo del frutto dell’uva pervenutoci, digitalizzato ed esposto nello spazio. Si prosegue poi con il racconto degli anni milanesi alla corte di Ludovico il Moro, che gli donò un ettaro di vigna - i cui resti rinvenuti nel giardino di casa degli Atellani fanno parte dell’esposizione - come ricompensa per la realizzazione del Cenacolo. Testimonianza della pionieristica visione di Leonardo e oggetto della mostra è il testo della lettera inviata nel 1515 da Leonardo al suo fattore di Fiesole, in cui si lamenta del vino ricevuto a Milano, individuando nelle errate modalità di vinificazione le ragioni della cattiva riuscita del prodotto, e dando prova delle sue capacità di agronomo, degustatore ed enologo (in approfondimento le parole del professore Attilio Scienza e dell’ad di Caviro SimonPietro Felice). |
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In 38 anni, in Italia, sono scomparse 2 aziende agricole su 3, che oggi sono 1,1 milioni, ma, nello stesso tempo, la loro dimensione media è più che raddoppiata, da 5,1 a 11,1 ettari. Per un settore vitale, che mantiene una forte impronta familiare: nel 2020, in oltre il 98% delle aziende agricole si trovava manodopera familiare, anche se nella forza lavoro è stata progressivamente incorporata manodopera non familiare, che ha raggiunto 2,9 milioni di persone. Negli stessi 10 anni, la forza lavoro complessiva ha perso il 28,8%, in termini di addetti. Dati emersi dal Censimento dell’Agricoltura n. 7, presentato da Istat, proprio oggi. A livello di produzione, i 57,4% dei terreni agricoli è coltivato a seminativo, il 25% è fatto da prato permanente e pascoli, ed il 17,4% da legnose agraria. Con olivo e vite che sono le tipologie più coltivate e diffuse. |
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Un vino italiano sorprendentemente in salute, visto il contesto economico e geopolitico generale, con il valore delle “certificazioni”, che siano legate alle denominazione, al biologico o alla sostenibilità, che sono sempre più importanti. È la fotografia che emerge dall’“Annual Report” 2022 di Valoritalia, il più importante ente di certificazione del vino italiano (guidato da Francesco Liantonio e Giuseppe Liberatore, e che certifica 47 Docg, 134 Doc, 37 Igt, per quasi 20 milioni di ettolitri, equivalenti al 56% della produzione nazionale di tutte le Do, ndr), oggi, a Roma. Da cui emerge che “nonostante gli anni difficili, con previsioni talvolta catastrofiche, le vendite crescono in doppia cifra in volume (+12%) e non soltanto grazie alle impennate delle vendite online. A fare da locomotiva rimane il NordEst, con il Pinot Grigio delle Venezie e il cosiddetto “Sistema Prosecco” (che comprende la Doc Prosecco e le Docg del Conegliano-Valdobbiadene e dell’Asolo), con una crescita complessiva che, nel biennio 2020-2021, ha toccato il 22,7%, per un totale di poco inferiore al miliardo di bottiglie. Ma, di tutto rilievo, anche le impennate di altre prestigiose denominazioni, come Brunello di Montalcino (+40%), Barolo (+27%), Gavi (+23%), Franciacorta (+12%), Chianti Classico (+11%), Nobile di Montepulciano (+10%). |
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Di “gemellaggio” vero e proprio, non si parla, al momento. Ma l’affinità elettiva nel segno dell’eccellenza tra Barolo e Champagne è nei fatti, e concretizzata in una partnership sempre più stretta. E, così, se nel novembre 2021 furono le istituzioni ed i produttori francesi ad essere ospiti dei langhetti, dal 30 giugno a 3 luglio 2022, “una delegazione di Strada del Barolo, Ente Fiera del Tartufo e Comune di Alba sarà ospite ad Épernay”, anche per una cena di beneficenza cucinata da tre chef stellati” (il francese Jérôme Feck ed i piemontesi Massimo Camia e Davide Palluda, ndr). |
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Cambio al vertice di Federdoc, l’organizzazione che riunisce la quasi totalità dei Consorzi del vino italiano: come anticipato da WineNews, il nuovo presidente è Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi, scelto all’unanimità dal nuovo cda. A lui, già vicepresidente, passa dunque “l’eredità” di Riccardo Ricci Curbastro che, dopo 24 anni di presidenza, ha deciso di non proseguire il suo percorso al vertice della Federazione dei Consorzi del vino italiano. Bonaldi, è anche un nuovo membro del cda Federdoc, oltre che vicepresidente del Consorzio del Prosecco Doc. Alla vicepresidenza di Federdoc, invece, è confermato Francesco Liantonio, presidente del Consorzio di tutela dei Vini Doc Castel del Monte (e di Valoritalia, ndr), e nominato Filippo Mobrici, presidente del Consorzio di tutela Barbera d’Asti e Vini del Monferrato. |
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A WineNews le riflessioni dello scrittore e giornalista siciliano Pietrangelo Buttafuoco, tra le penne più prolifiche del panorama italiano. “Il vino è un elemento capace di evidenziare un percorso di comunità e di creatività, è stato capace di attraversare i secoli senza sentirne il peso, ma anzi trovando sempre il modo di migliorare e di migliorarsi, da quando è nato, si dice, per un “incidente” divino, voluto da Dioniso”.
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