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WineNews
N. 4.272 - ore 17:00 - Mercoledì 30 Luglio 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti,
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La News
Vino e giovani, tra prezzi e appeal
Il mondo del vino si trova oggi davanti a una sfida cruciale: riconquistare l’interesse dei giovani adulti. Che guardano altrove, tra questioni economiche e di appeal in calo. A ribadirlo è un recente studio condotto da “Wine Opinions”, una delle principali società di ricerca di mercato nel settore vinicolo in Usa, che ha analizzato le abitudini di consumo di bevande alcoliche tra i 21 e i 39 anni. I risultati parlano chiaro: due fattori principali stanno frenando il consumo di vino tra i giovani, ovvero l’aumento dei prezzi e una percezione debole del rapporto qualità-prezzo rispetto ad altre bevande alcoliche (continua in approfondimento).
Approfondimento su WineNews.it
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Primo Piano
L’export del vino europeo va in “rosso”: -2% nel primo quadrimestre 2025, sul 2024
Il 2025 per il settore agroalimentare europeo è un anno fondamentale, chiamato a “rispondere” ai risultati da “record” del 2024 ed a “difendersi” (anche, ma non solo) dai dazi Usa, che rappresentano una minaccia ancora in “evoluzione”. Ma qual è il bilancio dell’export nel primo quadrimestre dell’anno? Per il vino il dato è in negativo. Le esportazioni di vino e prodotti a base di vino, la quarta categoria complessiva per valore, da gennaio ad aprile 2025, hanno generato 5,2 miliardi di euro, un calo del 2% (quantificabile in 88 milioni di euro) sullo stesso periodo 2024. Vanno meglio, invece, spirits e liquori con un valore dell’export a 2,7 miliardi nel primo quadrimestre 2025 (+3% pari a 74 milioni di euro). Le esportazioni agroalimentari dell’Ue hanno raggiunto i 20,1 miliardi di euro ad aprile 2025, con un calo del 4% sul mese precedente, ma, comunque, del 2% in più su aprile 2024. A dirlo è il “Monitoring Eu Agri-Food Trade” della Commissione Europea, in cui si legge che tra gennaio e aprile, le esportazioni cumulative dell’Ue, hanno raggiunto i 79,7 miliardi di euro, con un aumento del 3% rispetto allo stesso periodo del 2024. Nel dettaglio, le esportazioni agroalimentari sono aumentate maggiormente verso il Regno Unito, tra gennaio e aprile, di 778 milioni di euro (+4%) sullo stesso periodo 2024, principalmente a causa dell’aumento dei prezzi dei prodotti a base di cacao. Il Regno Unito con 18,2 miliardi di euro di import da gennaio ad aprile 2025, è il primo partner commerciale per l’Ue. Bene, a livello complessivo, anche gli Stati Uniti (dietro al Regno Unito con 10,2 miliardi di import nel primo quadrimestre 2025) grazie ad un incremento di 686 milioni di euro (+7%) tra gennaio e aprile sullo stesso periodo 2024. Ciò è dovuto anche alle esportazioni di vino e alcolici nel primo trimestre dell’anno. Anche le importazioni dell’Ue sono diminuite del 4% su base mensile ad aprile 2025, raggiungendo i 16,2 miliardi di euro, ma rimangono a +8% su aprile 2024. Da gennaio, le importazioni cumulative hanno raggiunto i 64,4 miliardi di euro, +17% sullo stesso periodo 2024. A livello di importazioni, il Brasile è il Paese più “gettonato” dall’Ue, con un valore nel primo quadrimestre 2025 di 64,4 miliardi di euro (+17%), davanti a Regno Unito (5,6 miliardi di euro, +9%) e Usa (5,1 miliardi di euro, +5%).
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Allegrini e Villa Sandi “al” Guggenheim
Nella mission delle aziende virtuose, c’è anche  sostenere l’arte e la cultura. Come fanno tante cantine italiane, con progetti diretti, o supportando realtà di primo piano. Come succede con Guggenheim Intraprease, la prima iniziativa di corporate membership nata in un museo italiano, nel 1992, a sostegno della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, parte della Solomon R. Guggenheim Foundation. Di cui oggi fanno parte 13 aziende di alto livello, tra cui due realtà di punta del vino del Veneto, come Allegrini, storica griffe e famiglia del vino della Valpolicella, e Villa Sandi, brand icona del mondo Prosecco di proprietà della famiglia Moretti Polegato, che, recentemente, ha fatto il suo ingresso per “valorizzare e preservare tesori artistici, diventando custode di un’eredità che va oltre il nostro tempo”, come spiega il presidente Giancarlo Moretti Polegato.
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Focus
Turismo enogastronomico: professionisti cercasi
Il turismo enogastronomico ha un impatto sul Pil nazionale di 40 miliardi di euro e conta 14,8 milioni di turisti in Italia. Le cantine si confermano le “mete” preferite, con il 40% dei turisti italiani che dichiara di averne visitata almeno una nel corso dei viaggi più recenti. Il vino primeggia con il 38,1% delle preferenze, con la visita alle cantine con degustazione che viene considerata dai viaggiatori italiani come l’esperienza enogastronomica più memorabile vissuta nel corso dei propri viaggi (26% delle preferenze). Numeri forniti dal “Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano” 2025 di Roberta Garibaldi, presidente Aite-Associazione Italiana Turismo Enogastronomico, che confermano l’enorme potenziale di crescita del settore, nel quale però mancano i profili professionali in grado di sostenerne lo sviluppo, dal product manager all’hospitality manager, passando per l’addetto alle visite, il consulente di turismo enogastronomico e il curatore di esperienze. Ovvero, le 5 figure reputate chiave per sviluppare un’offerta turistica integrata e promuovere esperienze sia in Italia che all’estero, e che sono state messe a punto nel “Libro Bianco sulle professioni del turismo enogastronomico”: una visione sistemica e integrata per definire le mansioni e competenze giudicate necessarie per il comparto.
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Cronaca
Il cimitero tra le vigne di Magonza
A Magonza, in Germania, chi ha amato il vino durante la sua esistenza potrà farlo anche quando passerà a miglior vita. Il cimitero cittadino del Quartiere di Laubenheim ha creato un’area speciale, chiamata “Schorlegräber”, dove la sepoltura è prevista in mezzo a un mini-vigneto. Sono cinque i filari di Sauvignon Gris che sono stati piantati: c’è spazio fino a 100 urne e l’uva del vitigno (mutazione cromatica del Sauvignon Blanc con acini rosa o rossastri) non viene poi trasformata in vino, ma funge solo da cornice simbolica.
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Wine & Food
Gussalli Beretta cresce ancora: acquisito il 40% di Leonardo Specogna, in Friuli
Dopo Lo Sparviere in Franciacorta, Steinhaus in Alto Adige, Fortemasso a Monforte d’Alba nel cuore del Barolo, Castello di Radda nel Chianti Classico, Orlandi Contucci nelle Colline Teramane e, dal 2024, l’azienda Agricola Fabio Motta a Bolgheri, ora la famiglia Gussalli Beretta mette radici anche in Friuli: Upifra Agricole, società che controlla il ramo di investimenti nel settore vitivinicolo della famiglia Gussalli Beretta, ha acquisito una quota di minoranza pari al 40% della Società Agricola Leonardo Specogna, a Corno di Rosazzo, nei Colli Orientali del Friuli, con 27 ettari vitati gestiti secondo i principi dell’agricoltura biologica. “Con questo investimento - afferma Pietro Gussalli Beretta che, con il fratello Franco, è alla guida del Gruppo - guardiamo al futuro credendo in un progetto imprenditoriale gestito con entusiasmo e lungimiranza da Michele e Cristian Specogna”.
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WineNews.tv
“La creazione del sistema agroindustriale: un grande cambiamento a beneficio dell’Italia”
''Uno dei grandi cambiamenti in Italia riguardo al comparto agroalimentare ed enogastronomico è stata la creazione del sistema agroindustriale: unire settori che venivano considerati separati e fare in modo che il turismo li aggreghi. Altro vantaggio competitivo delle aziende è una marca forte, riconoscibile e sinonimo di qualità''. Così a WineNews Simonetta Pattuglia, docente di marketing, comunicazione e media all’Università Tor Vergata e autrice del libro “Food in Italy, il settore agroindustriale ed enogastronomico”.
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